LUIGI GASPARRONI. RITORNI. TERAMO. 2019 |
Il Poeta corre con l’anima e la mente verso orizzonti che tanto sanno di sorrisi colmi d’allegrezza. Cavalca la natura, ogni ambito, ogni latebra della sua valenza per concretizzare gli input emotivi; le visioni tornano vive “vestite di silenzio”. Gli endecasillabi alternati a accessori di effetto contrattivo o estensivo creano un pentagramma di armoniche sonorità. I ricordi ondeggiano come foglie ai rami. Le attese eternamente premono sull’anima antica dell’uomo, mentre i desideri salgono in cielo e diventano nuvole. Sinestesie, iperboli, metafore, e congegni stilistici vari nutriscono lo stilema per renderlo capace di contenere tanto sentire. E’ così che Gasparroni si abbraccia al vento per rubare tutti i profumi della terra e dipanare questa lunga matassa di pensieri; o con la donna del cuore segue la bufera dietro i vetri nei vecchi sogni abbandonati. Le immagini si fanno sempre più visive, zeppe di pathos e di memorie, finché il vecchio cuore si perde felice nell’azzurro. Una versificazione snella, agile, e disponibile a contenere stati d’animo emotivamente polisemici e plurali che dicono di vita, di sogni, di amore, di fughe e ritorni. Rievocazioni di tempi giovanili; di alcove riposanti in cui sereno, il poeta, si rifugia “in questo quieto vivere appartato”:
Remota la tua immagine
su questo verde lunare
dove s’agita il pioppo,
incombe la quercia
e un’acqua celeste inonda
fiumi di erbe,
scava solchi di lacrime
(Dormono nei tuoi occhi).
Nazario
Pardini
Nessun commento:
Posta un commento