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venerdì 6 luglio 2018

SERENELLA MENICHETTI: "CELINE E LO SPECCHIO"



Serenella Menichetti,
collaboratrice di Lèucade

CELINE E LO SPECCHIO

Celine si cercò nello specchio
appeso  all’albero del bosco.
Rimase per ore a guardare un’immagine
che non le corrispondeva.
Frammenti di buio e luce si rincorrevano
senza posa.
A tratti scorgeva un volto privo di lineamenti
che si nascondeva nella tenebra.
Con le dita
si cercò la bocca.
Cercò gli occhi.
Vuoto assurdo.
Non riusciva a percepire il suo corpo.
Eppure la mente era attiva.
Solo l’angoscia alitava nel vuoto
delle sue membra.
Nello specchio scoprì il suo colore di tenebra.
Vide il suo sguardo di fuoco.
Il suo sorriso beffardo appariva e scompariva.
Eppure non aveva occhi.
Fu allora che arretrò.
Eppure non aveva gambe.
Quanto odiava quello specchio inatteso.
Avrebbe voluto romperlo.
Si avvicinò a lui e pur nell’assenza
degli occhi guardò.
Buio totale finché:
una grande aquila bianca squarciò la tenebra.
Avrebbe voluto toccare il suo manto.
Accarezzare il suo capo.
In un attimo si sentì trasportare in alto.
E sì scoprì due grandi ali bianche.

Serenella Menichetti


2 commenti:

  1. Grazie infinite caro Nazario è veramente appagante la tua gentile accoglienza su questa isola piena di sole.
    Serenella Menichetti

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  2. Amo il poetare di Serenella e l'ho asserito in più occasioni. Ella sa inserire nei versi
    caratteristiche nuove, atte a stupire e a coinvolgere. In quest'occasione non solo non si smentisce, ma sembra attingere dalla leggenda per affrescare la sua Celine, nel bosco, in lotta con lo specchio. Allegoria della vanità, della futilità, che tende a omologare noi uomini distogliendoci dai
    problemi reali? Ho la triste sensazione di vivere in un tempo di troppi specchi e di poca autenticità.
    E ringrazio l'Amica Poetessa, che con pennellate vibranti di genuinità, musica e lirismo puro, narra i danni di Celine, un pò 'strega di Biancaneve, un pò donna di oggi. La chiusa lascia trionfare il volo. Le ali bianche simboleggiano, forse, il desiderio della donna di affrancarsi dalla paura, dalla solitudine, dal gregge. Il coraggio di avere le ali, di vivere in stormo, padrona del cielo, rende Celine libera e vera. Una poesia che mi ha stregata. E chiedo venia a Serenella per la volontà di reinterpretarla. Non dovremmo farlo. Ne sono consapevole. Ma ogni lirica, una volta scritta, diviene di tutti, come affermava Neruda, per cui mi appello a un simile Vate per farmi perdonare. E stringo al cuore l'Autrice, le note e i colori che sa seminare e il nostro Nazario, sempre teso ad accogliere i versi di raso e tanto altro...
    Maria Rizzi

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