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lunedì 9 ottobre 2017

N. PARDINI LEGGE "CRISTINA MIA CUGINA" DI MARCO DEI FERRARI


Marco dei Ferrari,
collaboratore di Lèucade

Apri la finestra! Ammira i panorami, le cuciture dei sogni, l’intrecciarsi di aromi, le illuminazioni di convolvoli, di ginestre, gli ammicchi dei cisti! Poi scorgi Cristina, cugina da sempre, ma nuova alla vista; a una vista che indaga, osserva, raccoglie, e mischia sorrisi, ondeggii, carezze, sguardi, memorie, germogli, lampi di sole, schiume settembrine. Manca l’orchestra: improvvisa si dispone fra immagini paradisiache, fra sensuali tocchi di richiamo; guarda! ascolta! Ogni strumento inizia a suonare; la sinfonia accompagna la scena: il viso di Cristina, la sua brama, il suo amore,
castellana di onde scarmiglio.
Lo senti il fiorire del canto? Li senti i riverberi che sfiorano il cielo? Lo senti l’intreccio di note che rallegra l’aria? il Bello, l’Amore, la vita, il ricordo? Ecco, ci sei! Ora goditi il fluire di un melologo che incanta e che chiama: sorriso, colori, viso, improvviso, Paradiso, cuore, sole, scompiglio, scarmiglio… e musica.
Sì, si rincorrono ardite le rime; si acchiappano e si fondono in un gioco di magiche ebbrezze. E tu vivi del canto la gioia.


CRISTINA MIA CUGINA

Sinfonìa di sorriso
ondeggìo di colori
carezzano il suo viso
dolce sguardo assorto
s'illumina improvviso
sfidando Paradiso...
mirabilia di memorie
ghirlandi germogli
attraggono il suo cuore...
conversa turbine frizzante
lampo di sole e passi
scherza s'appressa scompiglio
schiume settembrine frastorna
castellana di onde scarmiglio
cugina mia Cristina
Rapallo ama e brama.



5 commenti:

  1. Un grazie e un riconoscimento alla strepitosa profonda capacità analitica di Nazario Pardini che non smetto di ammirare.
    Marco dei Ferrari

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  2. C'è in questo componimento un filo conduttore che ci trasporta lontano, dal presente attuale ad un mondo di affetti che dall'infanzia non si è mai interrotto.
    Le rime sono un pretesto per riprendere il gioco, per ricreare un canto d'amore e di memorie.
    Ecco Cristina che poi si fonde in osmosi panica con turbini frizzanti e lampi di sole.
    La cugina diventa moderna Ermione dannunziana,si fonde e confonde con la musica della sua Rapallo, diventa essa stessa paesaggio e melodia.
    Castellana e custode ,ninfa delle bellezze dell'anima, in pochi tratti ci appare come un dipinto vivo e vitale.
    Questa volta Marco Dei Ferrari ha inciso una poesia dipinta,figlio d'arte qual è, poeta e pittore al tempo stesso.

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  3. Altre volte ho espresso ammirazione sincera per il sorprendente fascino del "binomio" testo-commento di Pardini-De Ferrari. Sarei ancora una volta tentata di soffermarmi sulla pagina di Nazario, che legge e interpreta meravigliosamente i versi di Marco, entrambi miei carissimi amici...ma forse non direi niente di nuovo. Invece mi piace aggiungere la mia voce a commento del "cammeo lirico" intitolato "Cristina mia cugina". In questa breve composizione il Poeta ci seduce con una sorprendente variante di stile. Di rado Marco dei Ferrari ci "arriva" con toni gioiosi, anche se è sempre ricco di passione.
    Per questa "Cugina Cristina" oggi rinuncia ai consueti funambolismi lessicali, ai neologismi di propria creazione, dietro cui nasconde talvolta impeto e scatto rivoltoso. Per amore di Cristina trova la delicatezza del verso armonioso con assonanze e rime, poco frequenti nella sua poesia. Ne risulta una lirica lieve come una carezza luminosa come un flash di colore.
    Concordo con Nazario, che così bene ha ricamato la presentazione, quasi come in un accompagnamento musicale, e concludo con le sue stesse parole: Cristina mia cugina è "il bello l'amore la vita il ricordo".
    Un affettuoso plauso a entrambi, il Poeta e il Critico.
    Edda Conte.

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  4. La prima poesia di Marco dei Ferrari che ho commentato è stata NINO del “MADDALENA”, il bagno ormai storico, con il suo mitico guardiano pure “storico”: il Nino, novello Duilio montaliano: cent’occhi e mille passi, remi in spalla, il Nino guardiano-gabbiano dal profilo aquilino infuso di sali marini… “siede, scruta, richiama, conversa, fischia,…la brezza del sole carezza...” In un ritmo gioioso e danzante che evoca l’estate, l’Autore con occhi attenti ed affettuosi ci aveva regalato una giornata al mare, così viva ed autentica da sembrare un film, di quelli indimenticabili in bianco e nero degli anni Cinquanta. Ora, con la cugina Cristina, ci presenta un secondo personaggio della sua strepitosa galleria affettiva. Ancora il mare, metafora di vita- ondeggia, lampeggia, carezza, scarmiglia, illumina….- Musica e danza in sinestesia incrociata, antitesi focalizzate sul viso giovane e carezzevole che si illumina in mirabilia di memorie. Gioia di vivere, gioco di fantasia leggera e vagante che Rapallo seduce.La riconferma creativa del poeta.

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  5. Uno stile ellittico e sincopato per ritrarre un personaggio: Cristina. E tornare così a memorie lontane, a paesaggi amati sia dal poeta che da colei che egli eleva a protagonista della lirica. Sensazioni diverse sono evocate in una trama sinestesica (sinfonia…colori…carezzano) cadenzate dai versi che esaltano la natura del personaggio: figura altera di castellana e al tempo stesso tenera d’infante, scherzosa e capace di sconvolgimenti.
    Un omaggio affettuoso alla cugina e a una terra – Rapallo – che riluce del chiarore emanato dalla donna così amorevolmente ritratta. Gentilezza d’animo di un poeta che sa come creare con le parole magnifici effetti che toccano il cuore.

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