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martedì 28 agosto 2018

LINO D'AMICO: "IN MORTE DI UN AMICO"


Lino D'Amico,
collaboratore di Lèucade










In morte di un amico
(dedicata a Giorgio) 

Son venuto a cercare di te memoria,
in quel piccolo cimitero
sulla riviera di Ponente
ove il sonno dei giusti
ricetta le tue stanche ossa.

Là, una genìa ostinata
ha relegato le tue spoglie
a giacer dimenticate
negando loro di riposare,
accanto al corpo di tua madre,
nella pace dell’amata valle,
ove all’orizzonte, netta si staglia
la serra morenica d’Ivrea
ed a valle, di Dora Baltea,
maestoso, lo scivolare delle acque.

Sono venuto, e t’ho trovato,
onesto amico mio cortese,
ma  l’alitar dello scirocco,
mi parve sussurrasse il tuo lamento,
non v’è ritratto a ricordarti,
né fiore appassito a celebrarti,
solo la mia mestizia, grande,
a confortare, per un attimo
la tua solitudine.

4 commenti:

  1. Lino evoca un grande della Letteratura con una lirica dal titolo che è superfluo citare. Si reca a trovare l'amico Giorgio e rende filmica la lirica, descrivendo i luoghi, i passi, i sentimenti. In questa poesia la saudade cede il posto al momento presente, al dolore vivo, pulsante. E lo stile, meno immaginifico, si adegua alla situazione. Non v'è traccia di ermetismo, si respira solo l'atmosfera che circonda il luogo nel quale il caro Amico è sepolto. Si ha la sensazione di accompagnare Lino nel suo triste cammino e, a mio umile avviso, la chiusa ha qualcosa di animistico, in quanto la morte viene definita una forma di solitudine. Versi toccanti, autentici e dolcissimi. Grazie Lino per questo
    lirismo che cede tanto alla sottrazione eppure arricchisce il contenuto. Un abbraccio a te, una preghiera per l'amico Giorgio e un bacio al nostro Condottiero!
    Maria Rizzi

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  2. Maria carissima – Grazie per aver dedicato tempo e pazienza alla lettura di questi miei versi attraverso i quali la tua sensibilità ha recepito il loro intrinseco significato di tristezza ed impotenza percepito per un attimo davanti alla sua lapide e nel quale mi è parso di udirne il lamento.
    Grazie a te, per l’amicizia che mi concedi e la sensibilità interpretativa dei miei versi e ed un particolare grazie a Nazario che, concedendo l’approdo dei miei versi sullo scoglio di Leucade, mi ha dato l’opportunità di rievocare quell’attimo.

    Lino

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  3. La narrazione trascina in una atmosfera trite ma non evanescente. Il compianto investe l'atmosfera e la presenza del poeta che nessuno ricorda con geti concreti riempie l'anima di mesta condivisione. La citazione dei luoghi in cui si svolge la densa storia emotiva rende reale il dolore, ne afferma le ragioni e mi commuove.

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  4. Gent.ma Marisa - Ti ringrazio per il commento che hai riservato a questi miei versi. La sensibilità che ti è propria, ha saputo cogliere, con parole di profondo contenuto espressivo, la fortissima emozione che mi ha pervaso di fronte a quella lapide mentre, con la memoria, scorrevo ogni attimo trascorso con quell’amico dall’animo sensibile, cortese persona pura di cuore e che potevo, in quel momento, solamente ricordare con la mia preghiera.
    Lino

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