S'avverte in questa poesia l'armonia che
unisce la maestosa triade dei poeti CANAPA.
Una entità superiore che regge tra
le mani la musicalità e i sentori dell'arte poetica, che rifulge su questa
splendida isola.
Si snodano i versi liberi nati spontanei e
fluenti dalla lettura de "Il morso delle dita".
Qui l'allusione basilico-poesia è
profumata di rammarico, come se l'autrice avesse smarrito il sentore aromatico
della scrittura, ed invoca nell'amicizia, attraverso il profumo di
"Pasquale" e la musicalità di "Nazario", l'aiuto per
germogliare ancora in poesia.
E l'augurio mio
si fa tributo per la piacevolissima lettura, con l'auspicio che attraverso
l'amicizia la poesia di CANAPA veleggi ancora, legandoci con la sua forza.
Francesco Casuscelli
Carla Baroni, poetessa, scrittrice e critico letterario |
A commento della poesia di Pasquale Balestriere
“Il morso delle dita”
Ed io Proserpina or priva di lutto
salgo le scale alla tua luce e sgretolo
con le tremanti dita il mio basilico.
Anch'io male lo conservai
ed ora il seme
sta rintanato inerte nella zolla.
Chissà se mi darà ancora odori
se avrà la forza di bucar la terra
e rigoglioso poi sfidare il vento.
Lo curo adesso ma è tardi. Il tempo
della sua breve vita è già trascorso
senza profumo "al morso delle
dita"
senza lasciar memoria
"al nudo clavicembalo dell'ore".
CANAPA (Carla Baroni, Nazario Pardini, Pasquale Balestriere)
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