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Annalisa Rodeghiero, collaboratrice di Lèucade |
Il nuovo lavoro di Annalisa Rodeghiero, Incipit, edito dalle Edizioni
Stravagario, nel maggio 2019, è una raccolta snella e stilisticamente
compatta, contenente 34 componimenti in sezione unica. Arricchita dalla
Prefazione di Giacomo Vit e da tre tavole di Enzo Bacca, che ha prestato i
suoi pennelli anche per la realizzazione dell’immagine di copertina.
Se
fossimo tentati dalla curiosità infantile di guardare prima le figure, avremmo non casualmente già una prima e
precisa indicazione sui due nuclei della raccolta: la montagna, che in senso
allargato, si fa emblema della natura e in particolare della natura
insidiata, e l’alba della nuova vicenda familiare: la nascita della nipotina
Isabel. Che poi, tra la devastazione dei boschi di conifere dell’altopiano di
Asiago, dolente trama della splendida Disordine
verticale (p. 19), e l’albeggiare di una nuova vita, Annalisa Rodeghiero,
ci dica quale sia per lei l’ordine che muove il mondo è testimoniato fin dal
titolo. E sottolineato, con versi felici, calibrati in una attenta misura tra
un originale narrativo e un trattenuto lirismo, da una ristretta famiglia lemmatica
dove domina il corrispettivo figurato del titolo, ovvero l’”alba” (ma si
segnalano, con alcune covalenze anche “germe”, “seme”, “boccio”):
«allora sfumano
lente in albe/ tutte le notti del mondo», p. 17
«Albe, quante
albe/ occorrono a interrompere le notti.», p. 21
«Vederti così/
palpebre ancora chiuse/ (le mie e le tue insieme) nella luce dorata
dell’aurora», p. 26
«Nel ritorno
ciclico dell’alba/ ciò che in noi – ora su ora si sfarina -/ in lei si
moltiplica…», p. 31
«…andiamo/ con
la radiazione dell’alba nelle nostre mani.», p. 32
«respira l’alba
dentro i rami/ nella terra feconda che ma’attende», p. 39
Dopo i primi testi, dove l’elemento naturale
sembra fungere da fondale sui cui innescare la scena che verrà a narrarsi,
ecco che via via la polarità dei pensieri, delicati e interrogativi, si
orienta, sempre precisa, mai retorica, sulla nuova nata, Isabel, che specchia
l’incipit del suo nome nella fine di quello dell’autrice, in modo che, scrive
Annalisa: «la
mia fine non mi fa più paura.// Morte
quasi tersa/ […]/ è tutto scritto
là/ dove finisce il nome mio/ per cominciare il tuo », (Ereditarietà, p. 46). Sempre più la
raccolta si slarga in preziose osservazioni, riflessioni al limite
dell’orizzonte tra personale e universale, componendo una delle più belle
raccolte immaginabili per i figli dei
figli (che saranno ovviamente avvolti anch’essi da una ravvivata onda
d’amore, come in Dopo che mi hai detto
di Julia, p. 24).
Mi piace qui riportare, dalla stessa Nota
dell’Autrice, quello «stupore dell’incanto e del mistero della vita che sboccia» e
che così densamente impregnerà e nutrirà la raccolta.
Bene fa Giacomo Vit a raccogliere gli esiti della fusione
sinestesica tra corpo e natura (“piedi e mani d’erba”, “nevica dagli occhi” –
“neve” è altro termine dominante – “verde respiro”, ecc.), perché, in
filigrana, come fa fine dire, più che nel ritratto stesso, Annalisa Rodeghiero fa intuire grande potenza di
cantore della natura, ma qui l’occasione poetica intima della vita
albeggiante è troppo potente per non abbagliare lo scenario e avvolgere il
lettore, portandolo verso un non secondario incanto, quello di una preziosa
parola poetica.
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Grata all'amico, poeta Alfredo Rienzi per l'attenzione e le parole buone riservate alla mia scrittura poetica, grata a te, caro Nazario per la tua immancabile disponibilità alla pubblicazione sull'Isola della poesia.
RispondiEliminaAnnalisa Rodeghiero
Complimenti ad Annalisa,poetessa e matematica, per i suoi versi sempre eleganti e profondi, nella sua ricerca di un'armonia che sa trovare nelle ombre e nelle luci di una vita sempre intensamente vissuta. Con affetto e ammirazione sempre. Giusy Frisina
RispondiEliminaNella vita, come nei versi -che della vita sono specchio - l'alternanza di luci e ombre è fondamentale al raggiungimento di un'armonia necessaria all'anima. Credo che in "Incipit" ci siano vari rimandi a tale principio.
RispondiEliminaTi ringrazio, amica cara, stimata poetessa, per averne colto il senso.
Annalisa