"Colui che narra"
Edda Conte, collaboratrice di Lèucade |
E' cresciuto senza famiglia, diciamo con
la carità della gente, quando ancora la gente era fatta di uomini e donne con
un cuore buono e generoso. Già da bambino dimostrava il dono di
raccontare storie; inventava ogni volta la storia delle sue origini, e
ogni volta era una storia diversa. Nessuno sa niente di sicuro di questo
ragazzino che gira per il paese e nei dintorni narrando storie, né come
si chiami né di dove venga. Lo invitano alla loro tavola...e quando
fuori piove gli danno anche da dormire. Cominciano a
chiamarlo Narrante, colui che narra. Tutti gli vogliono bene, e il tempo passa.
Con gli anni Narrante si accorge che tra tutte le storie che narra ne
manca sempre una: la sua, quella vera. Chi era suo padre? e sua madre? e perché
è cresciuto senza casa e senza famiglia? La fantasia è la sua forza, se
ne rende conto, ma la fantasia non è realtà....e lui ha bisogno di realtà. Si
rivolge alla Fantasia, che lo aiuti a trovare la sua realtà. Ogni sera la
prega, con belle parole accorate, sincere, fiduciose come si fa con Dio Padre
Nostro. La prega ad occhi chiusi, in ginocchio, con la mente rivolta ...al
cielo...; gli sembra di ricevere una carezza sui capelli. Finisce col
credere che Fantasia sia una donna bellissima volata in cielo per aiutare i
bambini senza famiglia. "Forse era così la mia mamma..."
Una notte la sogna.
E' davvero bellissima.....sorride
dolcemente....cammina in un prato fiorito con tanti bambini che le stanno
intorno....Tra quei bambini c'è anche lui, bambino. Si desta. Impressionato.
Vorrebbe riprendere a sognare, ma la realtà è lì, implacabile, silenziosa. Ora
sa che Fantasia è una madre amorevole, che ama tutti i bambini, ma gli resta in
cuore quella spina dolente.: quella madre non è la "sua
Mamma". Però....come sarebbe bello incontrarla, guardarla , vedere
il suo bel sorriso, sentire la carezza... Da quel giorno il ragazzo frequenta
sempre più spesso le campagne, va per i boschi e i prati nella segreta speranza
di incontrare la bella signora del sogno. Fantasia è
diventata nel profondo del suo cuore la mamma, la sua Mamma! Nelle storie
che racconta non manca mai questa figura, è il pensiero unico, che serve
anche ad arricchire i suoi racconti, sempre più favolosi, che piacciono a
tutti, piccoli e grandi. Una sera , al tramonto, sta attraversando un bosco
quando tra il fitto del mirto e dell'erica vede avanzare una
figura luminosa nel sole che abbaglia. Narrante si arresta,
involontariamente impaurito, ma una voce tenue lo chiama per
nome: -vieni qui, non temere, sono Madre Natura... Il ragazzo ha un
sussulto, si nasconde dietro un cespuglio. Madre....Natura? Che
significa...forse la "sua" Madre Natura? Allora non deve avere
paura.....e va incontro alla visione. Ma su questa lentamente si spegne ogni
bagliore e scompare. Ancora una volta Narrante vede delusi i suoi sogni..
Ma in lui rimane il suono dolce di quelle parole -sono Madre
Natura-...Dunque la madre è nella Natura, pensa, nei boschi, nei prati,
nei campi....e nei fiori e negli uccelli...in tutto il creato, insomma. Il
pensiero lo rende felice, si sente meno solo; ogni giorno ringrazia Madre
Natura, che certo è anche sua madre. I suoi racconti ora si arricchiscono
di nuovi soggetti, di figure meno fantasiose, più concrete e reali. Madre
Natura, che tutto vede e tutto apprezza, lo protegge e lo aiuta, lo nutre di
dolci frutti e di bacche saporite, lo riscalda col sole e lo disseta con
la pioggia. Il vento poi gli racconta le avventure del mondo. Narrante è
contento, non gli manca niente e non pensa più alle sue origini. Cessa anche di
raccontare storie, invece canta, canta alto e forte. Lo
chiamano a cantare nel Coro del Teatro dell'Opera...gli danno una casa...
Per la prima volta nella sua vita
Narrante vive sotto un tetto, indossa vestiti nuovi, parla con le persone
sentendosi uguale a loro. Impara a leggere libri, impara tante cose del mondo
di cui aveva solo sentito parlare. La sua mente si affina , ma il suo spirito
resta semplice. La Natura è il suo mondo, la gioia di vivere lo fa sentire
parte del Creato. Canta con gli uccelli del bosco, corre tra gli alberi, nuota
nell'acqua del torrente, dove fa amicizia con Trota d'Argento. La
sua vita scorre serena, senza desideri e senza mete, finché una notte
sogna la bellissima Signora ....la riconosce: è Fantasia, ma non ha più il
sorriso. Intorno a lei non vede nessun bambino. Avanza scalza su un sentiero
brullo e sassoso. Lo guarda, sembra che gli parli...ma un vento forte
alzatosi all'improvviso porta via le parole. ... Lui,di nuovo bambino, le
corre incontro, l'abbraccia..... Ora Narrante , ormai uomo, si desta di
soprassalto...è sudato, è ancora sotto la forte impressione del sogno. Narrante
medita, riflette, cerca il significato di quel sogno che sente importante. Non
è più un bambino, ma nell'animo vive ancora "Colui che narra"; vivono
le parole delle mille storie che lo hanno fatto crescere.E' uomo , forte e
istruito. E' giunto il momento di riprendere a narrare storie.....
Narrare storie per rallegrare lo spirito
di grandi e piccoli, ma soprattutto per ricordare al mondo che la fantasia è la
madre del sorriso.
Edda Conte
Edda cara, credo che non esistano racconti più difficili da scrivere di quelli favolistici. Il tuo è una perla. Possiede nerbo, struttura e morale. Un'Opera che potrebbe appartenere a Italo Calvino o a Gianni Rodari. Un testo che dà lezioni di vita e inserisce gli elementi che dovremmo rispettare: la Fantasia, nella sua accezione assoluta, la Natura, madre - benigna, l'Io Narrante, che si forma grazie a questi elementi. Non possono esistere storie senza l'individuo, la Natura e la Fantasia. Non può esistere la nostra vita. Noi abbiamo la necessità di crescere credendo e solo lo spirito magico dell'immaginazione, della bontà, delle bellezze del Creato rende possibile tale crescita.
RispondiEliminaUna parabola il tuo racconto. E cosa dire dell'arte della brevità? Della tua tendenza a racchiudere concetti così importanti in una pagina? Lieve e intensa. Ricca di pathos e didattica. Grazie. Ti ammiro moltissimo. E ti abbraccio... tanto purtroppo siamo lontane.
Maria Rizzi
Colpisce nella narrazione di Edda Conte questa sua straordinaria capacità ( ed è una costante dei suoi racconti fantastici) di utilizzare la Metafora e soprattutto la Prosopopea come figura retorica-guida privilegiata dei suoi racconti. Qui abbiamo a che fare con Narrante, Fantasia, Natura e la ricerca della Madre. L’itinerario di crescita spirituale e di vita conduce Narrante, povero, sincero, ma dotato di grande cuore, alla ricerca della Madre; giunge così fortunatamente al canto, alla Poesia, che è di per sé appagante, gratificante, forse autosufficiente e ….che forse non abbisogna di altre maternità… Ma la spinta, il sale che permette di crescere è la comunicazione, l’assumere il punto di vista altrui, col quale ci misuriamo, il saper raccontare mille storie, che sono sempre la traduzione di una sola, che si ripropone in infinite maschere ed itinerari di ricerca, la propria: sa modificarsi continuamente ed assumere nuovi significati nel tempo."La fantasia è la madre del sorriso".
RispondiEliminaVi ringrazio col cuore e tutta la mia spontaneità..(Maria e Maria!)...
RispondiEliminavi ringrazio altresì perché così generosamente non vi siete ancora stancate di esprimere apprezzamento per questo mio genere, che mi appaga nell'intimo e mi aiuta a conservare l'innato spirito del "fanciullo", tanto importante per ognuno di noi.
Con un buon grazie vi abbraccio, Maria Rizzi e Maria Ferraris!
Edda.