Groviglio di dolore e di cemento
dalla coscienza al cielo a ricordare
quello che tutti potevamo fare
prima che il buio avesse il sopravvento.
Forse cercare i capomandamento
di questa società del malaffare
e ribellarsi al torbido e cacciare
chi pensa solamente al suo provento.
Forse impedire l’avanzata a un male
che in cambio di un “appoggio”o di un “favore”
ci spaccia ogni misfatto per normale.
Davanti a quel sacrario di dolore
nessuno è senza colpa, la morale
ognuno deve farla al proprio cuore.
Siamo di fronte a un buon sonetto: essenziale e solido nel messaggio, onesto sotto il profilo morale e concettuale, scevro di cascami e di lezi, sobrio nell'architettura e nel linguaggio, metricamente esatto.
RispondiEliminaE, soprattutto, senza l'aberrazione di una retorica oggi troppo frequente.
Cosa chiedere di più a un autore, considerati i tempi che corrono?
Pasquale Balestriere
Finalmente un bel sonetto che rispetta tutti i canoni della forma. Il tema della denuncia è difficile da trattare ma lei se l'è cavata egregiamente. Spero sia di esempio per tutti coloro che credono che poesia significhi andare a capo ogni tanto e inserire inutili apocopi. Complimenti!
RispondiEliminaCarla Baroni
Paolo è un mio grande Amico, conosco la sua indiscutibile capacità di versificare rendendo nuovo ciò che in troppi considerano vecchio. Non è uomo di retorica, di rime obbligate, di conformismo. Lo ammiro da sempre anche e soprattutto perchè sa denunciare con incandescente, assoluta purezza di intenti. Parla alla propria e alle nostre coscienze. Mai saremo salvi fin quando viene 'spacciato ogni misfatto per normale'...
RispondiEliminaLo ringrazio anche in questa dolorosissima occasione, che ci ha visti testimoni dello'ennesima tragedia frutto della 'società del malaffare'. E m'inchino alla sua Arte che insegna la forma di ribellione concessa all'Uomo e al Poeta
Maria Rizzi
Ecco come il reale, la denuncia, la protesta contro l'ingordigia umana di denaro e ricchezza, oltre che l'indifferenza e l'insipienza generale. possono diventare poesia. Poesia vera. Con tutte le regole. Mi trovo perfettamente concorde con Pasquale Balestriere e Carla Baroni.
RispondiEliminaUmberto Cerio
Pareva bello e forte più di quel di Broccolino
RispondiEliminaPer il magnamagna è stata una bella botta
e non per uno strano scherzo del destino
che è caduto giù come una pera cotta !
Patrizio
Paolo è un vero poeta. Bravura, la sua, indubbiamente, ma al di là della grande abilità tecnica, cattura lo "spirito" della poesia, la poesia della poesia, il mistero di essa, da non confondere con il "contenuto", in quanto "incontenibile". Il resto viene da sé, giacché è la Musa ad appropriarsi delle corde vocali del poeta (raffinatissime in questo caso), e non il contrario. Mi complimento con lui vivamente, come già fatto altre volte in passato.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Ecco come il reale, la denuncia e la protesta contro l'umana ingordigia e la ricerca della ricchezza a tutti i costi, l'aspirazione "all'avere più che all'essere" possono diventare poesia.Poesia vera. Con il rispetto di tutte le regole. Mi trovo perfettamente concorde con Pasquale Balestriere e Carla Baroni. Complimenti a Buzzaccone.
RispondiEliminaUmberto Cerio
Paolo è uno di quei poeti che non cercano la poesia, ma si fanno cercare da essa. E' la Musa ad appropriarsi delle sue corde vocali, raffinatissime, e non queste a catturare quella, come crede di poter fare chi costruisce versi a tavolino, contando aridamente le sillabe. Il flusso metrico è squisitamente musicale, ma è conseguenza, non causa della poesia. Attraverso l'algebra, è la spiritualità che qui fa capolino, piegando il "due più due" alle necessità tutt'altro che algebriche della poesia. Si noti la profondità di una denuncia il cui dito è puntato non verso gli altri, ma verso se stessi: "... la morale / ognuno deve farla al proprio cuore". Autocritica, denuncia interiore che solo di riflesso diviene civile.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Ringrazio di cuore il professor Pardini per la cordiale accoglienza sulle sponde di Leucade. Vorrei ringraziare, inoltre, gli amici che hanno condiviso e commentato (generosamente) questa lirica, precisando che pur non essendo un "fanatico" della metrica trovo che il sonetto suggerisca all'autore la lucidità e l'equilibrio necessari per esprimersi su temi tanto importanti. Lo percepisco dunque come un insegnamento che arriva dal passato, da realtà regolate da ritmi e priorità solo in apparenza lontane dai nostri giorni.
RispondiEliminaUn caro saluto a tutti.
Paolo Buzzacconi