Grande
compattezza tematica e di sentimenti nelle liriche di Emma Mazzuca: la vita come viaggio, i
paesaggi aspri che diventano metafore della vita, luoghi del cuore, introspezione
dolorosa, dubbiosa, malinconia e nostalgia, il tema del tempo sempre
inaffidabile…Un canto che turba e
coinvolge.
Aspra fu la salita: ed
il Latemar acuto, aspro e dolomitico divampa al sole come una morsa …, l’anfratto ospita il vento che mulinella e spinge
ad imbuto nel cratere pensieri e ricordi, mentre giù nella piana s’alza solo
cenere dalle sterpaie bruciate: la cenere
del tempo.
D’altra
parte, in antitesi la città antica di
mare e di sole- Cosenza vecchia- il
tempo della adolescenza turbinosa,…vento e mare, porte e androni, vie di fuga, sanezza
originaria, insofferenza per le ipocrisie, pudore e irrequietezza… e su di
tutto il tempo. voce evocativa di lontane memorie
i miei respiri
lascia
nel passo breve delle cose….
…. questo tempo ch’è memoria di memorie
a ricercare impronte del passato.
La
memoria è il filo conduttore di questo dire poetico, vivo e palpitante, eco del
passato, di silenzi, di tempi vuoti…,di verità: che è sempre nuda, non si
esibisce, brucia la gola e non consola
Maria Grazia Ferraris
Cosenza antica |
Latemar
Aspra fu la salita
mentre le pietre
divampavano di sole
come in una morsa
fuoco era il sangue nelle vene
e il respiro serrato nella gola
non sulla cima
ma fra gli intercolunni
aprì il vento crateri di ricordi
e fu dolce sentirti accanto a me
come un antico nume
quando dalle sterpaie bruciate nella piana
s’alzava
la cenere del tempo
Vento del sud
Lambisce il vento
lontane memorie
mentre dal mare
umida
risale la voce del tempo
la tua ombra è come
immota
quasi a confondersi
tra gli ulivi
null’altro c’è
che questo profumo denso
di terra inaridita
che mi brucia in gola
Il tempo scorre
Un refolo
smuove il melo del giardino
scrollando dai rami un altro giorno
e senza chiederne i misteri
i miei respiri
lascia
nel passo breve delle cose
come un’eco
dentro le stanze vuote
risuona la tua voce
mentre si ferma il sangue
perché non vuol parlare
e lento il tempo scorre
questo tempo ch’è memoria di memorie
a ricercare impronte del passato
lasciate come monito
a germinare
nei solchi induriti delle croci
O mia antica città
(a Cosenza antica)
O mia antica città
a te vorrei tornare
a quella tua
assenza
di ponti e di ringhiere
che cingono sussurri di maree
a quella
brezza acre delle piazze
e dei vicoli stretti dei quartieri
- pozzi di suoni
a te vorrei tornare
a quei larghi androni
e a quelle bocche segrete delle porte
per avvertire ancora
il fremito di un tempo
tu
m’insegnasti a non perdermi
e devo a te i
frutti più segreti
quella sanezza
che non ho disperso
l’odio per
tutto ciò che è falso
quella mia irrequietezza
e questo mio pudore
Emma Mazzuca
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