“NAIF” di Enzo Concardi
Guido Miano Editore, 2019
Naif
di
Enzo
Concardi, uscito a fine 2019 per Guido Miano Editore, presenta una
gran varietà di temi, ma soprattutto è un’ampia riflessione sulla ricerca del
senso della vita un mondo in cui “Il
male di vivere è incubo che chiama forte / deboli anime possedute dal vuoto”,
come dice in Foglie
ingiallite (pp.75-76),
richiamando alla memoria la vicenda di Cesare Pavese. Il fil rouge della
ricerca della propria via del vivere porta il poeta a confessare,
turoldianamente: “cerco crinali di speranza, vette d’umiltà”, in Borghi di
pietra, che si conclude così: “Lungo i sentieri del vivere o del
morire / dell’amare un destino o del farsi vittime / ho condiviso il tacito
pianto dei poveri / il dolore muto e dignitoso degli abbandonati / ed ho
chiesto a loro perdono per la mia viltà” (p.57).
Emergono anche diffuse note nostalgiche,
come in Vecchia radio (p.43)
o in Tram traballanti
(p.44), e il ricordo di ciò ch’è passato conduce il poeta a considerazioni
amare: “Ecco un verbo nuovo: nessuno incontra nessuno. / L’altro è sempre
alieno o assente” (Marciapiedi di notte, p.32). Neppure il sogno, caro
rifugio del poeta, riesce a placare il senso di vuoto che gli resta in fondo al
cuore: “Gli anni transitavano vivaci e spensierati / e fu sempre cara quella
leggerezza serena. / Suggestioni raccolte ovunque mi edificavano. // Quelle
stagioni primitive sciamavano magiche / finché nuguli d’interrogativi divennero
tempesta. /...” (Corte dei sogni,
p.41). Solo nel contemplare il passato pare tornare un certo ottimismo, pur
soffertamente espresso in Strade spettinate (pp.45-46), o in Pendolo a muro: “E s’affollano alla memoria
lontani giorni / in aule scolastiche grigie e severe / luoghi del passato ch’erano
un mondo, / il nostro piccolo mondo naif” (p.52). Quanto alla natura, così
evocata in Canneti e folaghe: “La
natura è altare del mistero / recondito mondo di cifre segrete / ove si
palesano metamorfosi e sublimazioni”, nemmeno la sua vitalità riesce “ad
allietare queste stagioni migranti / che contrastano con memorie ruggenti / e l’anima
si frastaglia senza pietà” (p.56).
Nazario
Pardini, nella prefazione a Naif, nota che su tutto sembra dominare “il disordine, il dolore, il disumano
infrangersi dell’uomo, privo oramai di valori e in balia di una sorella morte
non di certo francescana” (p.10). Emergono, però, molti spunti positivi
ad offrire prospettive non pessimistiche, come in Volti d’oblio, che
così termina: “Senza dubbio, tuttavia, più volte / ho incontrato fortemente un
volto diverso: / quello del Nazareno, umano e divino” (p.49); o come nella
seconda strofa della pur sofferta Silenti fiumare: “Santa Maria delle Grazie sola / nel
reticolato d’intricate strade / spicca per il colore delle pietre / e racchiude
una magia inusitata / creata da mano unica e geniale: / il Cenacolo è vita di
volti e sguardi / supremo trasuda bellezza e mistero, / cattura il mondo perché
è il mondo” (p.69).
Nei
suoi versi il poeta ricerca un’essenzialità che un po’ contrasta con la loro
lunghezza, quasi sempre più di undici sillabe, spesso anche sedici e financo
diciotto (a volte il verso coincide con la frase, come in Debussy, p.29, e in gran parte di Risvegli, pp.80-82). La ‘rinuncia’ ad usare gli
articoli è spia di tale ricerca d’essenzialità, quasi a volersi rifare all’austerità
dell’antico classico Latino: mancano quasi del tutto in Campanile a levante (p.20) e nella lunga Nostalgico improvviso (pp.50-51); sono totalmente
assenti in altre poesie, come Litorali d’inverno (p.21) e nella
brevissima ma emblematica Bottiglie vuote: “Bottiglie
vuote di vetro bianco osservo / con inquietudine in angoli bui: / qualche volta
ci assomigliano” (p.55). Anche altrove gli articoli sono rari, tranne che nella
prima strofa di Corte dei sogni
(p.41), dove quasi colpisce il fatto che siano ‘normalmente’ distribuiti (ce ne
sono nove in dieci versi). Tutto ciò denota la maestria e padronanza del
linguaggio del Concardi: doti acquisite nel robusto studio che emerge dai suoi
versi, molto meno naif di quanto il titolo suggerisca.
Come
sempre nei volumi di Guido Miano Editore, a conclusione c’è una “Antologia
essenziale della critica” e la “Bio-bibliografia” dell’Autore: uno scrittore
profondo, che val la pena leggere.
Marco
Zelioli
Enzo Concardi. Naif;
prefazione di Nazario Pardini
Guido
Miano Editore, 2019; mianoposta@gmail.com.
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