M. L.
Daniele Toffanin Massimo Toffanin: La
grande storia in minute lettere. Valentina Editrice. Padova. 2018
Un
libro di ben 224 pagine con una ricchissima bibliografia critica che convalida
il lavoro meticoloso di ricerca storica degli autori: Maria Luisa Daniele
Toffanin e Massimo Toffanin. La grande storia in minute lettere recita il titolo, e il sottotitolo: L’amore di una famiglia nel buio della
guerra: la vicenda di Gino, Internato Militare Italiano, narrata attraverso la
corrispondenza con la moglie Lia. La storia vera, quella degli umili, dei
sofferenti, dei semplici, che con il loro dolore additano l’inutilità della
guerra; i suoi malanni, le sue dolorose vicende. Lettere accorate, vissute,
zeppe d’animo; lettere che ci parlano di amore, di strappi, di lontananza.
Scrive Francesco Jori, nell’incipit della Introduzione, rifacendosi alla
saggezza di Erodoto,: “Non esiste uomo folle al punto da preferire la guerra
alla pace. In pace i figli seppelliscono i padri, in guerra sono i padri a
seppellire i figli...”. Un libro da leggere e rileggere; da memorizzare dacché
questa è la vera storia, quella che ci tocca da vicino; che scende nei
particolari diversa da quella che gli
storici guardano con il binocolo; o che i critici osservano dagli aerei,
lontana, dove il sangue sparisce tra le nubi o nella nebbia delle altitudini.
Questi sono i libri che dovrebbero circolare nelle scuole a rafforzare la
formazione etica delle nuove generazioni.
Nazario Pardini
“La
grande storia in minute lettere”
di
Maria Luisa Daniele e Massimo Toffanin
L’amore al tempo di guerra
Un
epistolario che si legge come un romanzo: romanzo d’amore, romanzo di guerra e
di prigionia, con sullo sfondo vicende che da familiari si inseriscono in un
quadro più generale di tragedia, ma anche di speranza. È quello che vede
protagonisti Gino Daniele e Natalia (Lia) Schiavon, giovani padovani che devono
all’àmbito familiare, per così dire, se la loro storia è diventata libro
appunto. Sono Maria Luisa Daniele (nota poetessa e animatrice culturale) e il
marito Massimo Toffanin gli autori di “La grande storia in minute lettere”
(Valentina Editrice; pagine 223; Euro 14,00), sottotitolo, “L’amore di una
famiglia nel buio della guerra: la vicenda di Gino, Internato Militare
Italiano, narrata attraverso la corrispondenza con la moglie Lia”, con una
partecipe e acuta introduzione di Francesco Jori. Sarebbe una storia familiare
di ordinaria quotidianità, e per quel che riguarda Gino, di ordinaria (se così
la si può chiamare) prigionia, se non fosse per alcuni particolari. Intanto, il
materiale al quale gli autori hanno attinto: 597 lettere dai due protagonisti
scambiate dal 1935 al 1945; la nascita dell’amore, le nozze, la chiamata alle
armi, la guerra, l’internamento nei lager nazisti per lui; le ansie
dell’attesa, le preoccupazioni, le paure, di lei, nel frattempo diventata madre
di Marisa.
SENTIMENTI
Il
tutto testimoniato da una corrispondenza, appunto, eloquentissima: lettere
scritte fra l’altro in una prosa sciolta nella sua semplicità, immediatezza,
colloquialità che coinvolgono il lettore. Ma eloquentissima anche per i
contenuti: l’espressione di sentimenti di un amore puro e pudico, profondo,
vissuto, testimoniato, e di una fede religiosa mai venuta meno, anche nei
momenti più tristi, più bui, quando continuare a sperare poteva sembrare
utopistico. Da questa ampia e articolata corrispondenza, gli autori hanno
saputo cogliere i testi più significativi e hanno saputo compiere una sapiente
opera di cucitura, di incastro, per così dire, inserendo le “minute lettere” di
due persone “normali” nella più ampia storia di una terribile guerra, con quel
seguito di prigionia che vide Gino allineato con altri seicentomila militari
italiani a dire NO ai tedeschi, e quindi alla Rsi, per mantenere fede alla
propria coscienza. In questo contesto, il libro si inserisce anche in quella
ampia e varia letteratura di prigionia che ha avuto non pochi autori (un nome
per tutti: Giovannino Guareschi), e vittime-testimoni pure fra militari
padovani, o a Padova allora residenti, quali il professor Giovanni Contarello,
l’industriale Giancarlo de’ Stefani, il filosofo Enzo Paci… La lettura di
questo libro appare infine emblematica perché testimonianza di sentimenti e
valori che per tanta parte della società d’oggi possono apparire desueti: la
fedeltà a un ideale, l’amore vero, che è negazione di qualsiasi egoismo
individuale per cercare il bene dell’altro, la condivisione della buona e della
cattiva sorte, i legami familiari e sociali di una piccola realtà di uomini e
donne che sanno vivere e condividere. All’insegna di una parola che non si
legge nel libro, ma lo percorre in tutte le sue pagine: purezza. Purezza di
sentimenti in due persone dal profondo sentire e dal retto agire. Gino e Lia:
una coppia certamente bella… esteticamente – ma bella anche “dentro”.
Giovanni
Lugaresi
[Il
Gazzettino, venerdì 16 marzo 2018]
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