Luna, soffice luna
che ispiri ai poeti
impossibili sogni,
che ti specchi su l’acque del
mare
e ti lasci cullare dai flutti.
Luna, dolce luna
che illumini il cuore agli
amanti,
rifletti pensieri d’amore,
fai da eco alla voce del
cuore.
Luna, carezzevole luna
che conosci i reconditi
anfratti
dei profondi e nascosti
pensieri
di chi soffre un amore
passato.
Luna, bianca luna,
mostra il tuo volto stasera,
carezza le onde del mare,
i rami ondeggianti del pioppo.
Luna, candida luna,
componi con me questi versi,
sussurra, rischiara anche
l’ombre
di amori finiti e lontani.
Basta
un’alba
Hai saputo trasformare in
leggere piume
le oscure nubi e gli
struggenti desideri
che avvolgono l’anima, ricordi
dal sapore
di emozioni filtrate da attimi
di sentimento.
Struggente è il desiderio del
tuo esserci,
della tua presenza, di un abbraccio
d’inverno,
di una dolce melodia di
felicità. Non fuggire
al mattino quando il desiderio
germoglia.
Amare è come guardare oltre
l’orizzonte,
cercare nel cielo un sogno,
immergersi
nell’alito di un sospiro, di
un sorriso,
di attimi vissuti sottratti
alle inutili parole.
Ti cerco nei prolungati
pensieri di ieri,
nelle parole che stringono la
gola
e parlano con la dolcezza di
uno sguardo
che suscita ricordi indistinti
e nostalgici.
Il volo di un gabbiano
squarcia la sera,
accresce e dilata l’irrealtà
della notte,
la scolpisce nella magia della
solitudine,
ma basta un’alba per sentirti
vicina.
Fiore di cristallo infranto…
Non ho ancora vissuto
i miei giorni più belli,
non ho ancora visto
il mio mare più azzurro,
non ti ho ancora detto
le cose che volevo dire
e che non dirò mai.
La tristezza, i sogni romiti,
l’impossibile, sono nei tuoi
occhi,
ma non la disperazione
della mia anima prigioniera.
Dove hai posato piede
è spuntato un prato e rose in
fiore,
il tuo pianto è perle nelle
mie mani,
sei il mio sogno irrazionale
che svanisce nel momento di
afferrarlo.
Me ne vado come sono venuto,
mi porto via un po’ del tuo
prato,
la più bella delle tue rose
fiorite,
un po’ della tua luce e della
tua infelicità
e un po’ del tuo equilibrio e
della tua saggezza.
Mi allontano in punta di
piedi, in silenzio,
ma non è un addio per sempre:
arrivederci, fiore di cristallo
infranto…
Ascolta
Ascolta questo canto
dell’anima
che ci trascina oltre la riva,
oltre quella luce che si
chiama vita,
oltre quelle foglie che hanno
smesso
di sussurrare d’aurora e di
rugiada.
Ascolta questo quotidiano
amore
appena sfiorato dal vento
autunnale
fatto di seduzioni lievi, di
sospiri nell’aria
che si dissolvono nella luce
filtrata
dal risveglio di una nuda
trasparenza.
Ascolta questa ombra
silenziosa avvolta
nel pudore di sguardi, di
spazi vuoti
che riempiono la mente di vite
passate,
perdute, possedute, cadute e
rialzate,
dal sapore sconosciuto e
confuso.
Ascolta quest’anima chiusa,
immensa,
questa fragile verità,
questa immagine
che non tace dinanzi alla luce
riflessa
da una proiezione
all’apparenza perfetta,
che si perde, che calpesta se
stessa.
Claudio Vicario
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