DAL TESTO
Alma poesia – Verso la
luce
Premessa
Quest’antologia
è il frutto, forse anche un po’ tardivo, di un’amicizia tra quattro persone
che sono da sempre al servizio della poesia e che, grazie ad
essa -nel loro caso frequentando concorsi letterari-, si sono incontrate, conosciute e stimate. Hanno dialogato
attraverso i normali canali di
comunicazione. E così, dalla stima,
gradualmente questi quattro poeti sono approdati a un sentimento d’amicizia
affettuoso, fraterno, che li ha indotti a raccogliersi, uno accanto
all’altro, nello spazio delimitato da
questo volumetto, quasi a percepire vicendevolmente il soffio o, come una volta
si diceva, l’afflato poetico che li anima, a parlare con se stessi e con gli altri nel linguaggio ad essi più
congeniale, quello della poesia. Hanno, più o meno, realizzato ciò che Dante
auspicava per sé e per i suoi amici
Guido Cavalcanti e Lapo Gianni nel sonetto Guido,
i’ vorrei, quando esclamava: “Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io /
fossimo presi per incantamento / e messi in un vasel ch’ad ogni vento / per
mare andasse a voler vostro e mio // ...”. Sì, il loro vascello, la navicella che li accoglie e li tiene uniti
è questo libro: proprio questo che tu, lettore, stringi tra le mani e che è innanzitutto un libro di poesia. Contiene
quaranta liriche, dieci per ogni autore,
e ognuna di esse ha incontrato il favore della critica e almeno di una
giuria che l’ha premiata con il massimo riconoscimento in questo o quel
concorso letterario.
Sono,
queste quattro voci, affini, ma non uguali; certamente complementari, e fuse
nell’armonico concento della poesia.
Gli
Autori
Pasquale
Balestriere
QUANDO PASSAGGI DI COMETE
Quando passaggi di comete
odori
schioderanno e ricordi
da chiostri remoti,
quando pazienti riflussi di
luna
disveleranno la marcia del
tempo,
lezioso ammiccante vegliardo,
quando avrai letto
nel gran libro la parola
impronunciabile, sappi del
mucchio
di cenere, del cerchio che si
chiude,
dell’assurdo ritorno
a consuete dolcezze.
E frena il cuore - piccolo
gobbo plagiato
da infantili cantilene,
lussureggiante creatore di
favole
disilluse -. Ormai è tempo
di sotterrare il seme
per noi senza primavera;
perché potremmo
acuti canini snudare
e trascinarci pendenti alle
spalle
mandrie di stelle a illuminare
tartari
infecondi per il nostro
estremo cammino
di puntigliosi taciti beduini.
(…)
Carla Baroni
UOMINI
Fragili andiamo dentro il buio
spazio
alla ricerca di qual luce un
giorno
abbia per prima illuminato il
cosmo
o di qual suono
abbia violato le nascenti
stelle.
È questo immenso intorno che
ci opprime
coi suoi misteri ancora non
svelati.
Parabole di sogni ora si
scontrano
con la perfetta sincronia dei
cieli.
Eppure siamo noi piccoli
esseri
quasi assemblati con gli
stessi atomi
che ruotano nel corpo dei
pianeti,
la stessa argilla che ci
ottunde il passo
lo stesso tempo che dà inizio
e fine.
Ma c'è una cosa che ci fa
diversi:
l'anima, il cuore, il
raziocinio o come
voglia chiamarsi quello che
sta in noi
e che ci fa capire il Bene e
il Male,
ci dà l'ansia, il perdono e la
follia
d'amare o di pianger di
dolore,
minimo cosmo senz'astri a
luccicare
ma misterioso più
dell'Universo.
(…)
Nazario
Pardini
LO STRADONE DI SCUOLA
Sono i solchi carrabili
sbilenchi
che incidono il tuo corso
anche se pieni
delle spoglie giallastre del
settembre.
Lo stradone di scuola. Eppure
perdi
le verdi scaglie come un serpe
obliquo
in cuore alla campagna e mi
dilati
i cigli luccicanti di rugiada
per rivestirmi il seno del
fruscio
della carta di un libro.
Mormorava,
con la voce un po' rauca dei
suoi righi,
parole che levavano lo sguardo
sul volto del maestro. Sempre
primo
colla bici coperta di
fanghiglia
e i gancetti alle balze, mi
rapiva
da quello scantinato padronale
che gocciolava sogni sopra il
banco.
Giungevo infreddolito, ma la
porta
chiudeva fuori sguardi sulle
zolle
verdeggianti di aprili anche a
dicembre.
Che lanciavamo sassi ti ricordi?
Erano così veloci che anche i
falchi
restavano di stucco nel
sentirli
sibilare nell’aria. Si
sperdevano
e ancora non li ho visti
ricadere.
Senz’altro hanno percorso un
bel tragitto
se dura più del tempo di una vita.
Bella gara. Presa proprio di
petto.
Depredavamo i pioppi di
forcelle
per fionde che affondavano
radici
nel terriccio dell’anima. Mi
provo,
quando nessuno vede, ad
impugnare
un cimelio di fionda. Da un
tuo ciglio
miro dritto alle cime e
scaglio il sasso,
ma guardo attorno e quasi mi
vergogno
per come vola basso e poi
ricade.
E pensare, ricordi?, che
riuscivo
a silurare il cielo colle
pietre
convinto
di bucare anche le nubi.
(…)
UmbertoVicaretti
Uccello
migratore
La notte distilla silenzi e attese,
a guado inquiete tornano memorie.
Sul quadrante dell’orologio a muro
lente salpano le ore verso l’alba,
naufraghe al sogno di cobalto e luce.
Qui, tra pareti assorte e stupefatte,
come il ragno immemore e tenace
anch’io fallaci reti tendo ai sogni
e aspetto.
Disdicono
le farfalle
gli abbracci che promisero ai rosai,
e inesorabilmente il tempo sfalda
certezze e accordi, calici corrompe:
il giorno sarà sangue e
lunghi artigli,
luce decomposta,
disarmonia
che lacera presepi e
redenzioni!
Ahi! fiumi, messaggeri
della Terra,
dov’è ora l’Eden, e
perché scolora
l’azzurro delle vostre
vene in minio?
Bruciano le città del
mondo e alti
crepitano fuochi e
ampolle d’odio.
Già s’invera il presagio della notte
ed io ritrovo intatta la mia pena,
uccello migratore perso al vento,
straniero ai cieli ed alle rotte amiche.
Invano cerco approdi oltre le nebbie
e ignoti e incerti
séguito orizzonti.
Confusamente stretto
alla mia resa,
smarriti viaggiatori
insieme andiamo.
E non sappiamo,
non sappiamo dove.
(…)
"Poesia intensamente pensosa, sospesa tra il qui e l’oltre, quella dei quattro poeti... (Loro) sanno che perdersi non è smarrirsi, ma è solo fermarsi sulle rive per riprendere fiato... Stanchezza ed entusiasmo per il perenne viaggiare, per l’intelligente e arcano disegno della conoscenza infinita". Lo stralcio, ripreso dalla quarta di copertina del libro, mostra di quanto umanesimo grondi questa poesia. Ciò può apparire anacronistico in un mondo dove l'uomo sta uscendo, o è già uscito, di scena. In realtà, proprio questa dolente e insopprimibile humanitas ne mostra la totale appartenenza al mondo attuale. Tradizione viva e non antiquaria. Tradizione che si rinnova, rinascendo dal rogo nichilistico in cui sta bruciando o è già stata bruciata.
RispondiEliminaFranco Campegiani
E qui con questa antologia dal titolo emblematico si apre un orizzonte su un mare di poesia. E li vi sono quattro isole disposte a corona come una collana di perle. Un arcipelago unito da un filo fatto di intrecci tra umanità e poesia. Una corona che riverbera bagliori di luce accompagnata dal suono delle onde, in questo caso di onde emozionali che giungono alla riva del nostro sentire. Sono d'accordo con l'amico Franco Campegiani che nel suo commento indica l'abbondanza di umanesimo che gronda da questa antologia. Un umanesimo vivo e contagioso, secondo il mio parere, che dimostra ancora la sua elevata valenza in questo luogo di poesia, dove Pardini lo alimenta con infaticabile speranza, diffondendo con la pubblicazione molteplici opere di grande afflato poetico.
RispondiEliminaIn questa antologia convergono quattro voci poetiche tra le più ispirate di questo blog. Voci che modulano le corde dell'animo in modo peculiare secondo un'interpretazione intima della vita e dei suoi dintorni. Versi che si trovano in armonia e contribuiscono simpateticamente al suono di questa antologia, come parti di un orchestra in una sinfonia.
E qui il risultato é magnifico.
Un caro saluto ai voi quattro.
Ricevo e pubblico:
RispondiEliminaAl di là del fatto che questa nostro modo di poetare possa incontrare il favore del pubblico oppure no, la piccola antologia che viene presentata in questo particolare momento vuole essere anche l'augurio di una serena Pasqua per tutti coloro che ci leggono su questo blog.
Carla Baroni
A nome mio e degli altri tre poeti di quest'antologia, esprimo il più sentito e affettuoso ringraziamento a Franco e Francesco, che con le loro osservazioni puntuali e intelligenti non solo gratificano noi autori, ma gettano un fascio di luce esegetica su questi versi.
RispondiEliminaGrazie, amici.
Pasquale Balestriere