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martedì 7 febbraio 2017

L'ATTUALITA' DI TIBULLO

ALBIO TIBULLO (55 – 19 A. C. N.)

L’ATTUALITA’ DI TIBULLO

Da LODI DELLA VITA CAMPESTRE


Quis fuit, horrendos primus qui protulit enses?
Quam ferus et vere ferreus ille fuit!
Tum caedes hominum generi, tum proelia nata,
Tum brevior dirae mortis aperta via est.
An nihil ille miser meruit, nos ad mala nostra
Vertimus, in saevas quod dedit ille feras?
Divitis hoc vitium est auri, nec bella fuerunt,
Faginus astabat cum scyphus ante dapes.
Non arces, non vallus erat, somnumque petebat
Securus varias dux gregis inter oves…

Chi per primo inventò le crude armi?
Quanto quello fu malvagio e feroce!
Nacquero stragi, allora furon guerre,
si aprì una via più breve all’ardua morte.
Ma quell'essere infelice  n’ebbe colpa?
Siamo noi che abbiamo volto a nostro danno,
ciò ch’egli aveva dato contro fiere.
La colpa fu dell’oro; non vi furono
guerre finché una tazza di faggio
era posata davanti ai commensali.
Non vi erano fortezze, né bastioni,
si addormentava sicuro il pastore
tra pecore ornate di vari colori…



LIBERA TRADUZIONE

Nazario Pardini

1 commento:

  1. Suggestiva traduzione, questa di Nazario Pardini, del poeta elegiaco per eccellenza dell'antichità. Albio Tibullo attribuisce giustamente all'oro, alla smania di potere, la responsabilità delle guerre, ma rimpiangendo il tempo in cui "si addormentava sicuro il pastore / tra pecore ornate di vari colori", forse dimentica che Marte ai primordi non era altro che il difensore armato dei campi, il soldato che montava la guardia ai confini per garantire all'interno lo svolgimento pacifico della vita e delle attività. Tutto ciò - è ovvio - non servirebbe se gli uomini, anziché farsi accecare dall'oro, fossero padroni di sé. Ed è in tal senso (un senso tutto interiore) che io, agricoltore del ventunesimo secolo, accolgo l'invito di Tibullo, tenerissimo, ma vigorosissimo a un tempo, cogliendone tutta l'attualità.
    Franco Campegiani

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