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sabato 29 febbraio 2020

ROSSELLA CERNIGLIA LEGGE: " SENTIMENTO E INCISIVITA'" DI FRANCA MASCHIO,GUIDO MIANO EDITORE



Franca Maschio
SENTIMENTO E INCISIVITÀ
Guido Miano Editore, 2019

Recensione di Rossella Cerniglia


Le opere pittoriche di Franca Maschio, che trovano collocazione nella collana Esempi di Arte Moderna della Casa Editrice G. Miano, con il titolo Franca Maschio. Sentimento e incisività, sono tra le più rappresentative di un periodo che va dal 1970 al 2004.

Le troviamo ripartite in sette distinte sezioni, ognuna contrassegnata da un titolo che, in qualche modo, ne suggerisce la tematica. La prima sezione, dal titolo Animali, accoglie opere splendenti di vita, da cui si evince un amore per la bellezza delle forme e in generale della natura. E l’intento è proprio quello di rispecchiare tali forme nella loro bellezza e chiarità, in immagini di purezza e nitidezza esemplari così come si dà nella natura, in un impatto realistico e plastico di grande efficacia.
La seconda sezione, dal titolo Chiese e funzioni religiose introduce alla tematica, acutamente tratteggiata dal critico Michele Miano, che ci proietta all’interno di uno spazio di memorie e visioni, di storia, tradizioni e folklore, che è patrimonio caro all’anima della nostra autrice poiché costituisce gran parte delle sue radici. Vi riscontriamo una volontà di indulgere alle micro tessiture della storia, quella spicciola, quotidiana, intramata di realtà ancestrali, custodite nel tempo tutto interiore della memoria, rete minuscola in cui si consumano le sagre di paese, con riti e culti di ascendenze lontane. Questo fluido patrimonio di immagini e atmosfere che circola nell’animo dell’artista, abita al contempo i paesaggi, la loro luce, sempre solare, ma sapientemente attenuata, irradiata come da un pallido sole.
L’Abruzzo, sua meta privilegiata, e patria d’elezione, è sempre presente in scorci paesaggistici, che, nella loro luce attenuata, sembrano pervasi da una sorta di rêverie romantica, da un accarezzamento che, nella sua trascrizione emotiva, ne fa cari e raccolti luoghi dell’anima.
Tuttavia, questa realtà solare, nella quale si collocano spesso figure umane, ha un margine inquieto, una soglia che si affaccia a un territorio che rappresenta l’antitesi di questa idealizzata e nostalgica visione. Un esempio è dato dalla piazza dell’Aquila con la chiesa di San Marciano, che nella sua nuda geometria, nell’assenza, in questo caso, della figura umana ci appare in un assorto silenzio, e richiama alla mente certe piazze solitarie, enigmatiche e vuote, e certe strutture  pregne di mistero e  inquietudine della pittura metafisica del nostro grande De Chirico.
Altri esempi di questa doppia percezione, si avvertono in molti dei personaggi ritratti nella sezione Gruppi di persone, che sembrano isolati in se stessi, come in un pervasivo sentimento inerente, forse, a qualche loro cruccio o ricordo, e li fa assorti nella propria interiorità, irrimediabilmente lontani, assorbiti da pensieri e sentimenti da cui gli altri sembrano esclusi. Ma siamo davvero di fronte ad  una visione solipsistica, senza rimedio, della realtà individuale o - come il prefatore è più propenso a credere - di fronte a studi prospettici di figure la cui espressività risiede nel rapporto corale, cioè in quello di rappresentazione di un gruppo? È probabile che entrambe le componenti siano presenti nelle intenzioni dell’autrice, anche in considerazione di altri aspetti della sua opera, che sottendono una critica implicita dei tanti guasti dell’attuale società.
Inerente a questa prospettiva, risulta infatti la visione di un mondo artefatto, che l’autrice, ovviamente, rifiuta: quello dell’inautenticità, della “maschera” - in senso pirandelliano - che ci relega a una realtà che noi stessi, nolenti o volenti ci siamo appiccicati addosso attraverso ruoli e funzioni e abiti mentali e pregiudizi - che non fanno parte della nostra vera essenza, della nostra individualità - ma anche attraverso le “maschere”, nelle quali gli altri ci hanno incasellato, catalogato, in modo arbitrario e falso, attraverso i loro giudizi, che mai rispecchiano la nostra vera identità.
A questa realtà di finzione, in cui l’uomo è catalogato e incasellato in stereotipi e in categorie standard, in cui ci appare costantemente eterodiretto e non ha più una sua individualità, ma sembrerebbe fatto in serie come i prodotti del mercato globale, si ispira, appunto, la sezione  Manichini,  dove le figure sono caratterizzate da totale inespressività e da pose artefatte - come è nel caso delle “indossatrici” - mentre l’altra che ha per titolo Children nasce da motivazioni di carattere etico e più precisamente antiabortista. Il bambino che appare nelle opere dell’autrice è infatti il simbolo di una vita indebitamente negata, con le svariate possibilità di essere che le sono state tolte.
La marcata contrapposizione tra questi due mondi è ben visibile, considerando l’intera produzione di Franca Maschio, laddove lo sguardo si appunta al passato e alle memorie, come ad una dimensione idealizzata e portatrice di senso e di valori, e al presente, come ad una realtà che li ha rinnegati, e appare disseminata di incognite e incertezze, causa di inquietudini e timori.

Rossella Cerniglia 

Franca Maschio
SENTIMENTO E INCISIVITÀ
Guido Miano Editore, 2019
mianoposta@gmail.com

OPERE:





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