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mercoledì 20 gennaio 2016

MARIA RIZZI SU "L'INGANNO DELLA LUNA" DI L. D'ALFONSO



Maria Rizzi collaboratrice di Lèucade

L’INGANNO DELLA LUNA

Loredana D’Alfonso nell’ultimo libro della trilogia gialla, preceduta da “Fiamme nella memoria” e L’eredità dei Lexter”, “L’inganno della luna”
delle Edizioni Pegasus, spicca il volo, dimostrando quanto sia fuori luogo
definire il giallo un sotto – genere. Il romanzo di Loredana è la dimostrazione di quanto possa rappresentare un testo più difficile da congegnare di molti altri e più completo.
“L’inganno della luna” presenta, come il primo romanzo, “Fiamme nella memoria”, una tecnica narrativa, che si verifica quando il lettore viene spinto avanti nel tempo, ovvero il flash – foward. Questo espediente letterario richiede una notevole esperienza, in quanto è difficile mantenere vivo l’interesse del lettore e, soprattutto non destabilizzarlo.
La nostra Autrice si mostra padrona di questa tecnica e, nel romanzo in oggetto, si rivela capace di stilettate narrative di altissimo spessore e di assoggettare il giallo alla letteratura d’incandescente purezza.
Gli intrecci, infatti, pur dosati in modo perfetto, non prendono il sopravvento sul plot narrativo, che ha ampio respiro, e si distende con dovizia di particolari sui contesti e sulle descrizioni dei personaggi…
Brian Donovan, l’investigatore di origine irlandese, protagonista dei tre
libri di Loredana, avrebbe voluto restare nella sua isola, ma aveva visto ‘il destino prendere in mano la sua esistenza e accartocciarla come una scatola leggera’- tratto dal testo - , e si era ritrovato a girare il
mondo, trascorrendo lunghi periodi in America, a Los Angeles.
In questo romanzo svolge le sue indagini a Roma, dove si reca per esaudire il desiderio dell’amico Fabrizio d’Alcontres, che lo invita a trascorrere il periodo festivo a casa sua.
Donovan; Jude, la donna per cui l’irlandese, eterno single, aveva perso la testa in precedenza; Fabrizio, il suo ospite; Silvia Beltrami, giovane vedova di Luigi, ucciso in modo oscuro; il commissario Vannucci e tutti gli altri personaggi del libro, vengono messi a fuoco con lo zoom dell’anima dalla nostra Autrice. Li descrive rendendoli vivi e visibili ai lettori e la sua penna sembra volare sulle montagne russe degli stati d’animo, delle paure, delle menzogne e delle emozioni di ognuno.
Roma è l’immenso scrigno che custodisce segreti e meraviglie. Con la capacità di contestualizzare, che la contraddistingue, Loredana la illumina in ogni suo aspetto. Ci spinge a visitare le sale della casa dell’amico, presso la Farnesina, sale di lusso, lontane dal traffico, dal quotidiano; ma ci guida anche per le strade, nelle piazze con i loro contrasti, che fanno della capitale, la città, un po’ regina, un po’ cagna che si lecca le ferite. Nel caos che regna sovrano, soprattutto nelle piazze più popolate, Brian incontra casualmente Nerone, un barbone, uno dei tanti, con la sporcizia apparente e la classe di chi, per la legge del contrappasso, ha attraversato stanze di esistenze ed è finito ai bordi della propria storia di un tempo.
La figura dell’uomo nella Roma agghindata a festa in prossimità del Natale, giganteggia. L’autrice sembra sceglierlo come co – protagonista e restituirgli la dignità che merita.
Bellissime le escursioni nel passato dei vari personaggi, attuate tramite flash – back incisivi e ricchi di lirismo. Loredana, seduta al pianoforte dell’arte, tratteggia i contorni degli affetti, delle situazioni di coloro che naufragano nei ricordi e vela di pietas l’intero suo romanzo.
In virtù di uno stile così caldo e accorato l’opera non può definirsi un thriller, ma un giallo che viaggia sul registro psicologico.
Vi è musica, colore e dolore nel testo.
Vi è un Donovan senza difese, anti – eroe, che si concede all’amore e alla compassione.
Resta un uomo dotato di sesto senso, un ottimo investigatore, ma Loredana  ne leviga gli aspetti, premendo l’acceleratore sull’aspetto umano.
Il sapore dell’’inganno’ diviene dolce come miele, ammantato di amnesie volute.
E la luna, complice di tanto inganno, insegna che le storie investite di luce proiettano altrettanta ombra. Ogni luce ha il suo lutto, ogni porto il suo naufragio…
                                                                                            Maria Rizzi
  


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