Lettura alla Sua poesia
"L'aratro" da "I dintorni della solitudine".
La stagione del disincanto
Rita Fulvia Fazio, collaboratrice di Lèucade |
... Consumati, sì, /
come consumati siamo, ora, noi /
che abbiamo respirato /
i profumi della terra /
allietati dalle melodie degli uccelli /
a primavera, /
abbracciando la solitudine dei colori /
e orizzonti a dismisura./
Riposava l'anima /
in quell'immensità, /
nel vigore di gioventù. /
Lo sguardo posava, rapito, nel presente; /
né passato, né futuro /
logorava la semina: /
l'attimo sorrideva di sé, /
in verità./
In verità noi siamo l'attimo, l'istante,
/
il solco all'attrito /
che ci affratella col sole, /
anche, nella nuova stagione/
Lo senti ...
È il due di marzo /
e da qualche giorno i merli cantano /
e i fringuelli ci accompagnano /
alle loro serenate; /
e c'è il sole
dietro le nuvole:
"la mano calda" /
del Dio creatore, /
luce d'amore.
Rita Fulvia Fazio
La ringrazio, Nazario, di aver colto lo spirito di questa mia poesia. Il Suo versificare rispolvera il mio percorso attraversato in filosofia, psicologia, letteratura, mi riporta ad altri poeti, uno fra i tanti, amato in gioventù, Charles Baudelaire e all'attrattiva che mi richiamano alcune sue parole " Uomo libero (...) il mare è il tuo specchio, contempli la tua anima nello svolgersi infinito della sua onda..." per me abituata alla visione del mare. Ma la Sua campagna, professore, sì è traslata nel mio spirito, empaticamente, dando vita a "La stagione del disincanto".
RispondiEliminaÈ così: qualsiasi input conduce a ricercare la sintonia che compone la luce della nostra anima. Grata, un caro saluto. Rita Fulvia Fazio