Maurizio Donte, collaboratore di Lèucade |
Le
intime riflessioni, le macerazioni esistenziali, i travagli ontologici, gli
epigrammatici movimenti emotivi, sono l’arma vincente della poesia di Maurizio Donte.
Un magma di grande portata sentimentale affidato a versi di euritmica scioltezza, di eufonica
sonorità, e tutto si fa musica, romanza, in questo scorrere di immagini di vita
e di eros; di eros e di Thanatos. Dacché il pensiero della morte, della
brevità della vita, del tempo che ugge inesorabilmente, sono gli attori
principali della sua narrazione lirica. Una storia zeppa di emozioni pulite,
sane, poeticamente contaminanti, ci prende e ci trasporta in mondi di oniriche
trasparenze, di memoriali contorni oggettivanti. Cosicché il suo dire si fa oggettivo
e trasversale per l’universalità dei contenuti; per quei tatti fini e raffinati
di cui Donte si serve per trasmettere la sua sensibilità di uomo-poeta. E
quello che maggiormente convince è la sua esperita malizia tecnica; la sua maestria nel giocare
con strutture metriche della nostra più ligia tradizione letteraria. Sì, ci
gioca, ma apportando non poco della sua personalità per rendere le composizioni
uniche e riconoscibili; lontane da ogni epigonismo.
Tre glose
I
Canzone del mare
Mote
E soffia freddo il vento sopra al mare
ed un pensiero vaga e torna ancora
nell'onda inquieta, svelto a naufragare
nel rapido fuggire di quest'ora.
Glosa
Silenzio intorno tra le sue ventate,
trillar di sartie tese; così amare
tutte le tue parole, ormai passate,
e soffia freddo il vento sopra al mare.
Un giorno fu soltanto e lo ricordo
come la nebbia, il tempo dell'allora,
quando l'amore tuo divenne sordo,
ed un pensiero vaga e torna ancora
nella sera che fa finire il giorno.
Ed alte son le stelle in cielo chiare,
e il tuo ricordo corre tutto intorno
nell'onda inquieta, svelto a naufragare.
Amaro il tempo passa in un momento
senza aver peso: un'ala che ti sfiora,
mentre in cuore svanisce l'amor lento
nel rapido fuggire di quest'ora.
II
Là dove il mare è largo
Mote
Là dove il mare è largo e soffia il vento,
laddove tutto passa e non riposa,
scivola il tempo insieme al sentimento,
con l'azzurro e le nuvole si sposa.
Glosa
Finisce il giorno dentro ad un languore
che libera nell'onda quel che sento,
l'ultimo sogno avuto dell'amore,
là dove il mare è largo e soffia il vento.
Motivo non ritrovo d'esultanza
nel risuonar dell'acqua che non osa
di risalir la riva nella danza
laddove tutto passa e non riposa.
Sono amare le lacrime nel pianto,
e viene il giorno mio del pentimento
che mi penetra e muove dove il canto
scivola insieme al tempo e al sentimento.
Così la sera viene tutt'intorno
diffondendosi in mezzo al cielo rosa
e nel morire residuo del giorno
con l'azzurro e le nuvole si sposa.
III
III glosa
Mentre la notte viene
Mote
Mentre la notte vien, portando incanto,
rispondo all'onda di marea che sale
e frange sulle pietre come un pianto
che dal largo risuona e poi m'assale.
Glosa
Solitudine sai, mi prende al cuore,
quando nell'aria si distende il canto
che vive dentro il sogno mio d'amore,
mentre la notte vien portando incanto.
E da lontano, come una tempesta,
scivola l'ombra che accompagna il male,
e mentre fugge amor nella foresta,
rispondo all'onda di marea che sale.
E s'allontana quel che fu il rancore,
solo il ricordo si riavvolge a manto
d'intorno a quanto oramai è dolore
e frange sulle pietre come un pianto
che si diffonde tutt'insieme al vento
nell'unica parola che non vale:
perduto amor, smarrito sentimento
che dal largo risuona e poi m'assale.
Maurizio Donte
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