Maria Rizzi, collaboratrice di Lèucade |
Le
liriche della nostra Poetessa evidenziano un’indole fatta di traboccante
materia verbale e di un’insolita varietà di modulazioni. Tanta sovrabbondanza
non va assimilata a un’arte che tende al barocco, né all’ermetismo, in quanto i
concetti vengono espressi in modo sanguigno e filosoficamente superbo.
Si
tratta di liriche di carattere climatico, nelle quali il clima è allegoria del
vissuto. Cito da Orme:
“Se fosse la sabbia polvere
d’eternità / il
mare sudore e lacrime d’eternità / e il vento musica d’eternità / sarebbe dunque l’eternità a
cancellare le nostre misere”. Il mare è lo scenario grandioso, selvaggiamente
naturale dei versi, e il timbro è un classico esempio di fisica vitalità
verbale. Ricorrente, peraltro, il tema del mare, che acquista nella poesia A
Stefano - “A volte”
Un unico respiro: quello della
risacca e del coinvolgimento passionale dell’Autrice: “vorrei adagiarmi sui
tuoi fianchi / come un nembo di tempesta / lungo il dorso della montagna.”
I ‘quadri’ affrescati sono
figurativi, non soggetti a deformazioni rappresentative. L’elemento
autobiografico consente agli elementi immaginifici di scorrere dinanzi ai
nostri occhi in modo rapido e compiuto. Una poesia che assorbe dalla vita e
alla vita restituisce…
Maria
Rizzi
Passi nella
notte
Mentre il carro della notte a
lenti passi avanza
per strapparti dal cuore atroci
dolori
appoggia il tuo esile capo sul
braccio della mia terra
senza nasconderti perché l’autunno saprà
come lasciare
nella tua bocca il suo dolce sapore.
La tua notte si
va aprendo e pian piano cresce
quindi non
volgere il capo verso gravose direzioni
alla ricerca di
un punto di fuga
dall’oscurità un
grappolo di stelle scenderà per proteggerti
e se anche le
teorie del disfacimento non potranno fermarsi
e le loro
tenebre ti seguiranno ovunque
i fuochi dai
passi silenziosi non ti consumeranno.
E’ per questo
buio che sei venuta a me?
Quando la terra
poco a poco s’assimilerà a te
e il tuo corpo
entrerà in armonia con lei
nel vento udrò
le mille parole
celate dentro la
tua anima.
Madre mia
morbida nube
perché corri e volteggi?
La notte ti sta
attirando a se con il suo cono d’ombra
per regalarti il
suo prezioso trono.
Ho camminato su una spiaggia
una sera
d’estate prima d’un temporale
mentre balenii
rossastri squarciavano le nuvole
e sotto il morso
del vento la nera immensità ruggiva;
i
piedi spossati scavavano la sabbia
e le mie orme si
mischiavano
a un nugolo
d’orme sconosciute
che la bufera
avrebbe cancellato.
Chi ero io se
non una, un’entità mortale marginale
dinnanzi alla
sconfinata grandiosità della natura?
Solo restando
soli con se stessi
il nostro io
riaffiora e in esso ci specchiamo
dal profondo di
noi riemerge tutto il buono che c’è
e ricordi,
emozioni, ci fanno perdonare e forse amare
l’umanità che a
volte non ci ama.
Andavano i
pensieri in quella notte buia sulla riva
mentre le acque
amare spinte da un vento iroso
cancellavano
l’altrui e le mie orme
e una teoria di
luci variegate mi ripeteva
che amori,
follie, lusinghe brama l’uomo
nella pretesa di
sfuggire al terrore del nulla che siamo.
Se fosse la
sabbia polvere d’eternità
il mare sudore e
lacrime d’eternità
e il vento
musica d’eternità
sarebbe dunque
l’eternità
a cancellare le
nostre misere orme
e noi, altro non
saremmo, che polvere di tempo…
a mio figlio Stefano
A volte
A volte vorrei andare verso il
mare
e morire come un gabbiano
disteso sulle ali
poi ti penso…
allora vorrei adagiarmi sui tuoi
fianchi
come un nembo di tempesta
lungo il dorso
della montagna.
Non ha
importanza
Non ha
importanza per chi canto
e se le mie
parole sono l’eco di un passo
che a notte si
allontana senza aspettare l’alba
o se il vento
d’autunno
ghermisce la mia
voce come foglie morte
e geme invano
tra piazze e colonne.
Non ha
importanza se le nebbie
avvolgeranno i
tramonti, le mie stelle
e il salice che
piange sulla terra bruna.
Io so che i miei
pensieri
vibrano in me
come armonia infinita
rimanendo di là,
oltre le nebbie,
tra le cose che
ho amato
e so che anche la mia voce
cupo risuono tra
le strade vuote
è rimasta di là,
oltre la vita,
sopra la terra
che non ha compreso
quanto amore vi
fosse in una lacrima.
Non ha più
importanza
se resto sola ad
ascoltare un passo
o l’eco di un
grido nella notte
e nulla io posso
fare
se senza
aspettare l’alba .…si allontana!
La voce del
silenzio
Non aver paura, non aspettarmi
se più a lungo m’attarderò
in questa sera
d’autunno.
Io sarò là
sull’altra sponda, oltre la rada
del fiume
dove il caos del mondo più non
potrà raggiungermi
e dove sul terso
lembo delle acque
senz’altre ali
che silenzi placherò la mia ansia
lasciando che il
vento turbinando
rapisca i miei
pensieri.
Io sarò là
con la mia anima
sfuggita alla sua forma assente
con la quale mi
ricongiungerò sognando,
là dove la terra
più non avrà profumo di lusinghe
e lente le
nebbie caleranno
lambendo i
vecchi muri e i rovi sulla cima del colle.
Resterò là
a rimirare un
cielo che più non vedo
un cielo ch’era
azzurro
sfiorato da
riverberi cocenti che inghiottivan
la gazzarra
degli uccelli.
Resterò là
sull’altra
sponda, oltre la rada del fiume
dove navigherò
verso il lontano mare dell’oblio
e a notte
chiamerò, chiamerò
ma sarà un grido
taciuto mentre dal silenzio
attenderò che
una Voce mi risponda!...
alla mia Calabria
Stagioni
Oh ulivi che sbordate verso il
mare
quante stagioni vivrò ancora
come questa
e quant’altri giugni ameni
porteranno doni d’altra luce
alle mie
palpebre stanche?
E’ solo qui
che il vento
benigno smuove la lancia delle foglie
e leva sipari
alle fronde
per aprire lo
sguardo su un vascello
che il braccio
di un novello eroe
invola verso
l’orizzonte come contro un bersaglio.
E’ solo qui
che restano
accesi i fuochi della carne
e le lanterne
del grembo e delle labbra
e quanto fu e
rimane delle mille notti
s’imprimerà
sull’anima e sui suoi nodi
e il tempo
dell’intero privilegio mi sarà a fianco
sulla soglia
d’una finestra innanzi al mare
prima che
annotti e s’apra quella stanza
dove con te
m’abbraccerò al silenzio.
L’eternità, si,
l’eternità.
Emma Mazzuca
(da La voce che resta –
Bastogi 2011)
Gentile Signora Rizzi,
RispondiEliminaLa ringrazio per la bella puntuale e attenta lettura fatta alle mie poesie che sono frutto di estrema ricerca interiore. Le esprimo i sensi della mia stima e di nuovo grazie
Emma Mazzuca