Edda Conte ci propone una storia per questo Santo Natale
che sa tanto di poesia, di spiritualità, di buoni sentimenti, di repêchage di
ambrate stagioni, volte a reificare incontri
e valori troppo spesso dimenticati da una società che produce solitudine
e mancanza di rapporti umani. Sì, viviamo in un mondo frettoloso e
consumistico; in un mondo dove si è perso il senso dell’incontro,
dell’amicizia; tutto è virtuale, tutto è falso, tutto è demandato a congegni
che ci allontanano sempre più gli uni dagli altri. Siamo soli! Riscoprire tradizioni, usi che ci vedevano attivi e
partecipi; magari con il cuore in una letterina del Santo Natale sotto il
piatto del padre; leggere in una tavola
imbandita il simbolo della gioia, del confronto, del rispetto e dell’amore; riscoprire
la forza di quel focolare che brillava negli occhi dei commensali faccia a
faccia a parlare, significa tradurre la solitudine di Nio in una rinascita
umana. Ma sia ben inteso: non è che la Scrittrice pecchi di passatismo; anzi, definirei il suo un messaggio attuale:
un brano dove passato, presente e futuro si embricano con ardore, dando forma
al logos della poesia, dacché qui si tratta proprio di prosa poetica, di poesia
diluita in prosa: un incipit, un focus, e un explicit di grande risoluzione
epigrammatica.
Edda sa come proporci questo groviglio di
sane emozioni; lo fa alla sua maniera: piedi ben piantati a terra e animo in
alto, a volare oltre gli scrimoli di un’arida vita; lo fa affidando tutta se
stessa a una scrittura di ampio respiro, sciolta, esperita, semplicemente
complessa, e ontologicamente carica.
Un racconto caldo, intricante; un racconto
che parla a tutti noi con una voce chiara e suadente; un abbraccio di emozioni
e tenerezza con cui Edda Conte avvolge la nostra anima; è Natale, l’aria sa di
festa, le persone si fanno più disposte a capire, a comprendere; più umane in
un mondo di egoismi solitari; ed Edda impreziosisce la narrazione con un cuore
maturato dal tempo, con un succedersi di eventi-antiporta ad un mondo di
incontri fraterni. Dove il segreto di Nio? Il personaggio-interprete di questo
racconto? Si può girare per monti e per
mari in cerca di noi stessi; in cerca di una serenità che ci è nascosta; in
cerca di un dialogo, di un incontro. Ma tutto sarebbe vano senza la luce di
antichi verbi; senza parole che richiamino affetti. E qui tutto si fa semplice
e naturale se dettato dalla creatività dell’Autrice, la cui sensibilità va
oltre lo scritto, dacché non ci sono parole sufficienti a contenere tanta
esplosione emotiva: è sufficiente ripescare il fanciullino che ognuno ha in sé;
il cuore puro della fanciullezza per capire il valore del rapporto con gli
altri, la serenità dei nostri pensieri: “L'attimo
è tutto un ricordo. L'animo torna bambino. La gioia della Festa, la notte
dell'Attesa...gli affetti...la vita! Poi
tornano le parole del Maestro di Pensiero, del Maestro di Fede... --Vai,
cerca..., hanno detto. E forse ha trovato.
Ormai Nio non sente
più il bisogno di conoscere quanto tempo ha davanti. Ha capito che il senso
della vita non sta nel giorno ultimo, perché lo spirito non muore con l'ultimo
respiro.
Si allontana rasserenato e sorride ad ogni persona che
incontra:
-BUON NATALE! .
-BUON NATALE!....”.
Nazario Pardini
Nazario Pardini
NIO
( e il BUON NATALE)
Nio non è né giovane né vecchio, è uno di quei tanti che non sa più cosa fare di sé.
Non ha impegni, non ha famiglia...i suoi giorni scorrono
così, tutti uguali, vuoti e inutili a sé e agli altri. Se qualcuno gli
suggerisce di impegnare il suo tempo in opere di aiuto al prossimo, in ospedale
o in qualche casa di riposo...o presso un'associazione assistenziale, Nio fa
una faccia strana, sorpresa, imbambolata, come non afferrasse bene il senso di
quello che gli viene detto.
Nio non ha amici e vive come un estraneo a se stesso e al
mondo.
Cosa fa, Nio, nella sua giornata? Legge? Pensa? Passeggia?
Niente di niente. Lui mangia dorme e respira. Tutto qui. Come un niente, un
ectoplasma che si muove tra la gente ignorando ignorato nel mondo dei viventi.
Nessuno si accorge
che l'uomo ogni giorno è sempre più magro, emaciato, davvero quasi un'ombra.
Ovviamente nessuno può sapere che Nio ogni mattina sosta a lungo davanti ad un
grande specchio che lo ritrae per intero...si guarda...si guarda con
un'attenzione nuova, un interesse mai provato. Ha preso coscienza di un
fluire che non ha mai considerato,
assorto volontariamente in un suo eterno presente. Lo specchio si fa suo interlocutore...ma non
ha risposte lo specchio. Nio invece sente urgere dal profondo una grande importante domanda: - fino a quando?...- e il
suo degrado continua... lui lo vede, quasi lo tocca, ogni giorno. E forse per
la prima volta nella vita si chiede cosa fare, se c'è qualcosa che si può fare
....
Le ore della giornata si fanno sempre più lunghe, le ore
della notte sempre più vuote di sonno e di riposo.
Giunge il momento della resa. Nio scende dal suo
pericolante scranno di....vogliamo chiamarla indifferenza? abulia? o
autosufficienza presunta? Insomma va in cerca di aiuto, di risposte.
Chi meglio di un
Maestro di Pensiero potrebbe aiutarlo in quell'angoscioso problema che
lentamente lo distrugge ?
Nio si presenta al
Maestro di Pensiero e con una certa titubanza gli pone la sua domanda...
_Domanda difficile, dice il Maestro, non so risponderti.
Vai da un Maestro di Fede-.
Nio cerca un Maestro di Fede. Ma non ha fortuna. L'uomo gli
dice che è Maestro di Fede della
Domenica, e non può dargli risposta. Cerchi il Vecchio Maestro di Fede che vive
in cima alla montagna...lui possiede il Grande libro della Vita che si illumina
al tocco di chi vuole sapere...Lì certamente
conoscerà tutto di sé..
Nio, che comincia a
sentire stanchezza nelle gambe, è molto incerto. Come farà a risalire la
montagna....
Cercherò di nutrirmi e di riposarmi un po'...forse
riacquisterò le forze, pensa.
Con la speranza nel cuore torna sui suoi passi.
Arrivato a casa accende un bel fuoco nel camino e mette la
griglia sulla fiamma....Il profumo del cibo semplice e saporito lo mette di
buonumore e sorseggiando un buon bicchiere di quello rosso si ricorda dello
specchio, ma subito scaccia il pensiero e decide di rimandare l'incontro.
Quella notte Nio dorme sereno.
Il giorno seguente di buon'ora esce di casa pieno di buone intenzioni.
E' la Vigilia di Natale. I Lungarni sono soleggiati e
festosi...i gabbiani in fila sulle spallette in attesa del cibo che qualcuno
pensa sempre a portare...un via vai di gente affolla il corso, entra nei
negozi, esce carica di pacchetti legati col nastrino...
Sulla Piazza del Comune , proprio al centro, è stato
addobbato un abete altissimo, ricco di verde e di luci multicolori.
- Da quanto tempo
non vedevo un albero di Natale! esclama Nio con se stesso, e si ferma in contemplazione...
Immagini lontane,
certo dimenticate e come non mai vissute, gli sovvengono alla mente, gli
scendono dentro, gli sollecitano pensieri e sentimenti di vago ricordo. La bella favola di Babbo
Natale, i doni, le sorprese... Ad un tratto l'occhio si sofferma su un
cartoncino che si accende e si spegne come per una specie di richiamo.
Nio si sposta di un passo....quella lucina bianca, in mezzo
alle corone di luce colorata, sembra che lo segua, che gli faccia
l'occhiolino....sembra che chiami proprio lui. Lui è esitante, si guarda
intorno, poi allunga la mano verso il cartoncino illuminato, ripiegato su
stesso. Lo apre....è una letterina per Babbo Natale! La grafia infantile è scolorita, quasi
illeggibile...ma la firma è chiara, e scintilla fra le luci rosse e blu..
Nio spalanca gli occhi, trattiene il respiro....la
letterina è firmata con il suo nome!
L'attimo è tutto un ricordo. L'animo torna bambino. La
gioia della Festa, la notte dell'Attesa...gli affetti...la vita! Poi tornano le parole del Maestro di
Pensiero, del Maestro di Fede... --Vai, cerca..., hanno detto. E forse ha
trovato.
Ormai Nio non sente
più il bisogno di conoscere quanto tempo ha davanti. Ha capito che il senso
della vita non sta nel giorno ultimo, perché lo spirito non muore con l'ultimo
respiro.
Si allontana rasserenato e sorride ad ogni persona che
incontra:
-BUON NATALE! .
Edda Conte -
Dicembre 2017
Ringrazio Nazario per la lettura del mio racconto. Il commento è così attento e penetrante che mette in luce anche quello che nel mio scritto lascio in ombra.
RispondiEliminaUnisco alle parole del racconto anche il mio personale Buon Natale a tutti i lettori di Leucade.
Edda
Che originale modo di augurare il Buon Natale questo di Edda Conte! ci narra una storia di sempre e di ognuno: la lotta contro l'indifferenza, la solitudine, la mancanza di calore, alla ricerca di Pensiero e Fede. Uno splendido augurio. grazie.
RispondiEliminaMi risulta che qualche problema impedisce il trasferimento dei commenti qui sopra. Prego pertanto chi ha postato un commento che non compare sul blog di inviarlo alla mia email.
RispondiEliminaGrazie.
Edda Conte
Ricevo da Patrizia -che non riesce a postare il suo commento:
RispondiElimina"Il racconto è dolce come una musica natalizia, ma il suo senso è uno squarciante faro nella notte dell'apatia, e al tempo stesso uno squarcio nel mantello degli alibi inconsci del vivere di corsa...
Fermarsi per dare un senso alla vita senza l'angoscia del domani è semplicemente tornare indietro ai valori più semplici e durevoli. Tornare indietro per andare avanti, riscoprendo il piacere dell'incontro attraverso il calore di un cuore pulsante di emozione, che non potrà mai essere superato neanche dal più sincero cuore da tastiera.
Grazie Edda.
E complimenti anche a Pardini per il suo commento profondo.
Patrizia."
Ringrazio Patrizia Claudia Nadia Maurizio e quanti altri hanno inviato un commento che non hanno potuto postare qui, sul blog "Alla volta di Leucade"
EliminaNon capisco come sia avvenuto questo blocco.
Edda Conte.
Edda nella sua letterina natalizia ci ricordala "ricerca" incessante delle nostre appartenenze i apparenza perdute, ma al contrario rinnovate dalla malinconica presenza-assenza del tempo delle immagini, delle persone nelle cose". Lo "spirito" della speranza invade l'abbandono di una solitudine naturalistica che gli esseri umani sono costretti a rivelare nella quotidianità estatica degli imprevisti esistenziali. In questa novella infatti l'imprevisto è una letterina che schiude orizzonti ineludibili di solidale compresenza indicata dal destino di ciascuno per tutti. E' un memoriale di fiduciosa attesa dell'eternità nel messaggio che ci riserva la raffinata prosa poetica di Edda.
RispondiEliminaMarco dei Ferrari
Una lettura riecheggiata nelle profondità dell'anima, un commento che associa le parole ad un sentire sofferto, dentro un pensiero etico-filosofico che rivela tutte le qualità di scrittore e poeta quale è Marco dei Ferrari.
RispondiEliminaComplimenti e grazie!
Edda Conte.