Carmelo
Consoli
DA:
LINEA
FERRARA – CODIGORO
Siamo
solo in tre a Quartesana
ad aspettare
il regionale.
Siamo ombre
stagliate nel riarso
della caligine
d’agosto, perse
nel miraggio
dei campi.
Qua non
fermano i treni che saettano
brividi
di vento, urla d’acciaio
e
spariscono veloci all’orizzonte.
Il tempo
langue sull’unico binario
che sbuca
tra i butti delle ortiche.
Cerchiamo
la sagoma lenta del treno
nella vampa
dell’estate, nel silenzio
del
mattino arreso agli oleandri, alle cicale.
Saliamo
su due carrozze di ruggini e graffiti,
deserte
come le piane di mais e girasoli
che
tagliamo nell’inerzia delle ore.
Più che
un treno abbiamo preso
sferraglianti
vagoni dispersi tra peri, meli
e il
rosso delle vigne, più che viaggiatori
attesi
ad una meta siamo anime smarrite
nei
ricami verdi e ocra della terra,
nell’intreccio
sottile dei canali, incantati
dai
mietitori che sollevano polveri d’oro
nel
secco dell’estate.
A passo d’uomo, a misura lenta
di alberi,
cespugli, fossi e radure,
quasi
fosse il viaggio un respirare palmo a palmo
la
fragranza delle campagne ecco Codigoro,
le
prime case gialle e rosse del paese,
la
stazione colore del mattone nell’afa
delle
assenze, gli uomini, le donne scendere
e
dissolversi, ombre leggere nella controra
delle
strade solitarie.
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