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lunedì 22 luglio 2019

MARCO ZELIOLI LEGGE: "IL CANTO DELLE MUSE" DI SERGIO CAMELLINI


Marco Zelioli legge: “IL CANTO DELLE MUSE” DI SERGIO CAMELLINI
Guido Miano Editore, Milano, 2019
mianoposta@gmail.com


La collana Poesia Elegiaca dei Maestri Italiani dal ‘900 ad oggi di Guido Miano Editore propone una bella novità di Sergio Camellini: Il canto delle Muse (2019).
Sono diversi i temi e le suggestioni che s’incontrano nella lettura di questi versi: dai ricordi di persone care come il padre (“quella parola / frase d’amore / che conduce / al bello che c’è: / ‘Sii migliore di me’ ”, Amore di padre) e la madre (“Ora non sei, / però, / continui ad esser / lacrima / che non s’asciuga / per noi, / amati figli tuoi.”, Esser lacrima); ai ricordi di momenti passati, messi a paragone col presente (“Oggidì, sei nel terzo millennio / e pensi: ‘Il quaderno elettronico / è divenuto un sintetico bionico (tvb), / le parole d’amore avranno / il loro posto d’onore?’ ”, Il pennino malizioso); alle  descrizioni di paesaggi e luoghi (come in questo inno lunare a Modena: “quando la carezzevole luna / illumina la sera, / la tua bellezza poetica / fa toccare l’impalpabile / nell’immensità.”, A te, Ghirlandina; o in quest’altro cenno: “Il potere magico / di quel prezioso elemento, / scorreva vitale / nelle cannule dei bronzi / Secchia e Panaro, / al par del sangue nelle vene, / per adagiarsi nel bacino sottostante / come fonte battesimale / della Città.”, La fontana dei due fiumi).
Uno scrivere che varia dai distici minimi, a volte d’una sola parola (“Vago / di poesia in poesia // verso un cammino / di pensieri, // tra le pagine / d’un libro, // ad inseguir / parole // con accelerazioni emotive / in libertà.”, Di poesia in poesia) ad altri, rari, più distesi versi, come in La pace è amore (“Guardati dentro / la pace inizia dal tuo animo, / inizia da te. / Non v’è pace se non v’è / il profumo delicato / d’un fiore, / che appartiene all’essenza / dell’essere, e tu sei.”).
Uno scriver versi che, quanto allo stile, per lo più volutamente spezzato, ricorda i versi di Umberto Saba; e quanto alle tematiche riporta a “quegli interrogativi esistenziali sul vivere e morire o sul tempus fugit della poetica di Vittorio Sereni”, come sottolinea Nazario Pardini nel saggio introduttivo alla raccolta (L’elegia e il naturalismo, l’amore e la metapoesia nel viaggio di Sergio Camellini). Uno scriver versi che, in un certo senso, unifica paesaggio e sentimento, persone e cose, colori e fatti, spirito e concretezza. Così Il canto delle Muse, pieno di accenti classici in un panorama assolutamente contemporaneo, sembra quasi voler unificare passato e presente (o cancellarne in qualche misura il divario), come ben espresso nell’incipit di Il teatro dei sogni: “Il teatro dei sogni / è un fantastico / e dolce stil novo / nell’immaginario / onirico”. In un mondo in cui L’amicizia è poesia (il titolo basta a render bene l’idea) e l’uomo – lo scrittore stesso, qui – è davvero, finalmente, libero: “Sui monti / veleggiati da aquile / sono libero / di sognare, / perché il silenzio / di lassù / è la massima / espressione / del mio canto / libero.” (Libero di sognare). Senza mai, però, dimenticare il mondo circostante e le sue contraddizioni, “quando i muri / sostituiscono i ponti / e l’io s’avvita / su se stesso, / senza vedere / il noi, / senza sentire / il voi.” (Tra muri e ponti).
Davvero quella di Sergio Camellini è una poesia scritta “per farsi voce delle cose semplici”, come nota Michele Miano a proposito di Opera omnia (2018) dello stesso autore, nella Prefazione che è riportata, con altri stralci di saggi sullo scrittore, che vanno a comporre l’Antologia essenziale della critica con la quale – come d’uso nella collana di Guido Miano Editore – si conclude il volume, così che ogni lettore, volendo, possa rendersi più consapevole dello sviluppo delle tematiche presenti ne Il canto delle Muse.

Marco Zelioli

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