Antonio Piromalli, Ti estraggo dai tifoni, Lineacultura, Milano, 1993 |
LUCE D’ORO
Luce d’oro
ondulava tra le cime
dei monti
e tu venivi nella sera,
fresca
come l’uligine
e ora
che i giorni sono lievi
pagine
d’aria e luce te rivedo:
i
fermi
occhi
di pietra azzurra, ecco, ti smaga
il
vento che ripete
il
suono delle fronde in cui settembre
con
la pioggia sottile ride e canta.
A
te, esule, torno se nei cieli
di
corallo trasvolano cantando
le
capinere e cade
il
tepore del giorno alle riviere
e salpano velieri e uccelli d’oro.
Vicenza,
20 agosto 1940
Ecco un esempio di altissima poesia.
RispondiEliminaCerto, non ci vuole molto ad asserirlo se si pensa al valore del suo demiurgo: Antonio Piromalli.
E' dunque persino superfluo commentare questi versi ma una riflessione voglio farla: si può davvero credere - dopo averli letti - che ritmo, musicalità e parola poetica possano davvero fare a meno gli uni degli altri? Si può pensare che parole come "uligine" non siano nate per questo?
Non aggiungo altro. Solo: grazie.
Sandro Angelucci
Ho avuto l'onore di aver conosciuto di presenza nella mia Caltagirone il grande Antonio Piromalli. Da quello incontro avvenuto nel 1989 è seguito, per oltre un deccennio, un folto epistolario che ovviamente conservo gelosamente. Posso dire con orgoglio che il Prof. Piromalli amava tanto la mia poesia da indurlo a scrivere, di spontanea volontà un articolo critico su quotidiano locale CALABRIA OGGI (13/10/1990)dal titolo: L'ELOQUIO DI CINNIRELLA.E' stato il mio secondo maestro per tutti quei suggerimenti e consigli elargitemi. Del libro in alto me ne fece graditissimo dono. Autori e persone come A. Piromalli non si cancellano mai dalla memoria per la loro umiltà e cultura. Pasqualino Cinnirella
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