Marco
Onofrio: Giorgio Caproni e Roma.
Edilazio Edizioni. Roma. 2015. Pag. 160.
€ 13,00
Un
saggio di effettiva resa contenutistico-culturale che ben pone in questione uno
dei temi di maggior rilievo nella attività letteraria di Caproni: il ruolo
della città nella vita del poeta. L’autore, Onofrio, affronta con dovizia di
documenti il tema, scandagliando e utilizzando, filologicamente, quello che
Caproni scrive, pensa, ricorda, rimpiange, immagina, vive, rielabora di Genova
e Roma. L’opera si suddivide in cinque capitoli i cui titoli costituiscono già
un viatico, un emblematico e chiaro avvio alla lettura e alla comprensione del
testo: I
fatti e i luoghi, Caproni prima di Roma; Caproni a Roma; Caproni e Roma; Roma
nei racconti di Caproni; L’odiosoamato “esilio”: uno sguardo d’insieme.
Credo
sia determinante riportare questo lacerto conclusivo del primo capitolo: “… La
città di Caproni è e resterà sempre la sua “Genova di tutta una vita”. Genova
che, dopo il 1937, diventa una città-mito, indimenticabile, da amare in esilio.
Un esilio che, appunto, si chiama Roma”; come lo è la conclusione del saggio
alla pag. 148: “… Senza il “principio di realtà” che – al di là del sogno o del
surrogato ideale – Roma veicolò nel suo itinerario esistenziale, probabilmente
Caproni sarebbe rimasto un ottimo “paroliere” (a compenso del mancato
violinista) e non sarebbe diventato lo straordinario poeta che ha dimostrato di
essere con opere come, fra le altre, Il passaggio di Enea, Il seme del piangere o
Il muro della terra.”.
Il testo è arricchito da un’ampia elencazione di nomi e da una essenziale ma suadente bibliografia.
Il testo è arricchito da un’ampia elencazione di nomi e da una essenziale ma suadente bibliografia.
NazarioPardini
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