A MARIO LUZI
Con lo screziato tuo canto
d’Aprile
s’esaurisce il dolore dei
poeti
dietro ali che sfilacciano
nubi .
Chi ha cuore raccolga il
testimone
il veleno con estasi n’assorba
goccia per goccia senza mai
morirne.
Nevosi i monti si aprono a
magie
per il lavoro duro di campagna
tenacia d’acqua che non puoi
ferire
senza l’avverso fato che
l’inganni .
Cucito hanno i tuoi versi
mille strappi
dello spirito cruente ferite
in quel remare verso la
speranza
con fiero piglio contro le
correnti.
Aperta gabbia a sciami di
pensieri
profondi come il vento
siderale
l’anima persa dietro ogni
tramonto
inerte soffre scampoli di vita.
Mario de Rosa
Dolorosamente grande poesia,del nostro capitano Mario De Rosa!
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