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mercoledì 1 giugno 2016

CLAUDIO VICARIO: "INEDITI"


Claudiuo Vicario
Sorgerà l'alba

Un silenzio di morte scende su ricordi
che non hanno più voce né dimensione,
tutto sembra dormire, anche le foglie
non più illuminate dal chiaro di luna.

Pure il cielo sembra piangere
per alleviare le inquietudini profonde,
dissolvere l'ansia che riporta alle origini,
l'innocenza fattasi a sua volta colpevole.

Sorgerà l'alba al cadere della notte
e allora sarò libero di amare la vita,
di stringerla tra le mie mani stanche
immerse in questa dimensione fuggente.

Sono solo e conosco il mio destino,
le sue ragioni dalle quali mi difendo
dopo aver errato per vicoli ciechi
in questo mondo sperduto nell'infinito.

Mi accompagna per mano il giorno
che muore lentamente accanto a me
e mi guarda con occhi senza più luce
che non riflettono i colori del crepuscolo.

Cerco qualcosa

Cerco qualcosa
e non so cosa sia,
inseguo un mio pensiero
nel silenzio dei campi arati,
nell'eco di questa valle
ove il vento è passato
sulle rughe indelebili
di una terra ostile,
a me sconosciuta, estranea,
dal colore rossastro,
piena di sassi, crepe,
casolari abbandonati
dalle finestre chiuse,
dai camini spenti,
in attesa di una risposta.
Forse è solo un pensiero
che mi porta a percorrere
i sentieri dell'anima smarrita,
chiusa alla vita
che per un istante si è fermata
per poi dilatarsi all'infinito.
Vorrei uscire da questo guscio
di sensazioni vuote, vane,
senza alcun nome,
da questo infinito deserto
immerso nel silenzio
in cui, al soffio del vento,
sembra svanire ogni emozione
che si perde all'orizzonte
e lentamente si dissolve.


Ascolto il fruscio del silenzio

Ascolto il canto delle zolle
sulle quali ondeggia l'erba medica,
il radicchio selvatico, la cicoria,
il polieo dal delicato profumo
che cresce negli umidi fossi
e nelle pozzanghere sulle quali
sguazzano le verdi raganelle
tra intricati canneti che sembrano
piegare il capo al loro umile destino
quando il vento spazza la pianura.

Ascolto il cinguettio del passero, semplice,
eppure austero nei suoi giri di voli,
che si perde in questo verde selvaggio
tra rami amici che sono il suo riparo,
la sua casa quando il vento insiste
nei gelidi mesi dell'inverno
e il senso dell'amore di questa terra
che arde per l'inquieto sole
e fa nascere mille passioni,
e dona ai semplici la sua ricchezza.

Ascolto il fruscio del silenzio
al quale mi abbandono,
quasi in un'estasi infinita di poesia
cercando di non tradire un mio segreto.
Talora attendo il canto della natura
per scoprire cosa mi aspetta dopo,
domani, forse ancor poi, forse mai,
in questo spicchio di mondo
dove il pensiero si perde

cercando una impossibile verità.

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