Silvia Venuti. Sulla soglia della trasparenza.Interlinea Edizioni. Novara. 2016. Pgg. 128
Dall’attesa di un’alba al mistero del vivere
MOTIVAZIONE
“Le
bellezze visibili sono immagini della bellezza invisibile, profumi sensibili
tipi di favori spirituali, le luci materiali immagini di una immateriale
elargizione di luce”. La citazione - di Dionigi l’Areopagita – in testa alla
raccolta rimanda al titolo: Sulla soglia della trasparenza; è tutto lì, nel
mantenersi in perfetto equilibrio, nel permettere all’anima di vivere l’incanto
perché l’approdo alla sacralità della Natura ci consenta il colloquio con Chi –
come umanissimamente scrive Piero Viotto – “ci parla attraverso le cose, ma è
oltre le cose”. Il divino si specchia nello sguardo della Venuti e legge, negli
occhi che contemplano la bellezza, se stesso e il ringraziamento più sincero
che è dovuto alla vita.
Sandro
Angelucci
Abano Terme, 10 giugno 2017
Un plauso a Silvia Venuti, alla sua poesia e alla sua pittura. Silvia Venuti infatti è pittrice, critico d’arte, poetessa , donna pensosa, rigorosa, lucida ed essenziale nella sua riflessione, alla ricerca di se stessa, delle ragioni della sua arte, e del senso ultimo della vita. Ricostruisce nella lirica la sua storia di donna artista, la sua vita, le sue visioni, le sue scelte esistenziali, senza praticare l’autobiografia, né affidarsi sentimentalmente a fragili ricordi che pur caratterizzano il passato, inevitabile fardello di ogni scrittore.
RispondiEliminaScrivevo di lei in altra occasione dicevo: … “Una ricerca lucida, attenta, appassionata, critica, la sua.
“Non dipingo per abitudine estetica, per capire dipingo…”, una ricerca “in trincea”, che si esprime in immagini metaforiche soprattutto legate alla vita di lago, come quel sentirsi “come il palo d’attracco/ nel silenzio capovolto” o alla quotidianità della vita, nelle operazioni che ricordano quelle tipiche delle donne, come l’esigenza di “far l’ordine al frammento”, o “Ripiegare il tovagliolo …con fare ordinato”.
Ha il gusto dei dettagli che nondimeno sconfinano dal loro limite e diventano visioni intere, metafore sapienti, come è giusto e congeniale che sia per tutti i poeti. In ogni caso le situazioni, le descrizioni, rare, non sono mai estetiche divagazioni, compiaciute, fini a se stesse, ma annunciano la loro natura emblematica che avvia all’oltre, al filosofico, al concettuale, talvolta al metafisico.
“Tutto è metafora/ di un’altra metafora/ e ancora metafora/ all’infinito….” La ricerca è difficile per tutti coloro che ci si avviano, doppiamente difficile per una donna che si muove su un doppio – difficile e paziente- itinerario, che vuole esprimere nell’arte se stessa, le proprie emozioni e la propria creatività rinventando parole, concetti, immagini per dare vita e visibilità al proprio originale essere.
E analizzando il suo desiderio di poesia e la tensione ad accedere agli alti spazi del pensiero, dell’infinito, ci parla di intuizioni, quasi illuminazioni, della sua ricerca che è stata umile e solitaria, sognata a lungo e raggiunta con fatica e dubbio, ma anche con consapevole orgoglio, con passione costante, in cerca del riscontro col vero e aperta all’ infinito, ma fatta anche della certezza di avere radici, corpo, affetti, doveri, morale, e una casa comune, “la casa dei Poeti”.
Ringrazio - in quanto redattore della motivazione del premio attribuitole - Nazario Pardini per aver dato spazio nel suo prestigioso blog all'opera di poesia di Silvia Venuti e, non di meno, Maria Grazia Ferraris per aver espresso acutamente il suo pensiero - cui mi associo totalmente -.
RispondiEliminaSi, è davvero "una ricerca in trincea", come lei la considera, come dev'essere per chiunque coglie nell'arte l'occasione per giungere "al senso ultimo della vita".
Sandro Angelucci