lunedì 2 aprile 2018

N. PARDINI: "LA POESIA SI SCRIVE"


La poesia si scrive


Non solo davanti al rifiorire
di gemme a primavera. Non solo
davanti a un orizzonte che ti annulla,
o a un sentimento d’amore o di morte,
si scrive la poesia. Ma si scrive
davanti ad una chiesa solitaria,
davanti a un tempio arduo e maestoso,
davanti al grido di una donna persa
fra le grinfie nerastre del dolore.
È da lì che sgorgano i suoi versi,
è da lì che scrosciano veloci
a dirti della storia disumana
di gente appesa a un credo millenario;
a dirti della tua precarietà
su questa terra che non lascia scampo,
a dirti del dolore di una madre
più grande della morte. E se per caso
ti trovi ad abbracciare una compagna
che ti rende felice, vivi l’attimo,
non ti chiedere altro; non pensare
alla miseria umana, al suo degrado,
fingi che quel momento sia per sempre.
È l’unico sistema per fregare
lo scettro imperituro della sorte.

30/03/2018


6 commenti:

  1. C'è una grande profondità di pensiero nella freschezza di questi versi pardiniani. La poesia, vuole dirci l'autore - e dunque l'universalità - si raggiunge vuoi nella gioia esplodente, vuoi nel più cupo dolore. In entrambi i casi si produce quella sorta di narcosi sensoriale che apre le porte alla spiritualità. E sta qui, a parer mio - a dispetto di ogni apparenza - il significato più vero del "carpe diem": "vivi l'attimo, / non ti chiedere altro", scrive Pardini. Nella gioia e nel dolore, cogli il meglio che la vita può offrirti e ti dà. Una saggezza straordinaria. Filosofia? Molto di più, se è vero - come dice Platone - che il filosofo è solo un "amante della sapienza". La poesia invece, ingiustamente confinata nei territori della bellezza, è sapienza allo stato puro. E questa poesia ne è la prova vivente.
    Franco Campegiani

    RispondiElimina
  2. Indubbiamente la poesia nasce da un’emozione profonda, che il poeta vuole fissare sulla carta, per conoscerla e gestirla meglio, naturalmente anche per comunicarla e condividerla. L’uomo è fatto di emozioni ed il poeta comunicando le proprie, è come se dicesse- Ecco questa è la gioia, questo è il dolore che voglio condividere con gli altri, perché siamo fatti della stessa sostanza. Quindi la poesia è messaggio universale che per venire alla luce ha bisogno di un terreno fertile. Di humus fatto di amore per la vita e per tutto ciò che ci circonda e di cui noi siamo parte. Ringrazio Pardini per questo testo che fa riflettere. Serenella Menichetti.

    RispondiElimina
  3. Quanta verità e saggezza in questi versi. Cercare la poesia ad ogni costo non serve, è impossibile, deve nascere dal cuore, da un'emozione che va ben oltre la razionalità, il credersi migliori...gli attimi più preziosi sono quelli da accogliere e raccogliere quando giungono inaspettati o ci fanno tremare. Carpe Diem quindi, ma delle piccole cose, degli attimi...e della Poesia. Grazie prof. Pardini. Un caro saluto, Franca Donà

    RispondiElimina
  4. Bravo Nazario,
    complimenti per questa poesia che si scrive ovunque -e si legge ovunque- che è una sfida alla sorte e alla morte, oltre la caducità dell'umano, perché IL POETA NON MUORE, il poeta non ha l'anima comune della gente "normale": il poeta è l'anima della gioia e del dolore, della precarietà e della fine "su questa terra che non lascia scampo,/.... del dolore di una madre/ più grande della morte". I tuoi versi, come sempre, sono dolci e roventi, ti fanno vivere "l'attimo,/ non ti chiedere altro, non pensare/ alla miseria umana, al suo degrado,/ fingi (ma è anche vero, aggiungo io) che quel momento sia per sempre".
    Perché è così che il poeta vive attimi eterni.

    Umberto Cerio

    RispondiElimina
  5. Questo testo è un manifesto della poesia che sfida la morte e la sorte attraverso l'amore. Una rielaborazione del Carpe diem sempre attuale,
    "vivi l'attimo,
    non ti chiedere altro..."
    ...fingi che quel momento sia per sempre...

    Un guizzo poetico che testimonia la vitalità del fanciullino che vive e si alimenta con crescente vigore nel cuore del nostro professore.
    E' sempre illuminante leggere poesie come queste.
    Un caro saluto

    RispondiElimina
  6. Le partecipo, professor Nazario, la mia più viva gratitudine per aver pubblicato una Sua poesia sul tempo pasquale con "La poesia si scrive"; ed è di così ampio respiro! Pone al centro la Passione e le passioni umane, e via via, attraverso simboli e iperbolici congegni, versifica e pacifica, a suggello del tutto, il senso stesso dell'ars poetica. Afferra il momento dello spirito e gratifica la sensibile terreneità della poesia del vivere, non oltre "il guado dei rubini", nell'epoca disumana, ineluttabile e imperitura.
    Cordiali saluti, Rita Fulvia Fazio.

    RispondiElimina