Serenella Menichetti, collaboratrice di Lèucade |
NON CI TROVIAMO
Oggi l’anima è stanza vuota senza
finestre.
Nella navicella spaziale galleggiano I ricordi.
La realtà tiene in mano bisturi chirurgico che disintegra.
Non riusciamo più a riconoscerci.
Nella navicella spaziale galleggiano I ricordi.
La realtà tiene in mano bisturi chirurgico che disintegra.
Non riusciamo più a riconoscerci.
Il buio ha denudato la luce dai suoi
fotoni.
E noi siamo nebbia densa.
Siamo fumo scuro.
Forse non siamo più.
E noi siamo nebbia densa.
Siamo fumo scuro.
Forse non siamo più.
Inghiottiti da questo deserto di
oggetti affollato.
Noi non ci troviamo.
Noi non ci troviamo.
LA POIANA
E ancora la poiana catturò la preda.
Nessuno avrebbe pensato né creduto.
Appollaiata sul posatoio
Piume morbide e chiare
L’occhio fisso.
Ancora attendeva di ghermire
con volo fulmineo e silenzioso.
Nessuno avrebbe pensato né creduto.
Appollaiata sul posatoio
Piume morbide e chiare
L’occhio fisso.
Ancora attendeva di ghermire
con volo fulmineo e silenzioso.
Proprio, così,
come fa la morte.
come fa la morte.
LIBERAZIONE
Nell’attesa che l’angoscia si sciolga
indossi maschere da pagliaccio.
I larghi sorrisi non celano l’affanno
del respiro.
Al lume della luna, il fantasma, il sogno
spegne.
Si accende pure al grigiore dell’anima
lo sguardo, quando su me posa.
Non c’ero quando hai gettato i sorrisi.
Del tuo volto oggi che la falce di sofferenza
lunga catena ha spezzato, mostri distesi lineamenti.
Ed io ti ritrovo
così vero, così libero, così bello
indossi maschere da pagliaccio.
I larghi sorrisi non celano l’affanno
del respiro.
Al lume della luna, il fantasma, il sogno
spegne.
Si accende pure al grigiore dell’anima
lo sguardo, quando su me posa.
Non c’ero quando hai gettato i sorrisi.
Del tuo volto oggi che la falce di sofferenza
lunga catena ha spezzato, mostri distesi lineamenti.
Ed io ti ritrovo
così vero, così libero, così bello
Ancora una volta ho riletto questi inediti di Serenella per cercare di trovare quel qualcosa di indefinito che non riuscivo a rendere nidito nel pensiero neppure la sera anzi il sonno. Non credo ancora di averlo focalizzato. Ci provo. Quale donna pratica, attiva e fattiva,nonchè più che determinata il suo dire poetico, a me pare, che nasca dalla realtà umana e quotidiana anche nei termini usati ed usuali; nei gesti compiuti all'interno del suo alveo locale, della casa che rasentano quel dire prosaico-familiare: "Oggi l'anima è stanza vuota senza finestra", e ancora: "nella navicella spaziale galleggiano i ricordi", così come: "la poiana catturò la preda, appollaiata sul posatoio; piume chiare, occhio fisso". Da tale base e in modo armonico e conseguenziale l'autrice passa di fatto al vero dettato poetico-esistenziale che ne determina un o il linguaggio astratto, staccato da quella realta pre descritta. "I larghi sorrisi non celano l'affanno" o " Ed io ti ritrovo così vero, così libero,così bello". In questo dualismo la lettura poetica si fa accattivante anche con quella chiusa suggestiva che catalizza il lettore. Pasqualino Cinnirella
RispondiEliminaRingrazio di cuore l'amico Pasqualino per la ua cortese attenzione.
EliminaSerenella Menichetti