Lino D'Amico, collaboratore di Lèucade |
Poesie
linde, oneste, elasticamente aderenti, con la loro euritmica versificazione,
alle scosse emozionali del Poeta. La vita. Sì, la vita, con tutte le sue
manifestazioni, con ogni abbrivo che comporta, si fa interprete principale
della piccola silloge. Iniziare dal memoriale forse significa andare da subito
a fondo nella poetica di D’Amico, dacché è proprio il ricordo, in tutte le sue
sfumature, che si erge a colonna sonora del dettato lirico. E il Poeta sa
che la realtà deve riposare
nell’anticamera dell’inconscio per farsi immagine, per attorniarsi di quelle evocazioni
che servono al substrato del canto.
Vorrei avervi amato di più,
di più ed ancora di più,
ma ora di Voi mi resta
il profumo del ricordo
Ma il
ricordo è un coltello a doppio taglio: da una parte ci riporta a galla volti e gesti
di altre stagioni, dall’altra si fa indice inconfutabile del tempo che passa,
dell’ora che sfugge e di quanto sia labile la
vita di un mortale.
pulviscoli
di fragili armonie,
sussurri
di persone innamorate,
cinguettii
inghiottiti nell’azzurro.
Un
viaggio, una navigata in mari ora in bonaccia ora tempestosi; ma è nel viaggio
che sentiamo forte il desiderio del
ritorno per ritrovare quell’alcova dove far riposare le nostre ansie:
C’è uno Luogo…un Tempo… un Profumo…
che vogliamo di certo ritrovare
per cercare la
ragione di quel Ritorno,
per dare voce
ad una emozione,
per rifugiarci
in un istante di eternità
e coglierne
l’attimo, prima che si dissolva.
È proprio il gioco delle emozioni e delle loro
contrapposizioni (azzardo del volo, voglia del viaggio, desiderio del ritorno) a
fare della poesia del Nostro un crogiolo di abbrivi esistenziali e di
sottrazioni troppo umane che lo rendono universale.
Vorrei
che fossero fremiti di sogni
a
lenire l’inedia della notte,
sussurri
del silenzio a svaporare attimi,
rallentare
il tempo di domani,
disperdendo
ceneri ancora tiepide
di
inconsci mormorii del passato
Ma torna
sempre il tempo a misurarci e ciò che lascia sono solo ceneri ancora tiepide di
inconsci mormorii del passato.
Una
silloge complessa, plurale, polivalente questa di D’Amico i cui versi reificano
tutti quegli interrogativi che rendono inquieto il nostro esistere:
amare,
rimpiangere, ricordare, sognare, partire, tornare, il tutto in architetture
prosodiche d'identità psicologica:
le
aspettative del domani, la notte alla deriva, senza approdo, chimere e graffi senza età.
La notte partorisce sogni,
si smarrisce, tra i guizzi dell’oblio,
va alla deriva su rotte senza approdo,
tra chimere sgualcite dal tempo
e graffi di assenze senza età.
Le iperboli,
le sinestesie, le similitudini, le simbologie arricchiscono la narrazione allungando il tiro oltre il significato, e contribuendo a
rendere compatto e lineare il dettato poetico; è il pensiero della vita, la
filosofia dell’essere e dell’esistere a connettere le pièces e a fare da fil
rouge in questa silloge animata dai sobbalzi emotivi contemplati nel crepuscolo
delle stagioni:
Il crepuscolo delle stagioni
Le
stagioni si rincorrono
poi,
svaniscono, silenziose,
flebile
mormorio
nel
vacuo fiato di un sospiro.
Sciami
di pensieri profughi di voce,
ingialliti
nel cassetto dell’oblio,
sbiadiscono
tra luci e ombre,
eco di
memorie e guizzi di realtà,
effimere
stanze vestite d’inverno
spettinate
nel divenire....
Nazario Pardini
Lo spessore del nulla
Vanno i miei passi sulla
battigia;
poi, ritmico sciabordio
cancella l’orma,
ricordo di giorni svaniti ,
voce non voce del tempo
nel vuoto spessore del nulla,
pensieri in torpori senza eco
lasciati nel vuoto di un
tutto,
briciole d’illusioni
e carezze di lacrime asciutte
che silenziose, dormono
nel giaciglio dell’inconscio.
Speranze
stropicciate
Si dipanano
i ricordi,
bisbigli
che si fanno eco
nell’alitare del tempo
e
cercano palpiti svaniti
nel
borbottio delle stagioni.
Nel
sottobosco dei pensieri,
riccioli
di sospiri
rattoppano
strappi di un altrove
nello
spazio d un crepuscolo
che
inciampa ad ogni passo.
Illusioni
distillano i giorni
nel
profumo dei sogni,
speranze
stropicciate
nel
fruscio di sussurri,
oltre
le incognite del poi.
Chissà
se domani…
La
notte partorisce sogni,
si
smarrisce, tra i guizzi dell’oblio,
va
alla deriva senza approdo,
tra
chimere sgualcite dal tempo
e
graffi di assenze senza età.
L’attimo svanisce, frantuma i giorni
tra
ombre che si allungano,
circuiscono
brume di malinconia,
vagabonde
messaggere
dove
la logica vacilla.
Distratto,
inciampo nei fili d’erba
nell’inconscio
del crepuscolo
che
mi lascia postulante istrione
di
attese pregne di illusioni
nel
garbuglio di un altrove senza poi
Chissà
se domani
Il
crepuscolo delle stagioni
Le
stagioni si rincorrono
poi,
svaniscono, silenziose,
flebile
mormorio
nel
fiato di un sospiro.
Pensieri
profughi di voce,
spettinati
nel cassetto dell’oblio,
sbiadiscono
tra luci e ombre,
nell’eco
di realtà vestite d’inverno.
Refoli
di sogni svaporano,
dipanano
il gomitolo del tempo
in
un tutto che si sfalda
tra
le ombre lunghe della sera.
La
cenere del tempo
Vorrei
che fossero fremiti di sogni
a
lenire l’inedia dei miei silenzi
nella
notte a svaporare il tempo,
e,
domani, rallentare l’attimo,
disperdendo
ceneri ancora tiepide
di
intonsi mormorii del passato.
Vorrei
che pagine del mio diario
raccontassero
di fardelli più leggeri,
aggiungessero
perle alla collana della vita,
per
emozionarmi dei bagliori di un tramonto,
e
percepire, ancora, fragranza di salsedine
nello
sciabordio di un onda a Boccadasse.
Vorrei…
vorrei… ma forse è utopia
ed
io trascino passi sulla riva del tempo,
distratto
a stimolare celate malie,
stringhe
di fantasie senza età,
in
un insieme che è un niente itinerante
tra
emozioni e l’immenso che mi abbraccia.
disperde
nel tempo refoli di oblio
impigliati
tra le pieghe della mente
che
impotente, come anima muta,
cerca
il volto di nuovi spazi
nella
polverosa soffitta dei ricordi.
A volte… il cuore…
accarezza
chiome grigie e rami spogli
nebbia
che addormenta la ragione
là
dove quiete e tempesta si alternano
errando
l’infinito per diradare
brume
di trascorsi momenti tristi
A
volte… il cuore….
ha
paura di parlare col silenzio
per
rintracciare il capo di quel gomitolo
che
dorme sotto il lenzuolo dell’inconscio
e
tiene prigionieri in un lontano altrove
pulviscoli
di fragili armonie,
sussurri
di persone innamorate,
cinguettii
inghiottiti nell’azzurro.
A volte… il cuore…
Il
Ritorno
C’è un luogo
che aspetta un ritorno
alla
ricerca di uno stato di quiete
che
vive nel suono di un’eco,
nella
voce del silenzio,
nello
sguardo di un bambino,
nelle
carezze di chi ci ha amato.
C’è
un tempo per scoprire ciò che sarà,
lasciando
che i pensieri spazzino
là
dove i passi non giungeranno mai,
per
cogliere nel palpito del vento
la
fragranza di aromi svaniti
di
una stagione che fugge inarrestabile.
C’è
un profumo per viaggiare con il pensiero
lungo
sentieri da percorrere
nella
melodia dell’esistenza
per
ritrovare celati ricordi
tra
le emozioni del gioco di colori
nascosti
nella polvere delle sensazioni.
C’è
uno luogo…un tempo… un profumo…
che
vogliamo ritrovare
per
cercare la ragione di quel ritorno,
per
dare voce ad una emozione,
per
rifugiarci in un istante di eternità
e
coglierne l’attimo, prima che si dissolva.
La poesia di Lino d'Amico è un Carpe Diem che porta alla riflessione, al gioco nostalgico di afferrare l'attimo nella dolcezza del ricordo, di farne tesoro e come tale accarezzarlo, imprimerlo nella memoria con la delicatezza delle sfumature, la ricchezza dei profumi e dell'incanto. Una poesia elegante, fatta di versi legati al tempo e al viaggio, tra oblio e la filosofia dell'essere. Franca Donà
RispondiEliminaSplendida recensione del nostro Condottiero alle opere di Lino, che conosco molto bene e apprezzo sempre di più.I suo versi, pur avendo come tematica di fondo le isole del ricordo, cambiano e si arricchiscono di musica e di chiarezza. Egli sta lentamente rinunciando all'eccesso di aggettivazione, alle numerose metafore, in nome di un lirismo trasparente, pulito e sempre più ispirato. Io amo molto le poesie brevi e il suo mutare mi affascina e mi coinvolge. Tra i versi mi ha particolarmente colpito la chiusa de "Il ritorno" :
RispondiEliminaC’è uno luogo…un tempo… un profumo…
che vogliamo ritrovare
per cercare la ragione di quel ritorno,
per dare voce ad una emozione,
per rifugiarci in un istante di eternità
e coglierne l’attimo, prima che si dissolva"
Chiusa che è poesia in se stessa. Complimenti al mio amico. E ... ad astra!
Maria Rizzi
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaNAZARIO PARDINI LEGGE INEDITI DI LINO D’AMICO
PUBBLICATI SU LEUCADE 1 FEB. 2019
RINGRAZIAMENTO PER NAZARIO
Un immenso grazie dal profondo del cuore a te, Nazario carissimo amico, che ancora una volta hai voluto concedere approdo alle mie poesie sull’ambìto scoglio di Leucade.
Mi onoro di far parte di un blog così prestigioso al comando di un irrinunciabile nocchiero e di essere stato generosamente gratificato con benevoli considerazioni.
Grazie per la costante attenzione che mi concedi e per l’amicizia che sempre mi riservi. Un caro abbraccio e un affettuoso saluto con l’augurio che tu possa realizzare tutte le aspettative che desideri.
Lino
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaRINGRAZIAMENTO PER FRANCA DONA’
Carissima Franca
Ti ringrazio per il tuo benevolo commento critico e per il tempo e l’attenzione che mi hai riservato. La sensibilità che ti è propria, ha estrapolato dai miei versi il brusio emotivo del mio sentire nel considerare l’attimo fuggente nell’ambito delle sue sfumature esistenziali. Un affettuoso saluto e l’augurio di un proficuo e sereno anno
Lino
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaCarissima Maria – Ho letto con estremo piacere le parole che mi hai dedicato e l’apprezzamento che hai avuto, in particolare, per la poesia “Il ritorno”. Grazie per la pazienza con cui segui il mio procedere nel comporre versi. Tu sei una eccezionale consigliera
sempre disponibile a positivi suggerimenti, naturalmente espressi dal tuo innato altruismo. Ti sono grato per l’amicizia che mi concedi. Un abbraccio affettuoso a te e al nostro infaticabile condottiero Nazario al quale rivolgo i sensi della mia stima incondizionata.
Lino