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sabato 17 giugno 2017

N. PARDINI LEGGE "INEDITI" DI MAURIZIO DONTE


Maurizio Donte,
collaboratore di Lèucade

Le intime riflessioni, le macerazioni esistenziali, i travagli ontologici, gli epigrammatici movimenti emotivi, sono l’arma vincente della poesia di Maurizio Donte. Un magma di grande portata sentimentale affidato a  versi di euritmica scioltezza, di eufonica sonorità, e tutto si fa musica, romanza, in questo scorrere di immagini di vita e di eros; di eros e di Thanatos. Dacché il pensiero della morte, della brevità della vita, del tempo che ugge inesorabilmente, sono gli attori principali della sua narrazione lirica. Una storia zeppa di emozioni pulite, sane, poeticamente contaminanti, ci prende e ci trasporta in mondi di oniriche trasparenze, di memoriali contorni oggettivanti. Cosicché il suo dire si fa oggettivo e trasversale per l’universalità dei contenuti; per quei tatti fini e raffinati di cui Donte si serve per trasmettere la sua sensibilità di uomo-poeta. E quello che maggiormente convince è la sua esperita  malizia tecnica; la sua maestria nel giocare con strutture metriche della nostra più ligia tradizione letteraria. Sì, ci gioca, ma apportando non poco della sua personalità per rendere le composizioni uniche e riconoscibili; lontane da ogni epigonismo.



Tre glose

I

Canzone del mare

Mote

E soffia freddo il vento sopra al mare
ed un pensiero vaga e torna ancora
nell'onda inquieta, svelto a naufragare
nel rapido fuggire di quest'ora.

Glosa

Silenzio intorno tra le sue ventate,
trillar di sartie tese; così amare
tutte le tue parole, ormai passate,
e soffia freddo il vento sopra al mare.

Un giorno fu soltanto e lo ricordo
come la nebbia, il tempo dell'allora,
quando l'amore tuo divenne sordo,
ed un pensiero vaga e torna ancora

nella sera che fa finire il giorno.
Ed alte son le stelle in cielo chiare,
e il tuo ricordo corre tutto intorno
nell'onda inquieta, svelto a naufragare.

Amaro il tempo passa in un momento
senza aver peso: un'ala che ti sfiora,
mentre in cuore svanisce l'amor lento
nel rapido fuggire di quest'ora.

II

Là dove il mare è largo

Mote

Là dove il mare è largo e soffia il vento,
laddove tutto passa e non riposa,
scivola il tempo insieme al sentimento,
con l'azzurro e le nuvole si sposa.

Glosa

Finisce il giorno dentro ad un languore
che libera nell'onda quel che sento,
l'ultimo sogno avuto dell'amore,
là dove il mare è largo e soffia il vento.

Motivo non ritrovo d'esultanza
nel risuonar dell'acqua che non osa
di risalir la riva nella danza
laddove tutto passa e non riposa.

Sono amare le lacrime nel pianto,
e viene il giorno mio del pentimento
che mi penetra e muove dove il canto
scivola insieme al tempo e al sentimento.

Così la sera viene tutt'intorno
diffondendosi in mezzo al cielo rosa
e nel morire residuo del giorno
con l'azzurro e le nuvole si sposa.

III

III glosa

Mentre la notte viene

Mote

Mentre la notte vien, portando incanto,
rispondo all'onda di marea che sale
e frange sulle pietre come un pianto
che dal largo risuona e poi m'assale.

Glosa 

Solitudine sai, mi prende al cuore,
quando nell'aria si distende il canto
che vive dentro il sogno mio d'amore,
mentre la notte vien portando incanto.

E da lontano, come una tempesta,
scivola l'ombra che accompagna il male,
e mentre fugge amor nella foresta,
rispondo all'onda di marea che sale.

E s'allontana quel che fu il rancore,
solo il ricordo si riavvolge a manto
d'intorno a quanto oramai è dolore
e frange sulle pietre come un pianto

che si diffonde tutt'insieme al vento
nell'unica parola che non vale:
perduto amor, smarrito sentimento
che dal largo risuona e poi m'assale.

Maurizio Donte



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