Il poeta e scrittore Trilussa, pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Salustri (salustri – trilussa),era celebre per i versi in dialetto romanesco e per lo stile dissacrante dei costumi dei borghesi della sua epoca. Si distaccava da altri artisti vernacolari, come Gioacchino Belli per i versi satirici, ma mai volgari. Mi piace, a proposito, citare una lirica di straordinaria bellezza, che ha ben poco di dissacrante:
La tartaruga
Mentre, una notte, se n’annava a spasso, la vecchia Tartaruga fece er passo più lungo de la gamba e cascò giù co’ la casa vortata sottinsù. Un Rospo je strillò: – Scema che sei! Queste so’ scappatelle che costano la pelle… – Lo so: – rispose lei – ma, prima de morì, vedo le stelle.
Accanto allo spirito caustico, Trilussa spiccava per la malinconia crepuscolare e per la semplificazione nel lessico, che si rese accessibile a tutti. Maria Rizzi
Mentre una notte se n'annava a spasso, la vecchia tartaruga fece er passo più lungo de la gamba e cascò giù cò la casa vortata sottoinsù. Un rospo je strillò: "Scema che sei! Queste sò scappatelle che costeno la pelle..." - lo so - rispose lei - ma prima de morì, vedo le stelle.
Il poeta e scrittore Trilussa, pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Salustri (salustri – trilussa),era celebre per i versi in dialetto romanesco e per lo stile dissacrante dei costumi dei borghesi della sua epoca. Si distaccava da altri artisti vernacolari, come Gioacchino Belli per i versi satirici, ma mai volgari. Mi piace, a proposito, citare una lirica di straordinaria bellezza, che ha ben poco di dissacrante:
RispondiEliminaLa tartaruga
Mentre, una notte, se n’annava a spasso,
la vecchia Tartaruga fece er passo
più lungo de la gamba e cascò giù
co’ la casa vortata sottinsù.
Un Rospo je strillò: – Scema che sei!
Queste so’ scappatelle
che costano la pelle… –
Lo so: – rispose lei –
ma, prima de morì, vedo le stelle.
Accanto allo spirito caustico, Trilussa spiccava per la malinconia crepuscolare e per la semplificazione nel lessico, che si rese accessibile a tutti.
Maria Rizzi
Mentre una notte se n'annava a spasso,
la vecchia tartaruga fece er passo più lungo
de la gamba e cascò giù
cò la casa vortata sottoinsù.
Un rospo je strillò: "Scema che sei!
Queste sò scappatelle che costeno la pelle..."
- lo so - rispose lei - ma prima de morì,
vedo le stelle.
Chiedo venia per la ripetizione della poesia.
RispondiEliminaMaria Rizzi
Manca ma quanto sei curiosa...
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