Edda Pellegrini Conte, collaboratrice di Lèucade |
A
RITROSO: Una vestina rossa.
Tardo pomeriggio. Vagabondaggio sentimentale.
Eccolo,
l'ambiente dove lei ha tirato il primo respiro.
Qui
ha fatto i primi passi, i primi giochi sulla strada, i primi incontri ...le
prime amicizie...
Qui sono nati i primi sogni senza risveglio.
...eppure ....nessun sobbalzo al cuore.
Assenza di emozione. Forse perché la vita la conosce tutta, la racconta
come un tracciato d'altri. I fatti dei
giorni lontani entrati nel mondo della memoria, diventati parole....e alle parole
lei riesce a dare la sfumatura che più le piace, o quella che sortisce maggiore
effetto. Proprio come in una novella, in
un racconto immaginato.
Un
tempo , raccontando ai più piccini, si iniziava così: C'era una volta...
Sì. C'era una vestina rossa, con dei volant, corta, sulle
gambe abbrunite dal sole, magroline...
E' lei!
- Dov'è la tua casa?
le chiedo.
Su...su.. , dice
dondolando il manico della ciotola, come
fosse un secchiello.
-vado a prendere il latte....ooh...eccoli....corriamo....ci
vogliono beccare...
_beccare?!
Lei ride. Qui dicono
"beccare"....dare di becco.
-I tacchini....hanno visto il mio vestito rosso....
-ma...la tua casa...è lassù? , ripeto.
- ....... vado alla Fattoria.....a comprare il latte.
Non ha risposto alla mia domanda. Continua a dondolare la
ciotola.
La seguo. Corre davvero, quando si trova a passare davanti
all'aia.....ma non c'è nessun tacchino che la insegue. Più avanti si ferma, con
aria decisa, battagliera. E' uscita
sulla strada una bambina, come lei. Ha
in bocca un fischietto, forse una piccola armonica.
- Dammela. E' mia.
Meraviglia! Afferra l'altra per un braccio, si avvita in una mossa veloce....la vestina
rossa fa corolla con i volant intorno alle gambe magroline. Tutta magrolina, lei. L'altra rotondetta.
Lottano. Il fischietto conteso finisce nel tombino....
_Abito là...., mi sembra che dica.. , ma ora non più....
- Perché ora non più?...chiedo, ma mi accorgo che ha ragione. Il flash-back si è spento.
E'
quasi sera. Qualche rondine garrisce nel cielo intorno al campanile della
Chiesa.
La
Chiesa! Forse per la prima volta noto l'architettura. Romanico pisano...Stile
nostro!
Qualcosa
mi spinge verso la porticina laterale. E' aperta, entro. Odore di chiuso, senso
di estraneità. Navata zeppa di panche disassortite. Vuote. Non vedo l'isola delle Suore, quella del
Catechismo.... La prima fila riservata alle comunicande. L'altare non ha senso di maestosità, è una
mensa. Una mensa spenta! .
Tempi
che cambiano. Memorie che il Tempo non riconosce. Mancano gli echi.
Torno
fuori, insieme con i voli delle rondini...
Ora lei prende a raccontare
del paese: - Quello è il Parco della Rimembranza...ci sono tante statue candide.... i sassolini bianchi..
-vedo ...ci sono
molti alberi..
Tutto in degrado, perfino i ricordi, penso con amarezza.
-Qui è facile cadere e farsi male, dice. Corre.
E' quasi buio. I sandaletti fanno rumore sulla ghiaia del piazzale. Lei indossa un pagliaccetto fiorito che
lascia scoperta la coscia tonica, adusa alla corsa. Scivola sulla ghiaia. Un ginocchio sanguina.
-Aspetta, dico,
fammi vedere...
Corre via, senza pianti, senza lamenti.
-Non mi sono fatta nullaaa..., canta, e corre via. Perché è
quasi buio.
-Vai a casa? , riprendo, illudendomi di trattenere la
visione.
Ovviamente non
risponde. E' entrata nella botteghina
degli Alimentari. E' piccolina, davanti
al bancone. Compra le olive verdi ,
quelle dolci, nel vaso di vetro panciuto dove nuotano grandi, enormi,
invitanti...gustose....
La guardo da fuori, non so cosa dice, ride....si allunga
per prendere una scaglia di parmigiano che è rimasta sul piano di legno. Se la
mette in bocca....
-Vieni qui, bellina..
.La voce è grossolana. Lei, nel solito pagliaccetto a fiori, corre
via....corre verso casa.
Si sono accese le luci
sulla piazzetta detta "Del Pittore".
In giro non c'è nessuno, è l'ora di cena. Il profumo della zuppa di verdura si spande per le vie. Un acciottolare di
stoviglie copre le voci pacate, un poco stanche...
E' bella la sera di paese. ....".....sulla piazzola in
frotta...fanno un lieto rumore..."
Mi siedo sul muretto del Ponticello. Ascolto le voci dei
giochi al lume del lampione, e il chiacchiericcio fitto delle donne sedute al
fresco, davanti alla porta di casa.
-O che bel castello ...trallallero trallalà.... Eccola, è lei, nel mezzo
del cerchio, animatrice inconsapevole.
- Basta, giocare, ora!, comanda. -Andiamo a bere il citrato alla fonte.
Vanno su per la stradina erbosa, a tratti sassosa. Lei
avanti con il suo bicchiere in mano....
Corse, risate , scorrere dell'acqua ....scorrere...scorrere ... gridolini...
Divertimento degli anni , sano, innocuo!
Ma proprio qui la scopro in una delle sue
"cattiverie".
- Non avere paura, dai, non è niente....quando arriviamo
là....vedi quella buca....là ti faccio entrare , poi ti torno a prendere
stasera...
-Noo! non mi ci buttare...... Ho paura....., piange la voce
della più piccola.
-ma tanto torno a prenderti...ecco, ci siamo quasi..., e
sghignazza dispettosa.
Si diverte davanti
alla paura della cuginetta.
La chiamo. Non condivido la inutile cattiveria.
- Dov'è la casa del nonno?
, chiedo per distrarla. Questa volta ho più fortuna. Si volta con gli occhi lucenti.
-Vieni, mi dice -é
ancora qui. Ma ormai non c'è più
nessuno. La porta è chiusa, l'orto è pieno di erbacce. La corte è sempre
deserta....tutti sono andati a vivere in città...
A questo punto mi accorgo che non indossa più il
pagliaccetto , né la vestina rossa a volant...
-Estranei......Conclude.
-Estranei. Proprio come te!.
Edda Conte - Maggio 2019
Una pagina di leggerezza che zampilla alla mente quasi ad alleggerire la pesantezza dell'essere...
RispondiEliminaRingrazio Nazario per averla ospitata su Leucade.
Edda Conte
Vagabondaggio sentimentale: una pagina solo apparentemente leggera, nostalgica.
RispondiEliminaEdda insegue i ricordi con precisione, ma senza coinvolgimenti emotivi, come se non appartenessero a lei, autrice consapevole che intende raccontare l’oniricità attraverso l’ oggettivazione fotografica come se si avventurasse su un tracciato predisposto da altri, turisti curiosi ma non partecipi, scegliendo con cura le parole, senza sobbalzi emotivi.
Sono rapidi i flash-back: sul vestitino rosso attrazione dei tacchini, sui litigi innocui per un fischietto, una chiesa in stile pisano vuota, estranea, che non suscita più emozioni, …il parco delle Rimembranze abbandonato, in degrado, la botteghina degli alimentari con le sue olive succose…, la piazzetta del pittore, il muretto del Ponticello, le cattiverie infantili, la casa del nonno…
Un passato immobile e ormai lontano visto con occhi fermi, con una punta di inquieta amarezza, occhi che per un momento si sforzano di inseguire il tempo curvo…. Emozioni che cambiano di segno, che si riconoscono a fatica, senza echi : in degrado, come i ricordi...
Edda Conte nella sua "vestina rossa" rievoca una visione di profondi ricami sensibili, fabulando tempi lontani nella vita di un paese che purtroppo non esiste più... E' l'incarnazione ormai virtuale di piccoli episodi e dettagli per un'adolescenza di innocenti memorie vissute. Il vissuto di una poetessa che corre dalla Fattoria al Parco della rimembranza (... i sassolini bianchi) e soffre amaramente il degrado progressivo di ogni evento e di ogni momento.
RispondiEliminaScivola poi sul piazzale del paese per rincorrersi ancora dalla Botteghina degli Alimentari al muretto del Ponticello, luogo di ascolto, rumore e chiacchiere sino a condursi alla casa del nonno ahimè vuota e deserta...
E' una memoria narrativamente riveduta, ora "estranea" nel rammarico della poetessa Edda che ride... scorre... scopre... piange... cresce...
Concordo pienamente con Maria Grazia circa la levità di questo testo che evoca la fabula dei tempi passati. Lo stile è così caldo, fluido, avvincente, che leggendo si ha la sensazione di scivolare lungo un ruscello terso e di ritrovare parte dell'identità che i tempi attuali ci hanno rubato. Edda scrive un racconto difficile, a mio avviso il più difficile, in quanto la fiaba rischia sempre di cadere nel banale, di non decollare. La sua spicca il volo e ci trascina nella vertigine del bene. La ringrazio di cuore per tanto dono e colgo l'occasione per abbracciare il nostro Condottiero e la cara Maria Grazia.
RispondiEliminaMaria Rizzi
vi ringrazio, cari amici, dell'attenzione della lettura e della simpatia.
RispondiEliminaEdda.