Un
percorso di umana consistenza in cui il verso con tutta la sua elasticità
empatico-sonora concretizza gli abbrivi di un animo tutto volto alla scoperta
degli enigmi dell’esistere: il volo, il panismo esistenziale, la memoria,
l’inquietudine, e l’abbraccio alla vita; ad ogni sua presenza ecfrastica e
oggettiva. La poetessa fa suo ogni squarcio di realtà, lo incamera e lo
rielabora dandolo al foglio rivestito dei suoi abbrivi vitali. Ella si libra,
con entusiasmo emotivo, verso ponti, città, che, covando dentro di lei, si portano
dietro momenti di gioia o di ripiego meditativo. Il fatto sta che il suo essere
non si contenta di un circuito umano, troppo umano, dacché, conoscendo i limiti
in cui è circoscritta la sua storia, si abbevera alla luce dell’infinito,
partendo dalle minime occasioni della vita. E da lì ambisce al volo a
quell’oceano che non ha confini e che tanto configura l’aspirazione all’oltre
della nostra precaria esistenza; e lo fa
ricorrendo a sinestetiche intrusioni, a forzature sintattiche, per tenere il
passo di un’anima che trova la sua quietudine nelle ampiezze del creato o nella
visione di una luna che si veste da fata:
Ma il
finocchietto selvatico
profuma
parole: “Le senti?”
È
rossa la terra, plasmata
la
roccia, nei secoli e sempre
la
luna si veste da fata,
e
gioca col mare.
Di
notte, su questi pianori,
si
accoppia col vento.
Il
vento il mare, la terra, la roccia si fanno corpi di un sentire amalgamato coi
panorami. E a Saint Malo l’anima va oltre tingendosi di sole che sanguina sulla
scura roccia
mentre
sanguina sopra:
scura
roccia
l'ultimo
sole
Creatività, forza immaginifica, visibilità
verbale che sprigionano effetti cromatici di odeporici intenti.
Ma il
volo continua su per gli spazi onirici che tanto ci ripagano delle sottrazioni
del quotidiano:
Allora
mi trasformo, sogno ampie ali
che mi
portano in alto...,
fino a
sfiorare la Bellezza impenetrabile e ostile a farsi possedere:
Sapeva,
la Bellezza,
che a
toccarla
ci
saremmo feriti...
Forse
è ammirando il volo delle rondini che l’animo
si sazia del bacio all’azzurro anche se sfrecciano veloci facendosi simbolo della
brevità del tempo:
RONDINI
E mi hanno ombreggiato al semaforo,
improvvise, radenti tra i tetti.
Lo stormo veloce, un velo brevissimo
d'ali ha segnato nel cielo
la traccia, richiamo e memoria
di instabili passaggi
improvvise, radenti tra i tetti.
Lo stormo veloce, un velo brevissimo
d'ali ha segnato nel cielo
la traccia, richiamo e memoria
di instabili passaggi
Nazario
Pardini
DIARIO BRETONE
BREST
Vengo
a te, città
ultimo
ponte: poi è
l'oceano,
cui tendo,
pellegrino
che porta
bagaglio
di strada,
e lo
depone al sommo
di
percorso infinito
* * *
POINTE SAINT MATHIEU
Qui a
un confine d'Europa,
siedo
alla spiaggia rocciosa
di
Saint Mathieu. Il primo
mattino
ha un sole
accennato,
di nuvole lievi.
Vorrei
essere sola, a lungo
guardare
il lontano orizzonte,
ascoltare
i gabbiani,
il
denso sussurro che viene
dal
rudere antico.
E
invece mi trovo a ridurre
al mio
fragile cuore
gli
spazi che troppo oltre
vanno
: li raccolgo tra
le
mani congiunte,
coppa
del tempo
* * *
CAP FREHEL
“Chi è
stato?”
“È il
gioco del vento
sulle
eriche in fiore.”
E ad
esse si mescola
il
giallo ginepro,
stendono
ariose le
mani
del vento
un
tappeto, giù giù
fino
al mare.
“Ma
no, qualcuno
ha
parlato.” “È la gente,
il
turista che passa.”
Ma il
finocchietto selvatico
profuma
parole: “Le senti?”
È
rossa la terra, plasmata
la
roccia, nei secoli e sempre
la
luna si veste da fata,
e
gioca col mare.
Di
notte, su questi pianori,
si
accoppia col vento
* * *
SAINT-MALO
I
Gridano
i gabbiani
a
Saint-Malo,
quando
il dio si ritira
dalla
sabbia
e
molli impronte lascia
in
lontananza
una
sagoma scura
di
viandante.
Gridano
come rutila
una
giostra,
travolgono
lo sguardo
in una
danza
che
pare quasi porti
alla
follia,
mentre
sanguina sopra
scura
roccia
l'ultimo
sole
II
Di
notte- tenebra di vento -
la
sibilante voce
dei
millenni dall'oceano
ci
scuote
III
Non è
mai stanco
lo
strillo dei gabbiani,
si
placa solo quando
già il
tramonto rispecchia
nella
chiazza sulla
spiaggia
magiche le
luci
del lungomare:
luminose
e silenti
rispondono
a laggiù,
dove
si salda l'orizzonte
dell'acqua
al cielo rosso,
oltre
la spiaggia diventata
una
terra che pare
non
mai finire.
Ma la
mattina presto,
quando
ancora è buio
riprende
il grido: lo ascolto
dalla
camera d'albergo,
uno
prima, poi altri,
a
ricordare che il grido è,
non lo
si può dimenticare
HO FATTO
UN VOLO
Ho
fatto un volo, intorno alle parole,
che è
durato una vita.
Adesso
non ho ali, che sappiano
raccogliere
in abbraccio tutto questo
mondo
di pensieri, che mi ruota intorno.
Sono
al fondo di un fiume tra due
sponde,
alte, fronzute, sento
- e
alzo il capo - parole d'altri, di toccati
dal
canto della Musa.
Sono
un sasso prosciugato in un torrente,
che
non ha più la forza dello scorrimento.
Forse
troppo lo volle, forse non ebbe
del
limite il pacato accontentarsi.
Piano
mi consumo. Talvolta ancora un palpito
mi
solleva dal greto, un'onda d'illusione.
Allora
mi trasformo, sogno ampie ali
che mi
portano in alto.
© GdL
OLTRE IL
LIMITE
Sapeva,
la Bellezza,
che a
toccarla
ci
saremmo feriti.
Allora
si nascose
dietro
i rovi e disse:
“Sono
sogno, se
troppo
ti avvicini
sarà
sangue”.
“Reggere
non mi puoi”,
disse
Bellezza, “ nel
tuo
povero mondo.
Guardami
allora,
guardami
soltanto”.
©
Giovanna de Luca
RONDINI
E mi hanno ombreggiato al semaforo,
improvvise, radenti tra i tetti.
Lo stormo veloce, un velo brevissimo
d'ali ha segnato nel cielo
la traccia, richiamo e memoria
di instabili passaggi
improvvise, radenti tra i tetti.
Lo stormo veloce, un velo brevissimo
d'ali ha segnato nel cielo
la traccia, richiamo e memoria
di instabili passaggi
(c) Gdl
Giovanna ama la bellezza, la leggerezza, l’entusiasmo emotivo che coinvolge, anche nell’inquietudine, la poesia “onesta” , quella che piaceva a Saba e che sapeva andare fino nel recondito e nascosto in noi, mostrando di tutto “la verità che giace al fondo”. E in questa silloge ne dà prova.Complimenti carissima Giovanna.
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