Roberto Mestrone collaboratore di Lèucade |
Gianni Rescigno |
Saluto d'apertura al Convegno sul poeta Gianni Rescigno
del Presidente Roberto Mestrone
Buonasera
a tutti!
Permettetemi
di seguire sul foglio il testo del mio intervento, poiché non voglio perdere un
solo pensiero, una sola parola che il tempo dell'attesa mi ha suggerito.
Anzitutto
lasciatemi dire che è motivo di vanto per il Circolo Iplac – e mio personale –
l'aver organizzato un convegno in onore di Gianni Rescigno, cantore delle
emozioni dell'anima e delle piccole cose che danno smalto ai sentimenti più
puri dell'uomo.
Una
delle prioritarie missioni della nostra Associazione è quella di spargere il
buon seme della Cultura, coltivarlo nelle menti dei giovani, recarlo in dono a
chi vuol dissetarsi alla fonte delle Arti; ma oggi noi siamo qui per sfiorare e
raccogliere i buoni frutti che uno dei più grandi poeti contemporanei ci ha
lasciato in dote.
Ringrazio
la signora Lucia, la figlia Rosa Maria, il nipote Antonio e il genero Filippo
per essere qui oggi insieme a noi; ringrazio tutti gli amici presenti a questa
festa; ringrazio chi si è prodigato per far sì che l'evento si realizzasse.
Gli
interventi sul palco saranno numerosi, e il tempo è tiranno; quindi vi farò
partecipi solo di un'emozione: quella che ho percepito dalla lettura di alcuni
versi di Gianni.
Più
che “emozione” dovrei classificarlo “messaggio”; messaggio di speranza e di
riscatto dall'alienazione.
Ecco
il libro che letto e riletto in questi ultimi giorni: NESSUNO PUO' RESTARE.
Tra
le pagine si cela una lirica che mi ha fatto molto riflettere sull'anelito di
fratellanza e solidarietà che tutti noi – a parole – rincorriamo, ma che nei
fatti snobbiamo o sottovalutiamo costretti dall'amor proprio a rifugiarci, sul
ring della vita, nell'angolo del più
debole indossando i guantoni del più
forte.
Spesso
abbiamo ignorato o trascurato l'aiuto di una mano amica, il consiglio di un
compagno pronto a salire sul quadrato in nostra difesa... e poi siamo caduti al
tappeto.
L'orgoglio
spiana la strada all'individualismo, ma l'individualismo alimenta il morbo
della solitudine.
Questo
Gianni l'aveva ben inteso.
Al
dono dell'Amore, che dovrebbe corroborare le nostre esistenze, spesso facciamo
indossare la veste dell'elemosina, ma
questa ribellione al “ricevere” - o al “condividere” - ci preclude la strada della serenità e, a
lungo andare, il traguardo della
salvezza.
Allora,
ecco la via d'uscita indicataci da Gianni.
Ascoltate
le sue parole.
Son
solo sette versi... ma che lezione di vita!
SI VA
AVANTI COSÌ
Si va
avanti così
sempre
col desiderio d'amore.
Si
cerca di trovare un'altra mano
per
tremare insieme
perché
la debolezza dell'una
sia
forza dell'altra
doni
l'illusione di non cadere soli.
Grazie
Gianni!
E
grazie a tutti voi!
Roberto Mestrone
Grazie all'IPLAC per avermi fattto conoscere questo poeta.
RispondiEliminaNon ho conosciuto personalmente il poeta Gianni Rescigno ma l’ho sentito molto vicino ascoltando le sue poesie al convegno e poi leggendole. Dei testi che vanno al punto di contatto tra i sensi e il cuore. C’è in lui la vena del grande poeta che sa collegare il significato alla realtà piena di simboli dei nostri sentimenti. La sua poesia mi è sembrata come un canale luminoso tra due mondi, quello reale e quello spirituale. Vibra molto il cristianesimo in questo poeta, non con un’identità invadente ma come un sentimento profondo, vissuto, sincero. Ho apprezzato l’eccezionale sintesi dei suoi testi, la capacità di dire tanto con poco che, a mio avviso, è l’aspetto più “contemporaneo” della poesia. Infine la riflessione sul tempo come tesoro della nostra esistenza. È un messaggio nuovo, di quella novità sempre vera, il non essere attratti dalla quantità, da uno spazio in più da avere, “filo rosso” della cultura italiana che va dalla “roba” di Verga fino alla critica al consumismo di Pasolini, che tanto ci svuota e ci disumanizza ma vivere quell’amore per la cultura che riporta l’a essere più umani, quindi anche più felici.
Non posso esimermi dal fare i complimenti al nostro Presidente Iplac Roberto Mestrone, che si é unito alla grazia di Sonia Giovannetti con il suo contributo tanto ispirato quanto commovente. Ha dimostrato, una volta di più, che non ama l'esibizionismo, ma la forza delle parole. E solo l'anima di un poeta puro sa gestire quest'Arte. La sua introduzione é priva di orpelli, essenziale, eppure ricca di un'umanità e di una capacità di coinvolgimento incredibili. Il nostro Roberto sa commuoversi in un mondo di persone che preferiscono spesso solo sfoggiare il proprio ego. Sono fiera di Lui e lo abbraccio con affetto, stima e gratitudine....
RispondiEliminaMaria Rizzi
Maria Rizzi