Juste
pour rire Ironia e comicità
“È dall’ironia che comincia la libertà”. (Victor Hugo).
Alessandro Pagani. 500 Chicche di riso 96, Rue de-La-Fontaine , Rue
de-La-Fontaine Edizioni di Zuccalà Morena Via Liguria, 25 - 58022 Follonica
(GR) Immagine di copertina e
illustrazioni di Massimiliano Zatini ISBN: 978-88-9399-006-6
Mi
piace iniziare questo mio scritto partendo da un lacerto della Prefazione di
Cristiano Militello: “In “Chicche di riso” il Pagani, si mette nel solco dei
Bartezzaghi e dei Campanile, passando per Woody Allen (la numero 499 avrebbe
potuto scriverla tranquillamente lui). Il nostro ci regala o, meglio, ci fa
pagare il giusto, una valanga di freddure con predilezione per il calembour,
anzi, ad esser precisi, per i metaplasmi, le metatassi e i metasememi. Non vi
spaventate: nel mesozoico (1994) mi sono laureato con una tesi dal titolo
“Aspetti comunicativi e pragmatici del cabaret come tecnica di satira” e nel
capitolo 5 misi in fila, appunto, tutte le tipologie di battuta esistenti. Da
allora le ho sempre genericamente chiamate “battute”, diamine, ma vedi che alla
fine arriva un momento nella vita in cui il pezzo di carta serve davvero?”. Un
vero trattatello sulla storia e il significato della “battuta”. In che modo, con
quali tempi, e con quali contraccolpi si possono creare i ritmi della freddura,
“battuta”, barzelletta: ironia, sarcasmo, osservazione, rielaborazione,
intelligenza fattiva: in parole povere saper vedere oltre la realtà, o meglio,
adattare la stessa realtà ad un modo di intendere strettamente personale,
suscitando sorriso e ironia sui vizi, le mancate virtù; la double face di un
avvenimento, di un atteggiamento, di un pensiero riguardanti positure del
genere umano. Quello che fa Alessandro Pagani con una penna scaltra e
indagatrice, adusa, senz’altro, a penetrare nei fondali del vivere con arguzia
e capacità rivelatrici. Tante le battute, cinquecento da quello che l’Autore
rivela fin dal titolo, e tutte sagge, e disposte a raggiungere il segno con
efficacia. Non è semplice indagare o osservare la realtà per rovesciarla ed incanalarla
verso il tema della comicità. Come è inutile prendere una ad una le battute per
commentarle, troppo lungo sarebbe il discorso; quello che possiamo dedurne è
che l’Autore si dimostra uno psicologo di grande valenza; un conoscitore delle
cose umane; dacché attraverso mosse, atteggiamenti, e quant’altro
raggiunge finalità cariche di energia
speculativa. A voi la visione delle immagini che accompagnano con icastica
inventiva pennellate di rara fattura creativa.
Nazario Pardini
Nazario Pardini
Dal
testo
«Figlio
mio guarda... una prostituta giapponese accanto ai templi» «Pagode?» «No, lo fa
per lavoro.»
«Conosci
il tipo del piano di sotto che si fa sottomettere per procurarsi piacere?» «No,
ma-so-chi-sta sopra.»
«Che
lavoro fai?» «Sbarco il lunario.» «Cioè?» «Consegno calendari sulle isole.»
«Dottore,
mia moglie mi tradisce.» «E perché viene da me?» «Perché mi tradisce con lei.>>
Molte grazie Nazario per quest'analisi attenta e per niente banale!
RispondiEliminaPillole di allegria quelle di Alessandro Pagani aforismi che hanno carattere di specchio delle situazioni che ci ritroviamo a vivere nella realtà. Nazario ha introdotto il testo dell'autore con la consueta, magistrale capacità di lettura, per cui reswta il piacere di essere introdotti in un libro diverso da tutti gli altri, che gioca sul registro della risata, che simula in modo artistico il mondo della cosiddetta 'freddura' e coinvolge proprio in virtù di tanta originalità. Non è facile oggi incontrare testi che esulino dagli schemi convenzionali. Io sono rimasta colpita dal titolo, dall'esegesi del nostro Condottiero e dagli aforismi riportati. Rivolgo i più sentiti auguri ad Alessandro Pagani e abbraccio il nostro Nazario.
RispondiEliminaMaria Rizzi