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martedì 1 dicembre 2015

MICHELA ZANARELLA SU: "PIRICOTINALI COL RUSPETTO" DI C. FIORENTINI




Claudio Fiorentini collaboratore di Lèucade



Piricotinali col ruspetto (e altre storie dementi) 
di Claudio Fiorentini
Blanco Edizioni
Pagg. 108, 13, 90 euro



Articolo di: Michela Zanarella

Storie fuori dall'ordinario, dementi e divertenti. Storie per riderci su, non per prendere la vita 'sottogamba', ma con una sorta di ironia positiva, contagiosa. E il contagio della scrittura di Claudio Fiorentini funziona in maniera eccellente, con il suo umorismo spassoso, tragicomico, spesso irriverente, che fa affiorare un sorriso spontaneo, ma che non manca di far riflettere, scuotere il lettore al punto giusto. Partiamo dal primo racconto, che dà il titolo all'intero volume: 'Piricotinali col ruspetto' (Bianco edizioni). Bizzarra come scelta, idonea al 'non sense', sfuggente, ma curiosa. Il protagonista si trova in fila al negozio di alimentari e le richieste sono tutte di prodotti dai nomi astrusi e improponibili, come per esempio il "tapacurico brontolato", del quale una signora ne chiede un etto. Poi si passa al "branchiatore", di cui il commesso ne suggerisce "un culetto". E si scatena poi una lite che supera l'assurdo, la cui l'ironia diviene trascinante. Anche nel racconto'L'appuntamento', dove il protagonista attende l'incontro con Lui, Dio, dopo una lunga trafila di pratiche burocratiche: "La sala d'attesa era grande e confortevole, le poltrone avevano la forma di oche con le ali aperte che fungevano da schienale. Era tutto bianco, a parte le persone che già occupavano la sala". La precisione delle descrizioni, la caratterizzazione dei personaggi, i dialoghi stessi rendono la narrazione spassosa, tanto la situazione si fa surreale. Basta il pollice della mano destra appoggiato sul naso e un saluto a tutti quanti in uno sberleffo studentesco. Da notare come ogni racconto sia associato a un particolare genere musicale. E infatti alcuni sembrano iniziare con una nota del pentagramma, Retrofit on ragtime (Re), My favourite things (Mi), nel 'cosmic blues' del racconto 'Ogrob'. Il ritmo di narrazione è proprio un blues avvolgente: ci si trova in una dimensione dove prevalgono tubi e ancora tubi, che trasportano le persone da un posto all'altro, con addirittura le 'stazioni cambia cateteri', roba da alieni moderni. Il protagonista viaggia con un siluro di borgo in borgo, in cui tutto è accomodante e perfetto, fino a quando si trova in un luogo insolito, in apparente abbandono, Ogrob, che se letto in senso contrario diventa Borgo. Quell'ambiente alla fine risulta un luogo tranquillo, dove non serve essere vestiti con lo scafandro. E il protagonista trova una realtà diversa, ma più a portata di mano, in cui non manca la compagnia di una donna speciale. Sono le cose semplici, a volte banali e scontate, a darci quel poco di felicità che basta: non serve andare sulla luna. EFiorentini ci fa capire come non sempre il progresso sia funzionale alla nostra serenità. Poi si passa a un racconto dove è la coscienza a farsi viva, a personalizzarsi scrivendo un biglietto d'addio con una calligrafia infantile, diventando qualcosa d'impensabile per il protagonista: una sorta di allucinazione. Ma quel biglietto è lì, esiste. E visto che la coscienza lo abbandona, pensa bene di fare come gli pare, senza inibizioni, ne combina una dietro l'altra, senza preoccuparsi delle conseguenze, ma alla fine tutto questo gli si ritorcerà contro, perché poi la coscienza se la ride e si vendica senza preavviso. Una scrittura coinvolgente, spiazzante, incalzante diventa costante tra le pagine. E il ritmo non cede, si mantiene stabile, variando come se i racconti fossero partiture musicali e la lettura possa diventare scorrevole, piacevole, come dovrebbe accadere più spesso quando si apre un libro. Fiorentini ha uno stile che gli appartiene, riconoscibile in quanto si discosta dalle solite realtà espressive e ci accompagna in una dimensione ironica, che puntualmente fa scaturire un pensiero, una riflessione. La sua capacità narrativa attira e non è mai stancante: ogni racconto ha un risvolto emozionale teso a lasciare un messaggio, a stimolare chi legge. Non si ride e basta: si ride e si pensa al significato delle parole, al loro reale contenuto. Questo accade quando il linguaggio è innovativo, spontaneo, divertente. E ci si trova di fronte ad un volume originale, molto originale. Consigliato per affrontare la vita con uno spirito diverso, senza mai sottovalutare ciò che accade intorno a noi.





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