Andrea
Biondi: Le campagne hanno bocche.
Fara Editore. Rimini. 2017
Una
terra su cui il poeta lascia orme memori d’amore, di inquietudine, di memoria,
di vita; su cui si fa dolce per la Casa di Montiolo:
(...)
Lunga casa, serpe di fiume,
gli spiriti ti abitano come piccoli nel
nido,
hanno ali d’aria per il fresco della sera
e lamenti lontani come note di ghirlanda
(...)
pensoso
per le Migrazioni:
Vengono a migliaia dalle coste lontane,
vogliono prendere il squadernino,
ci tocca lasciare la minestra
sulla tavola, con le posate a lato
(...)
Le
campagne parlano, hanno bocche, raccolgono un’anima che uscita dal corpo,
svolazza per il piano, fra la gente, fra le cose, fra le bocche del dolore, per
i campi brulli, fra l’orgasmo che ha spaccato le case, fra il terrore che la
terra tremi:
La quiete della campagna mi spaventa.
Scendo ai campi
ho paura che la terra tremi
(...)
Un’anima
ora triste ora attenta osservatrice ora critica per il male degli uomini, per
l’indifferenza dei viventi, ma mai sazia di aurore, di lune, di contrade, di
rami robusti, di poderi, di coloni, di erbe selvatiche, dacché è con essi che
costruisce la sua storia; è con essi, con tutti i corpi disseminati per i campi, che concretizza il pathos del suo esistere; vola
per l’aria, raso terra, tra arance e limoni, ad ascoltare musica barocca, ad
ammirare capezzoli come fragole gustose, a srotolare paesaggi come fogli
cinesi... per poi rincasare e meditare sui problemi del mondo. E lo fa con una
poesia nuova, onesta, di positura epigrammatico-descrittiva, dove gli azzardi sin
estetico-allusivi o la metaforicità del tessuto verbale danno corpo e visività alle
immagini; al personalissimo timbro di scrittura che variando rende chiara idea
delle capacità creative di Andrea Biondi.
Nazario
Pardini
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