Lino D'Amico |
Il sussurro della sera
Vago
tra gli spazi del mio ieri
mentre
il tempo rapido declina
tra
mormorii di parole disperse
nella
recita muta di confusi ricordi
ed
istanti desueti da cancellare.
Ombre
frantumano quei ricordi
tra
variopinti acquerelli sbiaditi,
eco di tenui brusii profughi di sole
lungo
il viale di un crepuscolo,
ostaggio
di ogni giorno nuovo.
Respiro l’attimo che sfalda le stagioni
smarrite
nel vuoto di sogni ingabbiati
e
mi perdo nel sussurro della sera,
cullato
dal suono di una carola
che
mi pervade, e ricama immagini.
Caro Lino, la poesia è bella, ben calibrata, e il finale dischiude l'animo alla speranza. Però, anche in tarda età, un po' più di allegria non guasterebbe.
RispondiEliminaCarla Baroni
Lino caro, leggendoti ho preso atto con stupore e interesse del cambiamento della tua cifra stilistica, che rende la lirica meno iperverbale, meno lunga, più asciutta e di impatto più efficace. La sovrabbondanza della materia, talvolta, rende meno chiaro l'intento del Poeta. In questi versi sei proiettato verso le stagioni passate, ma vivi l'oggi con serena accettazione, oserei dire con sentimento commosso. La sottrazione non rappresenta una volonta di togliere, di sminuire, bensì una crescita di estensione , rimani infatti, copioso, immaginifico, ricco di espressioni originali e dense:
RispondiEliminalungo il viale di un crepuscolo,
ostaggio di ogni giorno nuovo".
Grazie per tanto dono.
Maria Rizzi