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giovedì 8 dicembre 2016

CARMELO CONSOLI SU "ACINI D'UVA" DI EMANUELE ALOISI


Carmelo Consoli,
collaboratore di Lèucade

Commento alla poesia Acini d'uva di Emanuele Aloisi



Ritorna in questa breve poesia di Emanuele Aloisi l'eterno scontro tra le fragranze, le cromie della natura e l'umana presenza nel suo aspetto più inquietante e spietato.
GliAcini d'uva sgrappolati e persisono gli inconsapevoli e profumati protagonisti di un'orizzonte vastissimo di mare e uomini, di sponde e frontiere che si contendono miserie, tragedie e personaggi   del tutto estranei ai valori della dignità e della pietà umana.
Nasce così una lirica  bitonale che, con grande musicalità e attenzione alla versificazione, alterna le sonorità festanti ditamburi in festa,note a danzare sulla pellee ancorapotranno mettersi cavalli in testa/a rimembrare giocoliera Atenaai contrapposti segni di un andare lento, grave e di denuncia  dipelle piena di lividi di una marea funesta, la messinscena di una faida mesta/nella miseria di un'ondosa cena.
Scenari di sicuro effetto visivo e sonoro attraverso i quali il poeta arriva poi, con rigore interpretativo e supportato da una velata pietas, alle sue considerazioni finali quando scrive  “ Ne echeggeranno solamente i fumi/ pezzi di cocci o di tizzoni sparsi/carboni fradici di viaggi vani/.
E l'emozione poetica ultima che giunge dalle profondità della trasfigurazione onirica della realtà fa chiudere al poeta la sua esemplare lirica con questi splendidi versi : ad emanare profumati agrumi/acini d'uva sgrappolati e persi/ su scogli e zattere di umane mani”.
Profumazioni e colori che restano come sempre a coprire i travagli dell'esistenza di tutti noi.

Carmelo Consoli



Acini d’uva

Potranno mettersi tamburi in festa
su spartiacque di una costa amena
note a danzare sulla pelle piena
dei lividi di una marea funesta.

Potranno mettersi cavalli in testa
a rimembrare giocoliera Atena
la messinscena di una faida mesta
nella miseria di un’ondosa cena.

Ne echeggeranno solamente i fumi
pezzi di cocci o di tizzoni sparsi
carboni fradici di viaggi vani

ad emanare profumati agrumi
acini d’uva sgrappolati e persi
su scogli e zattere di umane mani.

Emanuele Aloisi
(diritti riservati)


1 commento:

  1. grazie infinite al prof. Pardini e Carmelo Consoli. Emanuele Aloisi

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