Donatella
Zanello: Tutti i colori del mare. Ugo
Mursia Editore. Milano. 2018
Tutti i colori del mare, il
titolo del romanzo di Donatella Zanella, editato per i tipi di Mursia Editrice:
vita, sogni, speranze, memorie, storia, vicissitudini, impatti emotivi, e mare,
tanto mare che è la casa dei poeti, dei naviganti, di coloro che vi vedono
quella libertà da conquistare attraverso perigli di onde furiose dopo
quietudini di bonacce infinite. Navigare, partire con nell’anima la voglia di
tornare: gente di marosi, onde di cielo, vari di barche, spazi oceanici e nelle
mani una fotografia in bianco e nero: “E ci vuole amore per navigare
nell’oceano, stringendo tra le mani una fotografia in bianco e nero, per
coprirla di baci...”; memorie di vita, di sogni e di attese: “amavo quella
finestra: era un luogo di sogni e di attese, era la mia vetta solitaria sul
mondo, piena di musica, di voli di rondini, di scie luminose di aerei, di
stelle della sera...”; serate estive, profumi di gelsomino, stelle nel cielo:
“l’estate era la stagione più bella. Il rumore degli zoccoli di legno sul
selciato, il profumo del gelsomino nell’aria, la luce del sole che avvolgeva il
giardino...”, rievocazioni di intensità lirica; pagine zeppe di incastri
autobiografici, di angosce in case affacciate sul molo: “Vennero sere colme di
angoscia e notti interminabili nella casa affacciata sul molo...”; e navi che
solcano oceani, città galleggianti: “La nave era come una città, con svariate attività
produttive...”. Non è davvero improprio parlare di prosa poetica nella narrazione della Zanello: in certe
descrizioni, in alcuni preludi introduttivi a stati emotivo-psicologici, si
raggiungono punte di una tale intensità evocativa da fare invidia alla più
bella poesia di Montale. E lui del mare se ne intendeva. Sapeva come trasferire
le sue emozioni nei giochi visivi delle
battigie, o nelle profondità inquiete dei tramonti, o nelle minuzie
delle conchiglie o degli ossi di seppia che tanto dicono della vita e della sua
fragilità. E qui la scrittrice gioca in casa; è pienamente a suo agio quando
respira aria salmastra o quando si affaccia
alla finestra sugli scenari profondi delle marine. Sì, questo è il
romanzo dell’autrice fatto di pene, di aspirazioni, di illusioni, di delusioni,
di dolori, di gioie, di viaggi... di tutto ciò che fa della vita una
navigazione intensa fra scogli e burrasche. Vivendo in prima persona la
pluralità dei colori del mare, la significanza simbolica di ogni sua
rifrazione, le scaglie irrequiete dei suoi orizzonti, solamente vivendo il mare
in tutta la sua potenza espressiva, in tutta la sua simbiotica fusione con le
vicende umane, si può avere una visione totale del vivere e del pensare: “Il
mare che cambia ed è sempre uguale, su cui uomini e donne navigano in un lungo
viaggio tra passato e futuro”, questo scrive in un risvolto di copertina la Zanello. E il tutto
in una narrazione snella, scorrevole, fugace, con equilibrio di sequenze
narrative, descrittive, introspettive, spalmate su un tessuto di paratattica
evoluzione. Ho già avuto occasione di scrivere sulla poesia dell’autrice,
mettendone in evidenza gli aspetti peculiari. E qui mi piace riportare un
frammento di una mia prefazione per confermare quanto il mare abbia inciso
sulla sua produzione e quanto il suo spirito marinaro abbia assottigliato le
differenze fra prosa e poesia: “Poesia duttile, gentile, fluente, di eleganti
iuncturae; poesia che con la sua plurivocità si fa corpo di un’anima tutta
volta all’amore, al respiro del mare, ai voli su placide colline tinte di
cielo; ad una natura da proteggere come bene sacro dell’intera umanità; a
scoprire e riflettere sul tempo, l’esistere, e tutto ciò che anima il mondo,
tutto ciò che ci anima e ci fa vivere, con messaggi di sinestetiche allusioni,
di intrusioni simboliche di grande respiro: affetti, emozioni, incontri,
illusioni, delusioni, sottrazioni di urgente resa poetica; di grande valore
umano. La poetessa fa della sua vita un canto e di un canto la vita... Tornano
rievocazioni di giorni di fresche primavere...”. Otto i capitoli dell’opera che
con le loro prodromiche indicazioni già
tanto dicono del dipanarsi delle vicende:
Capitolo I
Io sono colui che partì
giovane e tornò vecchio.
Capitolo II
A New York e Buenos Ayres
Capitolo III
A lungo ci guardammo in silenzio
Capitolo IV
La sposa del navigante
Capitolo V
Passer, deliciae meae puellae
Capitolo VI
Baci cari alla mia Lenìn
Capitolo VII
Un’altra primavera
Capitolo VIII
Il colore del mare
E
concludere riportando la parte iniziale del romanzo forse è il modo migliore per
significare quanto siano vicini i due mondi artistici (poetico e narrativo)
della Zanello: “Il mare era chiaro, pervaso di luce accecante. Dalla finestra
aperta al vento di maestrale che invadeva la baia si vedeva il sole...”, tanta
luce, tanta profondità, tanto amore per un profumo, inconfondibile profumo di
memorie di un’anima su TUTTI I COLORI DEL MARE.
Nazario
Pardini
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