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lunedì 23 ottobre 2017

PAOLO BASSANI: "L'OMAGGIO A PORTO VENERE DI QUINTINO"

L’OMAGGIO A PORTO VENERE
DI QUINTINO
Raccolto da Paolo Bassani


 
Paolo Bassani,
collaboratore di Lèucade

       Ogni artista, in ogni tempo, ha sempre sentito il desiderio di rendere omaggio alla propria terra, spinto da una forza misteriosa ed esaltante, così come ha avvertito il bisogno di esprimere amore a colei che gli fece dono della vita.
Ecco allora chiaro il significato di questo “Omaggio a Porto Venere” voluto e compiuto da Quintino.
Da tempo ero a conoscenza di tale suo intendimento. Me lo aveva confidato lui stesso. Mi ricordo che fui colpito dall’entusiasmo che traspariva dalle sue parole, quando, con brevi pensieri, rievocava le spensierate stagioni della sua infanzia e le immagini suggestive del paesaggio. Nella sua mente quelle visioni si illuminavano animandosi di freschezza, e nel suo cuore tornavano a vivere: il mattino alla calata, i panni stesi a pittoreschi balconi aperti sul mare, le delicate armonie perdute nel ritmico infrangersi dell’onde, la piazzetta della chiesa di San Lorenzo con il suo antico portale, la fugace apparizione delle suore e le donne sedute a ridosso del muro di pietra intente al lavoro con l’uncinetto, l’immagine del nonno che tornava dalla pesca portando grossi pàgari, la dolce sera allietata dalle grida festose dei fratelli e dei compagni di giochi e, infine, lontana la voce della madre che chiamava per la cena.
Immagini che Quintino ha saputo cogliere dal ricordo e fissare per sempre sulla tela, con la grazia della poesia, la sensibilità del cuore e la delicatezza dei colori.
       Per questo “Omaggio a Porto Venere”, ha voluto unire con commovente amore tutto l’impegno e la sua esperienza artistica: dall’olio al pastello, dalle serigrafia alla tempera,  dalla matita grassa alla litografia e all’acquaforte. Lo ha voluto per esprimere più compiutamente l’affetto che lo lega al suo paese: a questo ridente borgo d’antiche pietre scarnite dall’assalto del mare e dal sole di lontane stagioni, ove egli ritrova la serenità passata, ma anche il sapore di una vita che, nonostante tutto, ha conservato alcuni caratteri schietti e tipici nella perenne simbiosi tra passato e presente; caratteri anch’essi ispiratori di questo “Omaggio a Porto Venere”: un suono di campane, l’immagine dell’antico orologio del campanile, una remota volta, una torre merlata, la nicchia e un’effige sacra, strette vie lastricate dove ancora s’alzano festose grida di bimbi; da un socchiuso portone la vista di una vecchia barca e, subito, un gradito odore di pece e di pittura; dal breve spazio di un’apertura, tra l’agave e il geranio, la chiesetta di San Pietro ed oltre l’immensità delle acque fondersi col cielo.
       Attraverso le parole e l’arte di Quintino, oggi anch’io riscopro Porto Venere. Ed ora sento crescere la voglia di tornare. Con nuovi occhi verrò e rinnovato amore.





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