Poesia morbida, gentile,
fluente, in versi di lapidaria fattura, segmentati in un percorso apodittico e
vòlto alla concretizzazione di un’anima disposta a confessare i suoi frammenti
emotivi. Se la poesia deve essere semplice, spontanea, e diretta effusione di
un cuore; se la poesia deve essere tatuaggio di un sentire cotto a puntino; se
deve essere verbo concretizzante slanci verso cime di difficile ancoraggio; se
deve essere complessità di ricami interiori che dettano inquietudini; se deve
essere tutto questo, le composizioni della Celestino sono poesia. Naturalmente
la semplicità ne è un presupposto valido, ma ne è anche un valido supporto la
parola pensata, inventata, rielaborata, riposata, e disponibile per iuncturae
di metaforici allunghi. Qui tutto scaturisce da un sentire fresco e impulsivo
dove non ha avuto spazio una meditazione lessicale più ampia e spaziosa. Ma il
cuore c’è con tutto il suo calore: il canto, le primavere, le piene d’amore,
carezze sbiadite, voglie d’immenso… tutti palpiti affidati ad un linguismo di
ispirazione immediata. Ad un senso di libertà che si diluisce in armonie
endecasillabe coinvolgenti e arrivanti:
Libertà è una guerra giusta e
dura
che ti coinvolge come primo
attore.
libertà non è che un pasto caldo
da condividere con chi ha solo il cuore.
In lontananze dove sovrano echeggia il muto canto di Morfeo come in un
deserto
Il mio giardino,
ormai si addobba
solo per la festa,
ivi il muto canto di Morfeo
sovrano echeggia,
come in un deserto.
O in
memorie dove è bello riposarsi; dove è bello ritrovare sprazzi di vita che ci videro ridere e gioire; dove il tempo
non aveva mostrato ancora il volto del
suo autunno. Crearsi un’alcova, dove
quelle risate fanno sentire il loro clangore, è umanamente umano; è
un’aspirazione generosa e sensibile; un ambire a volare alto, in un cielo da cui si
può ammirare un’umanità rinnovata, più vicina, come afferma la Poetessa: “Il fatto è che in una società, come la nostra, che non ci permette più di
dialogare, di socializzare, di condividere in sincerità, che ci travolge e ci
offende con l’indifferenza e con la violenza sia fisica che morale, la
scrittura, pian piano, è diventata per me cibo per l’anima di cui non
posso più fare a meno. Scrivere mi emoziona, mi mette in contatto con me
stessa, mi fa sentire viva ed io scrivo perché voglio emozionarmi, voglio
sentirmi viva. Io non so se si tratti di poesia, so, però che è più importante
sentirsi vivi che essere chiamati poeti…”
Ricordo ancor la terra generosa
di rozze
liquirizie e mirto
nero,
ricordo le risate, i
trilli e i giochi belli.
Una poetessa che, oltre ad
affidarsi ad una liricità di estetica intrusione, a sinfonie di memoria
wagneriana, vive anche l’illusione di cambiare il mondo con l’influenza
etico-sociale dei suoi versi, è sicuramente carica di un humus che la rende apprezzabile
I versi miei più nobili
ancora non li ho scritti.
Sono una che sogna di sognare,
un non poeta
che spera ancora
di aggiustare il mondo.
Nazario Pardini
LE MIE
PRIMAVERE
Voglio contare,
tra i fili
d’argento
le mie primavere,
ritrovare tra i
sassi del letto
le piene d’amore.
Voglio cercare,
tra i graffi,
carezze sbiadite,
tra le ferite
tra le pieghe
ingiallite di un foglio
sorrisi e profumo
di fiori,
vagiti, e voglia
d’immenso,
e poi… sognare
la Vita.
LIBERTA’
Stanno fuggendo da un inferno immane
volti anneriti dalla triste
sorte
con dignità mi porgono la
mano,
essi m’invitano, ma non so volare.
Ho consumato tanto inchiostro
invano,
questa non è una storia a
lieto fine
è troppo tardi per tacere ancora.
Racconto il mondo con il pianto in gola
perché mi annovero tra i
viventi ingiusti.
Ho visto cose da non
raccontare,
altre ho sentite da strappare
il cuore.
Se questo è amore, voglio solo
odiare.
Per queste vie,
ognuno è
preso solo dal suo tempo,
ciarla di libertà, qua e là
vagando
senza riflettere sulla vera
essenza.
Siamo poeti per cambiare il mondo.
Siamo pionieri liberi d’amare.
Non ama chi si lava con il sangue
né chi compone con
l’indifferenza.
Libertà è sorella di
uguaglianza,
essa non è una scelta di
colore,
non è nemmeno un canto di
cicala,
libertà è un urlo a muso duro
che ti permette di non esser
vile;
né di sognare di restare a
galla
nuotando sopra il corpo dei
fratelli.
Libertà è una guerra giusta e dura
che ti coinvolge come primo
attore.
libertà non è che un pasto caldo
da condividere con chi ha solo il cuore.
LONTANANZA
Straniere agli occhi
che all’alba
dell’addio
mi lasciarono
fertile,
canne nel vento,
seguono l’alito
di segrete preghiere,
non c’è più madre
con le sue paure,
non ci son figli
per dare consigli,
e la carezza…
è favola sognata,
dolcezza rara
da centellinare
fra natali caotici
e pasque
smemorate.
La lontananza
scolpisce il cuore
come la gragnola.
Il mio giardino,
ormai si addobba
solo per la festa,
ivi il muto canto di Morfeo
sovrano echeggia,
come in un deserto.
RADICI
Radici amate più che la mia
vita
ove ho lucrato indulgenze
d’amore,
ove ogni dì del sole
sentivo il calore sulla pelle,
e il mare azzurro mi
accarezzava il cuore.
Ricordo ancor la terra
generosa
di rozze liquirizie
e mirto nero,
ricordo le risate, i trilli e i giochi belli.
Ora recise,
raminga senza voi vagando vado
cercando in ogni volto amor di
padre,
ma il vecchio se n’è andato
senza salutare
e la mia terra
ormai ha altri lidi e altri
altari.
SONO UN NON POETA
Spero presto mi giunga
Il tempo del poetare.
I versi miei più nobili
ancora non li ho scritti.
Sono una che sogna di sognare,
un non poeta
che spera ancora
di aggiustare il mondo.
Di notte la parola
In testa si arrovella,
rimbalza,
si contorce,
poi s’incastona
come sacra icona.
Di giorno,
la Musa mi tradisce,
se scrivo,
scrivo versi di mestizia:
guerre malserve
di turbato amore,
egemonia dell’io
che spicca il volo
senza gli strumenti,
intolleranza,
invidie e gelosie.
Come potrei di giorno
esprimere poesia?
Oltremodo felice e grata al Prof. Pardini per aver dedicato il suo tempo prezioso alla lettura dei miei versi cogliendone l'essenza. Ciò che maggiormente mi gratifica è l'essere riuscita, con le mie poesie, a toccare le corde del cuore di un poeta generoso e sensibile.
RispondiEliminaSono felice di ritrovare sull'isola una carissima amica, una splendida persona. Sono felice di ritrovare sull'isola un poeta, non mi piace il termine poetessa, e nonostante la poesia sia donna, così ho sempre creduto. Il poeta è asessuato, ha la gentilezza di una donna, la forza di un uomo, il coraggio di entrambi, quando, come sostiene superbamente il prof. Pardini nella sua recensione, ha il coraggio di regalare se stesso nella semplice eleganza delle parole, nella musicalità della spontaneità dei suoi versi. Complimenti Margherita Celestino per regalare la possibilità, a me e a chiunque ti legga, di ritrovare nelle tue poesie, la umiltà e la sensibilità d'animo che contraddistinguono la tua persona. Emanuele Aloisi
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