Piero Rainero, collaboratore di Lèucade |
Da qui vengono le cicogne
Da Friburgo a Strasburgo, anzi da Mulhouse a Strasburgo, lungo la
strada del vino, tra distese di campi di grappoli bianchi trovate incollati ai
piedi dei Vosgi, con le case che terminano proprio dove iniziano le alture, una
serie di paesi: Thann, Eguisheim, Kaysersberg, Selestat, Obernai.
Avete in mano la mappa? Li vedete?
Munitevi di una lente d’ingrandimento, guardate bene. Un poco più a nord di Kaysersberg cercate
Riquewihr, lo avete trovato? Vedete quella casetta, a due piani, tutta verde
limone col tetto fucsia? E quella dopo, sempre a destra nella strada
principale, color turchese con persiane lilla e tetto terra bruciata? E subito
lì vicino quell’altra casa, questa volta a tre piani, muri verde acqua, porte
oliva e tetto rosso scuro? Un
incanto, non convenite?
Cosa dite?! La vostra mano si è spostata un po’ a sud? Ma quella è
Colmar.
Guardate che meraviglia!! Le
case a graticcio, le vedete??
Dentro a mura di ogni colore, mura dipinte di ocra, rosa, azzurro,
arancio e magenta ci sono in alto e in basso, verticale, orizzontale e
diagonale, le travi marroni che servono a rafforzare le povere pareti.
Guardate, tutta la città è piena di questi scheletri di
legno. Una città che è una fiaba!
So che siete incantati a guardarla, ma andate un po’ più a nord,
guidate la lente più in alto.
Tra salsicce e crauti, tra pinot, riesling, tokay, miele d’Alsazia
e succo di mirtillo cosa scoprite?
Ancora altri paesi? Ancora tetti spioventi, aguzze guglie di
chiese, case tinta pastello con accostamenti più vivaci, più arditi? Sì! Ancora
questo. A Bergheim, ad Ammerschwihr, a Niedermorschwihr, a Kientzheim, è sempre
così.
E proprio da qui, da Riquewihr, da Sigolsheim, da Zellenberg, da
Colmar, da Ribeauvillè…..
DA QUI VENGONO LE CICOGNE!
Come dite? Non ci credete? Inquadrate
allora la piazza principale di Ribeauvillè, aguzzate la vista: ecco! Le vedete quelle due ?? Sono Rita e
Filomena; che becchi aguzzi, vero?
Volete sapere cosa si dicono?
Ascoltate, allora!
“ Cara mia, per fortuna oggi è il mio giorno libero, ieri ho
consegnato tre neonati, che faticaccia! ”.
“ Non mi dire! Ne vengo ora dalla Scozia, pesava 4 chili e 2, sono
stravolta e potrei essere ancora chiamata, oggi ”.
“ E’ un momentaccio, troppo stress, ne nascono sempre di più, non
abbiamo requie. Ma tu, dimmi, quand’è che andrai in pensione? ”.
“ Fra tre anni, purtroppo! C’è ancora tempo. Comunque, quando succederà,
me ne starò tutto il dì a zonzo per negozi con le amiche o sdraiata a leggere
”.
“ Fortunata te! Io ho ancora molti anni davanti. A proposito di
negozi….ieri a Strasburgo ho visto in vetrina un delizioso cappottino per la
stagione fredda ”.
“ E come era? ”. “
Oh..un misto lana rosa con quadratini oro, tipo..hai presente oro 21? ”.
“ Bello! Adoro l’oro 21, una sfumatura splendida. Ne ha dipinto
uno così Federica l’anno passato ”.
“ Un cappotto? ”. “
Ma no! Un bambino! ”. “ Ah, già…che
stupida che sono ”.
“ Sì, ne aveva fatto uno così Federica, da portare in Cina, vicino
a Nanchino, credo ”.
“ E dimmi un po’: era pesante, il cappotto? ”.
Lasciamo stare un attimo le nostre due cicogne, devo assolutamente
spiegarvi una cosa.
Non lo sapevate? I bimbi li dipingono le cicogne, certo!
Cosa pensate?! Che
nascano già colorati? No, prima
sono trasparenti. Non ci credete?
Eppure sarete pur passati con un aereo dentro ad una nube, qualche
volta. Avete mai visto, sulle nubi, un
bambino colorato? Certo che no! Perché PRIMA DI NASCERE, quando SONO ANCORA
SULLE NUVOLE, sono trasparenti, appunto, e voi non li vedete.
Sono le cicogne che li dipingono.
Mettiamo che la cicogna debba recapitare un bel frugoletto ad una
coppia di Tokio.
Come lo tinteggerà? Con un bel giallo 17, ovvio ( o, al massimo,
un giallo pallido 15 ).
Non vorrete mica che lo faccia nero 29, come se dovesse portarlo in Congo, non ne convenite?
Solo una volta, mi ricordo, uno di questi uccelli (
presumibilmente ubriaco, la strada dei vini è qui accanto ) a due genitori
svedesi, lui bianco rosa 11 e lei bianco rosa 9, ha recapitato un bel pargolo marrone 25, con conseguente inevitabile bisticcio tra i coniugi.
Le cicogne mescolano i colori dei genitori ed a loro è data una
deroga solo per un limitato spazio da concedere alla fantasia. Ma Rita e Filomena stanno ancora
parlando: “ No, mia cara, il capo non è affatto pesante; un grazioso cappotto
rosa a quadretti oro, leggero leggero ”.
“ Meno male. Con i bimbi d’oggi, tutti paffuti e rotondetti, non
posso permettermi gli spessi cappotti di una volta. Dovrei fare un po’ di cura
dimagrante, sai? Ma se non mangio, mi mancano le energie , ed oggi sono reperibile.
Potrebbe arrivarmi un’altra chiamata dal castello da un momento all’altro
”. Già, cosa c’entra il
castello? E come funziona la cosa?
Funziona così. Il castello di Haut-Koenigsbourg, a pochi
chilometri da Ribeauvillè, lassù sulle alture dei Vosgi, è comodissimo, così
vicino alle nuvole.
Dunque…la cicogna che risulta di turno, o reperibile, viene
raggiunta da una comunicazione ( niente piccioni viaggiatori, ovvio: un’altra cicogna fa la spola con
il maniero ).
Normalmente l’informazione è contenuta in un piccolo biglietto
dove vengono scritti nome del nascituro, indirizzo, generalità dei genitori con
relativo colore corredato da sfumatura, altezza e peso del bimbo, del tipo del
biglietto riportato qui sotto:
La cicogna prende il bigliettino e prima di volare sulle nuvole si
reca al castello, fa un salto nel ripostiglio da dove preleva tutto quanto
l’occorrente ( pannolini, ciucciotto, latte in polvere e latte di colore
). LATTE DI COLORE?
Sì, i contenitori con la tinta che la cicogna sceglierà sono
conservati nell’ampio salone, dove potete trovare tutte le sfumature che vi
aggradano, da un pallido bianco rosa 2 ad un deciso nero 29.
Abbiamo sentito poco fa Rita preoccupata per il peso del cappotto.
Proprio questo è il cruccio principale di questi grandi, eleganti uccelli.
La latta di sostanza colorante, infatti, pesa circa 2 chili che,
aggiunti al pannolino, al latte ed al bambino, portano il tutto di solito a
quasi 6 chili: provate voi a volare sbattendo le braccia con questo peso
addosso!
Dopo una dura giornata di lavoro la cicogna è molto stanca ed il
sogno, non nascosto, di questi simpatici animali è di andare presto in
pensione, argomento di tante loro discussioni.
Dicevamo…..la cicogna decide dunque quale sfumatura regalare al
piccino ed armata di tutto punto, ciucciotto, pannolini, latte e latta, vola
dal castello alle formazioni nuvolose più prossime.
.Indi, con immenso amore ed altrettanto scrupolo, dipinge tutto il
corpo del bambino, lo avvolge delicatamente nel lungo telo e col suo pesante
fardello parte per la destinazione finale, vicino o lontano che questa
sia. DAL CASTELLO ALLE NUVOLE, E
DA QUESTE AL MONDO.
Ecco come funziona, cosi ora lo sapete.
E la latta di colore, che fine fa?
Lo volete proprio sapere? Beh….la
latta precipita al suolo.
Non risulta comunque che alcuno sia stato sinora centrato da
qualche lattina cadente, così come nessuno è mai stato colpito da un meteorite,
ma con l’esplosione demografica in atto….beh, state attenti! Ma sulla piazza di
Ribeauvillè sta accadendo qualcosa.
“ Volevo prendere anche una canottiera grigia, magari con qualche
stellina viola, di quelle, sai, aperte un po’ sui fianchi….” Uno sbatter di ali interrompe il discorso di
Filomena.
“ Rita, Rita! ” è Nuccia che, trafelata, piomba al centro della
piazza, tra le due amiche.
“ Ciao, Nuccia, cosa c’è? ”. “ Tocca a te, Rita, sei nuovamente
di turno, che premura: non sono neanche riuscita a prendere il biglietto coi
dati. Lo troverai al castello ”.
“ Me l’aspettavo, sembrava lo sentissi! Sono già morta, distrutta.
Comunque…ciao Filomena, ciao Nuccia”. “ Io torno su con te, ciao
Filomena ”. “ Ciao, Nuccia ”.
Rita e Nuccia aprono le grandi ali, le mettono in movimento e si
librano sui tetti grigi e rossi del paese, transitando su qualche collega che
cova le uova in grandi nidi sulle guglie della cattedrale (anche le cicogne, sapete, a volte
aspettano la cicogna! Neppure loro nascono sotto i cavoli ).
Pochi minuti e le ritroviamo, le vedete?, nell’imponente sala del
maniero.
“ Ciao, Rina, dov’è il biglietto coi miei dati? ”.
“ Non lo so, prova a chiedere a Vanessa, è là in fondo ”. “ Scusa, Rita, io vado in bagno ”.
“ Sì, Nuccia. A presto, e grazie! ”. “ Di nulla, figurati ”. Rita, con le sue
lunghe zampe, a grandi passi attraversa la sala, mentre all’esterno del
castello le prime ombre della sera pitturano sulle alture la grigia sagoma
della fortezza. Si avvicina a tre
colleghe che stanno gioiosamente chiacchierando. "Serafina, davvero andrai in
pensione? Veramente? ”.
“ Sì, certo. Ho 16 anni di contributi versati. Potrei prendere la
finestra che si aprirà nella prossima primavera ”. “ Ma perché aspettare marzo per aprire
quella finestra? Oggi non fa freddo ”.
Non ridete. Ileana, che
sta adocchiando la grande finestra nel salone, è sempre stata, poverina, poco
pronta ad afferrare i concetti.
“ Beata te! Hai quasi finito di soffrire. Oh! Ecco Rita,
finalmente!! ”.
“ Ciao, Vanessa. Sono stravolta, stanca morta! Sono di ritorno
dalla Scozia, un bimbo di 4 chili e 2, non ce la faccio più. Non potevate
chiamare qualcun altro? ”.
“ Non dipende da me, lo sai. E’ Paola che decide. Il biglietto è
sulla credenza, là. Prenditelo ”.
“ Quant’è il peso? ”. “ Non lo so, non l’ho letto. Senti, Serafina, dove andrai in vacanza per
Natale? ”. “ Le ferie? Oh..beh..io e
Gustavo pensavamo di andare in Australia in aereo ”.
“ In aereo? Ma non è economico! ”.
“ Ho già avuto due nati da quelle parti, nel Borneo e nel Nuovo Galles
del Sud. Vuoi mica che voli di nuovo fin laggiù!? Non ci penso nemmeno. E poi,
scusa, ..”.
TUMP! A quel rumore Ileana, Vanessa e Serafina si voltano.
Dietro di loro, distesa sul pavimento, giace Rita. SVENUTA. Accanto a lei il biglietto:
Piero Rainero
La favola è molto graziosa con una sua stringata logica nella sua assurdità. Anch'io scrivo favolette - molto modeste per la verità - nei momenti di noia, e sono tanti, quando non sono presa da testi più impegnativi. Ed anche i miei racconti sono di questo tipo ossia hanno i connotati di quelli che ci raccontavano le nostre mamme. Ora invece, guardando la TV, vedo una serie di stralunati personaggi che niente hanno a che vedere con quelli della nostra infanzia. Perciò domando all'autore, che penso sarà un nonno, quale indice di gradimento abbiano queste sue storie estremamente gradevoli presso il pubblico infantile. E' una mia curiosità personale che non riesco a soddisfare vivendo in una cerchia di persone tutte molto di sopra degli anta. Se mi vorrà rispondere mi farà molto piacere. Carla Baroni
RispondiEliminaLeggendo il brano ho ripensato al romanzo del napoletano Erri De Luca "Montididio". Un testo molto particolare, interamente scritto in vernacolo, simile a una lunga poesia. Le cicogne ne erano protagoniste. Invece di dirigersi verso Gerusalemme facevano sosta nel quartiere povero di Napoli. Piero Rainero adotta il linguaggio onirico - fiabesco, il più difficile da usare con arte e narra la sua storia dolce e forte, che cela una morale incisiva. Lo ringrazio di cuore per questo esempio di fabula che non scade nel banale, che sa essere didattica e convincente.
RispondiEliminaMaria Rizzi