Lidia Guerriei, collaboratrice di Lèucade |
Ieri nel mio gruppo ho proposto di
scrivere un sonetto iniziando con un verso di un sonetto di Foscolo a scelta :
io ho scritto questo:
Forse perché della fatal quiete
si parla troppo, e sempre a faccia mesta,
lo senti come un cappio sulla testa
questo esser pesci nella stessa rete.
Si sta quaggiù, arrancando fra le crete
di un mondo che da sé si fa la festa,
a calcolare il tempo che ci resta
prima che ci unga sulla fronte il prete.
Ma se la fatal quiete è quella sorte
che ci è segnata e il modo di evitarla
non è dato né al re né all'accattone
non pare forse fuori discussione
che la partita meglio sia giocarla
in allegria alla barba della morte?
Grazie, Professore.
RispondiEliminaCredo sia difficile attenersi a un verso di un sonetto storico e concepire un testo così ispirato. Lidia crea un continuum con l'Opera di Foscolo e, a tratti, sembra rileggere i Sepolcri. Ma la cifra stilistica della cara Poetessa ha il sopravvento e la chiusa ha un tono magistrale di leggiadria. Lidia si conferma sempre più un'amante del metro classico, che tende a modernizzare, a rendere fruibile a tutti il modo di scrivere dei nostri più famosi Artisti. Lei non sceglie, è scelta dall'endecasillabo e i versi parlano da soli. Inutile aggiungere che risveglia in me fiumi di ricordi. Un grande abbraccio e grazie di tutto.
RispondiEliminaMaria Rizzi