Franco
Vetrrano. Sognatore volante.
Dibuonoedizioni. Villa D’Agri (PZ). 2019
Franco
Vetrano si presenta sulla scena letteraria con una nuova silloge editata per i
tipi di dibuono edizioni. Ottanta pagine in cui vengono distribuite 52 poesie
snelle e fluenti, assemblate da una semplicità comunicativa che ci riporta allo
stile immediato dell’autore. Una semplicità che segna il punto di forza di
Vetrano, la sua vis creativa, e lo stilema lontano da ogni parafrastica complicazione.
Sognatore volante, il titolo. Un volo
che fa della vita il punto di partenza che dalla vita prende il via per azzardi
emotivi verso alcove distanti dalle inquietudini del vivere: “Non so
dirti del mondo/ neppure della vita./ / Se adesso mi domandi/ cos’è il bene e
il male/ rispondo solamente/ è la vita, il mondo.” (Non so). Il contenuto tutto
è motivato da una incertezza che il poeta vive sul fatto di esistere; dai dubbi
che si incontrano nel nostro viaggio simile ad una navigazione in alto mare,
dove, spesso, si procede a vista col rischio di sbattere in scogli aguzzi.
Questo nostos è intriso di memorie, di dolci illusioni, di abbrivi di
conturbante esistenzialismo, da amorosi sensi:
“Tu sei aria leggera./Voli via mentre il sole/ di te solo rifulge.”
(Aria leggera). E il poeta sa che la
vita è un percorso breve, che già gli antichi condensavano nella breve massima
del dum loquimir… Ne è cosciente, e per questo tenta di volare empaticamente
verso mondi di edenico riposo, dove poter sopperire alle aporie del quotidiano:
“Dormo, finalmente, stanco,/ dormo per
non svegliarmi/ per non vedere ancora/ la vittoria degli egoismi/ e il
morire dell’umanità.” (Aylan). Le poesie si susseguono con un ritmo di profonda
e ontologica empatia: amicizie, Braccia levate (Allo specchio mi accorgo/ degli
anni ormai trascorsi…), vedersi invecchiare, Continuare a vivere, Emozioni, Forse un giorno ti scriverò
(se non sarò troppo vecchio…), Il silenzio della notte (la voglia di partire/come
novello Ulisse…), a Anna, Le tinte dei sogni,
Madre terra, fino a Una notte d’inverno. Tante motivazioni umane che
trovano posto in una versificazione breve e concisa. Ma che tiene come filo
conduttore un sogno; quello di Icaro nei cieli illuminati dal sole: “… sono
nato una notte di febbraio,/ la voglia di volare entro il sangue/ il sogno di
Icaro in fondo al mio cuore”.
Questa
la poetica di Vetrano: una narrazione fresca e generosa dove l’intento principe
è quello di comunicare, di estendere le motivazioni plurime ad una platea che
possa commuoversi di fronte ad un
racconto di vita, di amore, di intenti emotivi, di vicissitudini nelle quali
ognuno di noi si ritrovi per riconoscere un percorso fatto di luci e di ombre in cui egli stesso è un Ulisse in cerca della sua isola.
Nazario
Pardini
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