Inchiesta sulla poesia
Forme,
contaminazioni e codici linguistici, tra atrofia della critica e
pressappochismo versificatorio
Sulla
scorta di alcune recenti letture e approfondimenti sulla letteratura italiana
contemporanea, con particolare attenzione alla poesia, mi è sembrata buona
cosa, in chiusura di questo anno, proporre, mediante un format online di
semplice uso online (collegandosi a questo link), un sondaggio rivolto ai poeti
italiani con l'idea di sentire le proprie opinioni e considerazioni su una
serie di aspetti importanti della poesia odierna.
Alcune
considerazioni sullo stato attuale della poesia, esposte dalla poetessa e
critico letterario Rosa Giangoia, possono essere utili a evidenziare la
situazione odierna: «La poesia sembra vivere un momento molto particolare,
caratterizzato da contraddizioni. Da un lato, infatti, la produzione di testi poetici
è molto ampia e diffusa ad opera di una miriade
di autori, di cultura diversa e di orientamento di pensiero vario e
diversificato, che producono testi quasi a getto continuo. Per lo più sono
anche attivissimi in rete, in siti specialistici e in gruppi dedicati sui
social, in cui postano con frequenza loro testi, che raramente vengono discussi
con argomentazioni e valutazioni critiche, ma di solito sono fatti oggetto di
elogi da parte di lettori sulla base di consonanza e spontaneismo. […] Si assiste in molti casi a uno svilimento
dell'attività poetica, sovente frutto di spontaneismo
e di improvvisazione, con la
conseguenza di una produzione sciatta,
banale, ripetitiva, scarsamente originale, all'insegna dell'emotività e del
sentimentalismo».[1]
Partendo
dall'assunto che «La letteratura è dappertutto»[2],
come sostenuto da Giulio Ferroni in una recente pubblicazione, nel sondaggio ci
si è posti lo stratificato e mutabile universo poetico come elemento d'indagine
da una serie di punti di vista differenti. Il sondaggio si costituisce di
ventuno domande pensate come possibili input, tracce da poter investigare in
maniera libera, senza un particolare limite di estensione in relazione ad
aspetti quali la poesia civile[3], l'importanza
della musicalità e della componente orale della poesia con
annesse domande in relazione alla lingua
e alla traduzione, ma anche al dialetto.
Ricorrendo
sempre a Ferroni che sostiene che «in ogni modo non sembra più possibile
delimitare la letterarietà in un
campo specifico, che escluda il vario irrompere delle ibridazioni a cui la parola scritta viene sottoposta», ci si è
posti, per converso, anche la questione – che reputo nevralgica – del rapporto
tra poesia e altri codici espressivi, vale a dire le contaminazioni e le rappresentazioni multidisciplinari, le
applicazioni che nel suo infinito contenitore di temi e approcci può
abbracciare.
Vengono
altresì poste domande, per fini statistici che permettano di argomentare i dati
che saranno raccolti, in merito ad aspetti più personali del proprio legame con
la poesia (età nella quale si è cominciato a produrre, numero di libri
prodotti, numeri di libri letti al mese) che possono fornire indicazioni
rilevanti per una considerazione tout
court sulla poesia contemporanea. Il progetto, che non ha previsto nessuna
data di scadenza quale termine per poter completare le domande del sondaggio,
ha la volontà di raccogliere un congruo numero di materiali, in risposta, in
riferimento ai vari quesiti che possano, in una seconda fase, essere letti,
comparati e forniti in maniera esatta e dai quali poter trarre, eventualmente,
delle considerazioni più circostanziate.
La
rivista fiorentina L'area di Broca
(ex Salvo imprevisti), diretta dalla
poetessa Mariella Bettarini, ha dedicato nei mesi scorsi uno dei suoi numeri
proprio a fare il punto sulla poesia contemporanea proponendo quesiti
importanti sulla funzione e la rilevanza
nella nostra società della poesia, di come essa sia cambiata nel corso
degli ultimi decenni e ponendo particolare attenzione alle nuove forme poetiche
che traggono sostentamento soprattutto dall'oralità e dalla virtualità.
Un compendio molto interessante con gli interventi, tra gli altri, di Mariella
Bettarini, Maria Grazia Calandrone, Maurizio Cucchi, Caterina Davinio, Roberto
Deidier, Luigi Fontanella, Marco Giovenale, Giuliano Ladolfi, Mia Lecomte,
Giorgio Linguaglossa, Elio Pecora, Evaristo Seghetta Andreoli, Adam Vaccaro,
Luciano Valentini e il sottoscritto che è stato edito in forma sintetica sul
n°106-107 (luglio 2017-giugno 2018) della rivista cartacea (disponibile anche
in formato digitale, scaricabile in PDF dal relativo sito) e in forma integrale,
nella completezza dei vari interventi, in un volume edito da Porto Seguro
Editore di Firenze nel 2019.
L'aspetto
che credo sia rilevante, o comunque che deve essere rimarcato, è che tale
sondaggio, pur aperto liberamente a tutti, è stato espressamente pensato e
voluto per essere rivolto direttamente ai poeti. Ha come finalità proprio quella
di sentire cosano pensano i poeti – coloro che la poesia la producono e non
solo la leggono – di questo genere, degli approcci e delle forme, nonché delle
nuove modalità espressive, come la pratica diffusa del reading e della performance,
come quella del poetry slam che
sempre genera pareri molto discordanti.
Lello
Voce, considerata l'anima centrale di questa espressione poetica creata da Marc
Kelly Smith, sostiene che «Lo slam è un atto radicalmente politico: non solo
perché riporta il poeta nella polis,
ma perché rivendica il nostro diritto di essere ancora proprietari della lingua
con la quale parliamo, con la quale amiamo e odiamo, con la quale gioiamo e
soffriamo, con la quale accettiamo quell'altro che ci sta di fronte e occupa
uno spazio che, se non ci fosse lui, potrebbe essere nostro, ma che, se lui non
c'è, non avrebbe alcun senso di essere».[4]
Il poeta e performer Dome Bulfaro, presidente della Lega Italiana Poetry Slam,
ha raccolto una serie di scritti, opinioni di poeti e testimonianze – che danno
voce a entrambi i sostenitori e i detrattori di questo fenomeno – nel ricco
testo Guida liquida al poetry slam. La
rivincita della poesia (2016) che dovrebbe sicuramente esser letto per
avere un approfondimento su ogni aspetto di questa poesia empatica che si fa
viva e prende corpo proprio nella sua forma di spoken language.[5]
In
relazione alla dimensione orale della poesia è rilevante ricordare il progetto
ideato e curato da Giovanna Iorio in collaborazione con Alan Bates nato un anno
fa circa con la volontà di creare una grande enciclopedia di poesia vocale, la Poetry Sound Library (PSL).[6]
Un'antologia della voce dove ciascun autore, che viene localizzato sulla mappa
del globo e del quale si forniscono note bio-bibliografiche, dà lettura, nella
sua lingua, a un componimento poetico. Il progetto, al quale da subito hanno
aderito poeti da ogni parte del mondo, si è ben presto interessato anche alla
poesia dialettale e dar voce anche agli autori scomparsi. L'iniziativa, che è
stata presentata in un evento dedicato al Museo Macro Asilo di Roma il 14
aprile 2019 dal titolo “Riflessioni
sulla voce”[7], nasce dalla volontà,
strenuamente difesa dall'ideatrice Giovanna Iorio, di «preservare la voce,
tornare alla purezza del suono, togliere il fruscio della carta delle parole,
risvegliare i suoni primordiali del vento, restituire alla poesia la potenza
della voce».[8] Essa contempla, a dicembre
2019, le voci di un totale di 1112 poeti viventi e decine di poeti del passato.
Nella prefazione del volume pubblicato a seguito della presentazione ufficiale
del PSL l'ideatrice Giovanna Iorio così ha annotato: «La Poetry Sound Library
(abbrev. PSL) non è un altro archivio sonoro ma la prima mappa mondiale delle voci poetiche. […] è soprattutto un’utopia, un
paese ideale solo per i poeti, un «luogo che non esiste», il «non» «luogo» οὐ τό̟ος di Tommaso Moro. Come ogni utopia anche la PSL aspira alla
formulazione di un assetto poetico che non trova ancora riscontro nella realtà
e che qui viene proposto come ideale e come modello; è utopia anche nel senso
limitativo del termine, perché aspira a un modello non realizzabile, astratto,
ma nel far questo sottolinea la forza critica verso situazioni esistenti e la positiva
capacità di orientare forme di rinnovamento sociale. […] La PSL ha creato un
pianeta silenzioso per ascoltare la voce dell’altro. Può contenere, e di fatto
contiene, gli archivi di tutto il mondo e i poeti di ogni epoca e luogo.
Proprio come un nuovo mondo, sogna di ospitare tutte le voci poetiche e per
questo è un progetto che non verrà mai completato, può solo desiderare di essere
portato a termine. Grazie agli strumenti della mappa, i poeti più importanti
del passato emergono dagli archivi e tornano vivi, nella città e nei luoghi
dove hanno vissuto e operato. […] Si percepisce, esplorando la mappa, che
esiste una sola voce, la Voce della
Poesia, polifonica e dirompente se la si ascolta in un nuovo modo e senza
gerarchie, limiti spaziali o temporali. […] La PSL fa di-vertire e cambiando direzione si tracciano nuove geografie. I percorsi sonori sulla mappa invitano ad
esplorare questo mare ignoto della poesia
sonora. Emoziona ascoltare le voci nelle lingue di tutto il mondo, senza la
rassicurante presenza di una traduzione. L’ascolto va al di là della
comprensione del senso delle parole».[9]
Sui
rapporti tra scienza e poesia,
oggetto di analisi di uno dei quesiti, mi viene da segnalare alcuni recenti
progetti che hanno parlato di questo. In una recente recensione di Rosa Elisa
Giangoia dal titolo “La poesia della matematica”, apparsa sulla rivista Xenia dove, si parla del volume Duet of Formula (2016) di Laura
Garavaglia e Mariko Sumikura e si legge: «Quello che le liriche raccolte
vogliono evidenziare è che tanto la matematica
quanto la poesia indagano gli aspetti problematici della realtà come l'inizio,
la fine, la vita, la morte, avendo come obiettivo un oltre indefinito, anche
perché entrambe investigano il dilemma dell'infinito, dell'incommensurabile, dentro
e fuori l'uomo e la realtà».[10]
Va anche segnalato il pamphlet di Roberto Maggiani, edito in formato e-book da
La Recherche, ricco di citazioni e riferimenti, dal titolo Poesia e scienza: una relazione necessaria? (2019) dove il tema nevralgico
delle interrelazioni e intersezioni tra i due campi vengono presi in
considerazione con acume da vari punti di vista. Eugenio Nastasi nella sua
“Breve riflessione” che chiude questa dissertazione osserva: «Se è vero che la fisica quantistica “cerca di spiegare
quello che accade a una particella prima che entri in gioco l’osservatore”, lo
stesso procedimento può essere esteso all’ologramma poetico prima di
concretizzarsi, nella mente del poeta, in sintagma del poiein. In qualche modo, voglio dire, come nell’universo della
fisica quantistica “la realtà esiste solo nel mondo dei numeri immaginari”, gli
elementi dell’atto creativo poetico o similari, fluttuano in un “loro” mondo,
complementare o speculare a quello dell’osservatore-poeta, fino a quando viene
assorbito e reso accessibile dalla “cernita” che ne fa il poeta».[11]
Sui rapporti tra poesia e astrofisica
mi sento di fare senz'altro il nome del poeta Corrado Calabrò che con Quinta dimensione (2018) ha spalancato
le porte della poesia a una dimensione altra, che s'interroga sull'uomo e
ammicca alla scienza e ai suoi traguardi.[12]
Ferroni
segnala che la «pluralità delle
esperienze, dà luogo a una frantumazione degli spazi e dei livelli, con un'articolazione
di nicchie e strati che tendono a chiudersi in se stessi, spesso tra loro
impermeabili» ed è, in questa atrofia
poetica e iperproduzione libraria,
il rischio che maggiormente si paventa e che dovrebbe essere, se non
allontanato del tutto, senz'altro reso il meno invasivo possibile tenendo a
mente un aforisma di Carl Sandburg che recita: «La poesia è l'apertura e la chiusura di una porta che lascia chi vi
guarda attraverso a fare congetture su ciò che ha visto per un istante».[13]
Non
solo attenzione verso il poeta in quanto fautore della creazione e custode di sapienza (finanche affabulatore, quando non
stratega e utilizzatore di codici avulsi dalla praticità spicciola della vita)
ma anche verso il critico la cui
funzione, negli ultimi anni, sembra essersi un po' svuotata o semplicemente
dissipata in questa variegata schiera di tuttologi e di informatori che fanno
cronaca e spesso travalicano la critica propriamente detta, agghindata di
indecorose banalità o gossip senz'altro a latere l'oggetto libro. Colui che si
colloca in mezzo tra l'autore e il
pubblico, una volta inteso come interprete
del testo e per questo spesso associato a una sapere tecnico, accademico e
pedante, quale estrattore di significati nascosti. Semmai un commentatore in
grado di contestualizzare contenuti, analizzare forme, ampliando aspetti,
trovando rimandi, ascoltando echi, sapendo cogliere la centralità delle
immagini, le correlazioni spesso non così manifeste, ma plausibili secondo un
dato tipo di avvicinamento al testo. Citando ancora Ferroni, che molto si è
espresso sull'argomento, e in maniera quanto mai chiara, non ci si può non
riconoscere nelle sue parole: «Tuttologia
e specialismo sono spesso fuorviati
dall'ostentazione di sicurezza dell'interprete,
dalla pretesa di dire a tutti i costi qualcosa di nuovo e dall'ossessione dell'iperinterpretazione,
dal voler far prova di saperne di più di ciò che il testo contiene».
Nel
corso del sondaggio si forniscono anche domande atte a chiedere gli autori –
sempre in fatto di poesia – tanto italiani che stranieri che si reputano, per
ragioni proprie, i più importanti per la poesia, che vanno senz'altro letti e
studiati e tenuti a mente. Questo consentirà di poter avere dati attendibili in
merito alla poesia che realmente si legge (e dunque si ama) che non ha da
essere valutata meramente con ciò che nelle librerie viene comprato, spesso in
maniera semplicistica, sulla scorta di una suggestione avuta magari dalla
semplice copertina o da un lontano consiglio di qualcuno che non di rado non ha
come epilogo che quello di lasciar depositare polvere su quel libro acquistato.
Ed
è per questa ragione che vengono proposte nel sondaggio anche due domande che
reputo lungimiranti e necessarie al contempo, che guardano ciascuna in una
direzione precisa: una al passato e l'altra al futuro. La prima di esse,
infatti, ha a che vedere con quali autori, se si ritiene che ve ne siano,
sembrano essere i grandi assenti,
palesemente dimenticati e tralasciati a dispetto della loro importante opera
letteraria (complici magari la disattenzione di critici, l'inadempienza di
familiari che potrebbero meglio curare l'eredita letteraria, nel caso di autori
passati a miglior vita, e soprattutto il palese disinteresse delle major
editoriali che puntano altrove, verso il facile guadagno). L'altro quesito,
invece, tende a chiedere quali poeti – più o meno giovani – della scena odierna
meriterebbero una conoscenza, diffusione maggiore, vale a dire quali esponenti
che, causa della marginalità insita della poesia e – di nuovo – del poco
interesse editoriale, non godono di quella fama che, effettivamente,
meriterebbero.
Si
tratta, in qualche modo, di poter comprendere meglio alcuni dei tanti tracciati
che la poesia nel corso del tempo, con esiti vari, ha scritto e percorso, vicoli
bui e strade per lo più asfaltate, passaggi ampi e cunicoli leggermente
impraticabili, a rappresentare i tanti percorsi dei poeti che, anche grazie a
un sistema di rimandi, citazioni e di un universo
intertestuale, sono interconnessi tra loro, che si vivificano a vicenda,
colloquiando tra età e spazi diversi. Intertesto che è rimando ma anche
polifonia interpretativa come osservato dalla poetessa Erika Burkart in alcuni
suoi versi: «Un frammento vien letto/ da
ciascuna epoca in modo diverso,/ dentro vi proiettiamo l'attualità,/
spieghiamo, aggiungiamo e combiniamo,/ scopriamo; sui bordi estremi,/ nei più
profondi interstizi/ prolifera un che di vago e di sinistro,/ che fa paura e
intriga».[14]
Questo
sondaggio, in ultima battuta, è un mezzo per interrogare i tanti poeti sulla
loro arte; anche perché, come Ferroni propone e incalza, la critica possa resistere mediante un mezzo efficace che gli
consenta di «interrogare i linguaggi» dal momento che «L'impegno interpretativo
non può disporre di nessuna sicurezza, ma può fare affidamento sulla continuità
di un leggere e di un interrogare». Affinché si possano aggiungere tante valide
pagine a quella millennium poetry
che, come Magrelli ha sottotitolato, non è che un viaggio sentimentale nella
poesia italiana.
Riferimenti
AA.VV., L'area di Broca. Poesia XXI. Il punto sulla
poesia contemporanea, Porto Seguro, Firenze, 2019.
AA.VV., Poetry
Sound Library. Riflessioni sulla voce, e-book n°233, La Recherche, 2019.
Bulfaro Dome,
Guida liquida al poetry slam. La
rivincita della poesia, Agenzia X, Milano, 2016.
Burkart Erika,
Poesie, Campanotto, Paisan di Piave,
2005.
Ferroni Giulio,
La solitudine del critico. Leggere,
riflettere, resistere, Salerno Editrice, Roma, 2019.
Garavaglia Laura, Sumikura Mariko, Duet
of Formula, Japan Universal Poets Association, Kyoto, 2016.
Maggiani Roberto,
Poesia e scienza: una relazione
necessaria?, e-book, La Recherche, 2019.
Magrelli Valerio,
Millennium poetry. Viaggio sentimentale
nella poesia italiana, Il Mulino, Bologna, 2015.
Poesia, Crocetti, Milano, anno XXXII,
novembre 2019, n°353.
Spurio Lorenzo,
“La Quinta dimensione di Corrado
Calabrò il poeta che strizza l'occhio alla scienza”, Blog Letteratura e Cultura, 18/08/2019, https://blogletteratura.com/2019/08/18/la-quinta-dimensione-di-corrado-calabro-il-poeta-che-strizza-locchio-alla-scienza-a-cura-di-lorenzo-spurio/
Xenia, Trimestrale di Letteratura e Cultura, AGF Edizioni,
Genova, n°3, 2009.
Lorenzo Spurio (Jesi, 1985), poeta, scrittore e critico letterario. Per la
poesia ha pubblicato Neoplasie civili
(2014), Tra gli aranci e la menta.
Recitativo dell’assenza per Federico García Lorca (2016) e Pareidolia (2018). Ha curato antologie
poetiche tra cui Convivio in versi.
Mappatura democratica della poesia marchigiana (2016) e Sicilia: viaggio in versi (2019). Per la
narrativa ha pubblicato tre raccolte di racconti brevi. Intensa la sua attività
quale critico con la pubblicazione di saggi in rivista e volume,
approfondimenti, prevalentemente sulla letteratura straniera, tra cui il volume
Cattivi dentro: dominazione, violenza e
deviazione in alcune opere scelte della letteratura straniera (2018). Si è
dedicato anche allo studio della poesia della sua regione pubblicando Scritti marchigiani (2017) e La nuova poesia marchigiana (2019). Tra
i suoi principali interessi figura il poeta e drammaturgo spagnolo Federico
García Lorca al quale ha dedicato un ampio saggio sulla sua opera teatrale,
tutt’ora inedito e tiene incontri tematici. Presidente dell’Associazione
Culturale Euterpe di Jesi, fondata a marzo 2016, e Presidente di Giuria in vari
concorsi di poesia, tra cui il Concorso di Poesia “Città di Porto Recanati –
Premio Speciale Renato Pigliacampo”, il Premio Letterario “Città di Chieti” e
il Premio Letterario Internazionale “Antonia Pozzi – Per troppa vita che ho nel
sangue” di Pasturo (LC); ha ideato e presiede il Premio Nazionale di Poesia “L'arte
in versi” che ha sede a Jesi, giunto nel 2020 alla nona edizione. Su di lui si sono espressi, tra gli altri, Giorgio Bàrberi
Squarotti, Dante Maffia, Corrado Calabrò, Ugo Piscopo, Nazario Pardini, Antonio
Spagnuolo e Sandro Gros-Pietro.
[2] Giulio Ferroni, La solitudine del critico. Leggere, riflettere, resistere, Salerno
Editrice, Roma, 2019. Tutte le citazioni di Ferroni sono tratte dal medesimo
libro.
[3] A partire dall'amara e
annichilente citazione (ma anche indirettamente propositiva per un impegno
serio, costante e convinto) di Theodor Adorno che ebbe a dire «Scrivere una
poesia dopo Aushwitz è barbaro e ciò avvelena anche la stessa consapevolezza
del perché è divenuto impossibile scrivere oggi poesie» si legga il breve
articolo di Letizia Leone dal titolo “Quale poesia dopo lo scandalo
insostenibile della Storia?” apparso sulla rivista romana Il Mangiaparole, anno 1, numero 4, ottobre-dicembre 2018.
[4] Dome
Bulfaro, Guida liquida al poetry
slam. La rivincita della poesia, Agenzia X, Milano, 2016.
[5] In relazione all'universo dello
slam vorrei segnalare due interviste da me fatte a due poeti performer che,
nelle loro rispettive zone, sono stati e sono promotori di poetry slam e hanno
rivestito il ruolo del Maestro di Cerimonia: “Intervista al poeta e performer
Max Ponte”, in Blog Letteratura e Cultura,
07/01/2018 (https://blogletteratura.com/2018/01/07/intervista-al-poeta-e-performer-max-ponte-a-cura-di-l-spurio/ ); “La poesia orale. Intervista alla poetessa
aquilana Alessandra Prospero”, in Blog
Letteratura e Cultura, 19/01/2018 (https://blogletteratura.com/2018/01/19/la-poesia-orale-intervista-alla-poetessa-aquilana-alessandra-prospero-a-cura-di-l-spurio/). Va, inoltre, osservato che Max
Ponte è ideatore di una formula innovativa di gara poetica che può essere
considerata di derivazione della poetry
slam denominata “Angelico Certame” (https://angelicocertame.org/2016/09/06/regolamento/) che si disputa a Torino.
S'iscrive in questo ambito di rivisitazione anche la Gara poetica itinerante
nelle antiche terre picene “Ver Sacrum” (https://associazioneeuterpe.com/regolamento-2/), ideata dal sottoscritto
assieme a Michela Tombi, organizzata dall'Associazione Culturale Euterpe di
Jesi che ha toccato i maggiori centri della regione Marche nel corso del 2019 e
ha avuto la sua finale del campionato a Cupramontana (AN) lo scorso 14/12/2019.
[7] Gli atti di questo incontro sono
raccolti in un numero monografico col medesimo titolo sulle edizioni online
della rivista La Recherche, e-book
n°233, 2019. Nel volume, a cura di Roberto Maggiani e Giuliano Brenna, dopo
l'introduzione di Giovanna Iorio e la prefazione di Stefania Di Lino, figurano,
tra gli altri, gli interventi di Lucianna Argentino, Michela Zanarella, Nadia
Chiaverini, Anna Maria Curci, Annamaria Ferramosca, Maria Pia Quintavalla,
Eugenia Serafini, Maurizio Soldini, Giuseppe Vetromile.
[8] Al fine di una maggiore
diffusione e organizzazione del progetto, la fondatrice ha istituito degli
Ambasciatori, una sorta di collaboratori diretti che, in prima linea, hanno
sposato il progetto e si impegneranno a condividerlo ampiamente e diffonderne
le potenzialità, soprattutto nella loro zona. Tra di essi Anna Maria Curci,
Michael Rothenberg, Caterina Davinio, Cinzia Marulli, Michela Zanarella,
Roberto Maggiani, Paolo Saggese, Giuseppe Vetromile, il sottoscritto e vari
altri.
[10] Xenia, Trimestrale di Letteratura e Cultura, AGF Edizioni, Genova,
n°3, 2009, p. 80.
[12] Una mia recensione al volume è
stata pubblicata su Blog Letteratura e
Cultura il 18 agosto 2019 ed è disponibile qui: https://blogletteratura.com/2019/08/18/la-quinta-dimensione-di-corrado-calabro-il-poeta-che-strizza-locchio-alla-scienza-a-cura-di-lorenzo-spurio/
[13] Poesia, Crocetti, Milano, anno XXXII, novembre 2019, n°353, p. 10.
[14] Erika
Burkart, Poesie, Campanotto,
Paisan di Piave, 2005.
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