Claudio Fiorentini, collaboratore di Lèucade |
Joan Manoel Serrat è un cantautore
catalano poco conosciuto in Italia che, oltre a scrivere belle canzoni, ci
sorprende con testi di altissima qualità. Si tratta di testi poetici come
pochi. Propongo qui Mediterraneo, del 1971. Questa canzone è stata incisa
anche da Gino Paoli, con, purtroppo, una traduzione mediocre. Provo a riparare offrendovene una più fedele:
Mediterraneo, di Joan Manoel Serrat
Forse perché la mia infanzia
ancora gioca nelle tue spiagge
e perché nascosto tra i canneti
dorme il mio primo amore,
indosso la tua luce e il tuo odore
dovunque io vada,
e ammucchiato sulla tua sabbia
conservo amore, giochi e pene.
Io, che sulla pelle ho il sapore
amaro del pianto eterno
che hanno versato in te cento Popoli
da Algeciras a Istanbul
affinché tu possa dipingere di blu
le sue lunghe notti d’inverno.
A forza di sventure
la tua anima è profonda e scura.
Ai tuoi tramonti rossi
si sono abituati i miei occhi
come la svolta al cammino.
Sono un cantore, un mascalzone,
mi piace il gioco e il vino
ho l’anima di un marinaio.
Che ci posso fare, se io
sono nato nel mediterraneo?
E ti avvicini e ti allontani
dopo aver baciato il mio villaggio,
giocando con la marea
fuggi pensando a non tornare.
Sei come una donna
profumata di brezza
che si anela e che si ama
che si conosce e che si teme.
Se un giorno per mia sventura
dovesse cercarmi la Parca
spingete al mare la mia barca
con un levante autunnale
e lasciate che il temporale
apra le sua ali bianche
e a me, sotterratemi senza dolore
tra la terra e il cielo.
Sul pendio di un monte
più su dell’orizzonte:
voglio avere una bella veduta
Il mio corpo sarà cammino
darò verde ai pini
e giallo alla ginestra.
Vicino al mare, perché
sono nato nel mediterraneo
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