La
poesia si scrive
Non
solo davanti al rifiorire
di
gemme a primavera. Non solo
davanti
a un orizzonte che ti annulla,
o a un
sentimento d’amore o di morte,
si
scrive la poesia. Ma si scrive
davanti
ad una chiesa solitaria,
davanti
a un tempio arduo e maestoso,
davanti
al grido di una donna persa
fra le
grinfie nerastre del dolore.
È da lì
che sgorgano i suoi versi,
è da lì
che scrosciano veloci
a
dirti della storia disumana
di
gente appesa a un credo millenario;
a
dirti della tua precarietà
su
questa terra che non lascia scampo,
a
dirti del dolore di una madre
più
grande della morte. E se per caso
ti
trovi ad abbracciare una compagna
che ti
rende felice, vivi l’attimo,
non ti
chiedere altro; non pensare
alla
miseria umana, al suo degrado,
fingi
che quel momento sia per sempre.
È
l’unico sistema per fregare
lo
scettro imperituro della sorte.
30/03/2018
C'è una grande profondità di pensiero nella freschezza di questi versi pardiniani. La poesia, vuole dirci l'autore - e dunque l'universalità - si raggiunge vuoi nella gioia esplodente, vuoi nel più cupo dolore. In entrambi i casi si produce quella sorta di narcosi sensoriale che apre le porte alla spiritualità. E sta qui, a parer mio - a dispetto di ogni apparenza - il significato più vero del "carpe diem": "vivi l'attimo, / non ti chiedere altro", scrive Pardini. Nella gioia e nel dolore, cogli il meglio che la vita può offrirti e ti dà. Una saggezza straordinaria. Filosofia? Molto di più, se è vero - come dice Platone - che il filosofo è solo un "amante della sapienza". La poesia invece, ingiustamente confinata nei territori della bellezza, è sapienza allo stato puro. E questa poesia ne è la prova vivente.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Indubbiamente la poesia nasce da un’emozione profonda, che il poeta vuole fissare sulla carta, per conoscerla e gestirla meglio, naturalmente anche per comunicarla e condividerla. L’uomo è fatto di emozioni ed il poeta comunicando le proprie, è come se dicesse- Ecco questa è la gioia, questo è il dolore che voglio condividere con gli altri, perché siamo fatti della stessa sostanza. Quindi la poesia è messaggio universale che per venire alla luce ha bisogno di un terreno fertile. Di humus fatto di amore per la vita e per tutto ciò che ci circonda e di cui noi siamo parte. Ringrazio Pardini per questo testo che fa riflettere. Serenella Menichetti.
RispondiEliminaQuanta verità e saggezza in questi versi. Cercare la poesia ad ogni costo non serve, è impossibile, deve nascere dal cuore, da un'emozione che va ben oltre la razionalità, il credersi migliori...gli attimi più preziosi sono quelli da accogliere e raccogliere quando giungono inaspettati o ci fanno tremare. Carpe Diem quindi, ma delle piccole cose, degli attimi...e della Poesia. Grazie prof. Pardini. Un caro saluto, Franca Donà
RispondiEliminaBravo Nazario,
RispondiEliminacomplimenti per questa poesia che si scrive ovunque -e si legge ovunque- che è una sfida alla sorte e alla morte, oltre la caducità dell'umano, perché IL POETA NON MUORE, il poeta non ha l'anima comune della gente "normale": il poeta è l'anima della gioia e del dolore, della precarietà e della fine "su questa terra che non lascia scampo,/.... del dolore di una madre/ più grande della morte". I tuoi versi, come sempre, sono dolci e roventi, ti fanno vivere "l'attimo,/ non ti chiedere altro, non pensare/ alla miseria umana, al suo degrado,/ fingi (ma è anche vero, aggiungo io) che quel momento sia per sempre".
Perché è così che il poeta vive attimi eterni.
Umberto Cerio
Questo testo è un manifesto della poesia che sfida la morte e la sorte attraverso l'amore. Una rielaborazione del Carpe diem sempre attuale,
RispondiElimina"vivi l'attimo,
non ti chiedere altro..."
...fingi che quel momento sia per sempre...
Un guizzo poetico che testimonia la vitalità del fanciullino che vive e si alimenta con crescente vigore nel cuore del nostro professore.
E' sempre illuminante leggere poesie come queste.
Un caro saluto
Le partecipo, professor Nazario, la mia più viva gratitudine per aver pubblicato una Sua poesia sul tempo pasquale con "La poesia si scrive"; ed è di così ampio respiro! Pone al centro la Passione e le passioni umane, e via via, attraverso simboli e iperbolici congegni, versifica e pacifica, a suggello del tutto, il senso stesso dell'ars poetica. Afferra il momento dello spirito e gratifica la sensibile terreneità della poesia del vivere, non oltre "il guado dei rubini", nell'epoca disumana, ineluttabile e imperitura.
RispondiEliminaCordiali saluti, Rita Fulvia Fazio.