UN SEGNO PER L’UOMO DI OGGI E
DI DOMANI
Note di Paolo Bassani
Questo è uno dei lavori che più mi sono cari: così ammetteva
Rino Mordacci davanti alla
sua opera dedicata a Don Mario Scarpato. E non è difficile scoprirne la
ragione. Mordacci, come noi, è stato
attratto e conquistato dalla figura di Don Mario; in più ha saputo esprimere questo suo affetto
attraverso il linguaggio elevato dell'arte.
L'immagine custodita nel cuore è germogliata nella luce: si è fatta
forma per ricordare all'uomo un uomo, al
cristiano un cristiano, al tempo una
pagina di questo tempo.
Con
efficacia Mordacci è riuscito a fissare
nell'opera i caratteri più vivi di Don Scarpato: quel velo di severità
che non era alterigia ma segno di un rigore morale, di una fermezza, di una coerenza tra pensiero e vita; quell'intelligenza acuta, aperta alla
sincerità ma sempre disponibile al confronto, al dialogo; quell'umanità che,
nei momenti più difficili, ha guidato Don Mario
come il Samaritano incontro alla sua
gente sofferente.
Ma
Mordacci ci ricorda soprattutto
l'impegno spirituale di Don Scarpato: la stola ne è il simbolo, il sigillo eterno. Chi ha avuto il dono di conoscere il
Parroco di Pagliari, Fossamastra e San Bartolomeo, lo ritroverà nell'opera di
Mordacci; chi non lo conobbe, lo conoscerà nella sua essenza umana, così come
l'artista ha voluto ricordarlo: nella
pienezza della vita, del suo impegno
spirituale e sociale.
All'uomo di oggi e di domani credente
o non credente è lasciato un segno,
non soltanto per commemorare la
scomparsa di un uomo giusto, ma per
tramandarne il grande insegnamento di
civiltà.
Chi
volesse approfondire la conoscenza di Don Scarpato
può
farlo facilmente su Internet
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